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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Caputo e gli altri: i peggiori amministratori della nostra vita

Caputo e gli altri: i peggiori amministratori della nostra vita

Dura nota di Flavio Stasi (Rifiuti zero)

Caputo e gli altri: i peggiori amministratori della nostra vita

Dura nota di Flavio Stasi (Rifiuti zero)

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

L’intervento del consigliere Caputo in occasione del convegno elettorale pro-se stesso, voleva di certo
colpire l’organismo dei cittadini di questo territorio e devo ammettere che, almeno con me, c’è riuscito in
pieno soprattutto dalle parti dello stomaco.
È evidente che la lotta interna nella destra locale e nazionale sia ormai paragonabile ad un circo, ma il
tentativo di rifarsi il trucco da parte di Caputo, abbondando col fondotinta dello scarica barile, ci consegna il
pieno fallimento di questa classe dirigente di cui proprio Caputo è il capostipite indiscusso, ed il fallimento
sta nel merito delle cose fatte e dette.
I quattro anni di poltrona del “nostro” consigliere sono corrisposti a quattro anni di scippi terrificanti del
nostro territorio, evidente conseguenza dell’incapacità di difenderlo e valorizzarlo. Tutto questo nonostante
al governo nazionale si siano succeduti governi che, a parte l’ultimo mese, avevano nel partito di Caputo il
proprio asse portante dell’intera maggioranza.
Non può non dare soddisfazione il fatto che il consigliere si sia accorto finalmente del disastro che
rappresenta il piano di rientro sanitario, peccato solo per l’epocale ritardo. Era lo stesso Caputo, infatti, che
il 18 ottobre 2012 affermava che “alla luce dei dati emerge in tutta evidenza una fotografia dell’ospedale
di Rossano diversa dalle descrizioni catastrofiste diffuse” e che “è stato alimentato un inconcludente
allarmismo nella gente” e ancora che “il presidio di Rossano non chiude ma diventa Ospedale delle
eccellenze e delle specialità”. Alla faccia dell’inconcludente allarmismo.
Anche sui rifiuti il consigliere fa bene a criticare Scopelliti e Pugliano, peccato che lo faccia rispolverando la
storica linea con cui ha amministrato in città ed in regione trascinandoci, insieme a tutta la Calabria,
direttamente nel medioevo. La regione Calabria non ha sbagliato nel non trovare un’alternativa alla
discarica di Pianopoli, cioè un’altra fossa dove gettare rifiuti e milioni di euro di soldi pubblici, ma nel non
fare nulla di nulla, niente, zero per la raccolta differenziata. Probabilmente anche per Caputo questo è un
problema culturale, cioè ritiene i Rossanesi ed i calabresi troppo ignoranti per fare la differenziata. Io sono
da tempo convinto, e vado dicendo in ogni città, che sia la classe politica troppo ignorante per avviare la
differenziata, i cittadini invece non aspettano altro.
E che dire sui trasporti? Durante questi quattro anni sarebbe bastato un mediocre funzionario per imbastire
un sacrosanto progetto di raddoppio ed elettrificazione della linea ferroviaria ionica accalappiando le
tonnellate di finanziamenti comunitari che, invece, sono stati spesi altrove o, addirittura, non sono stati
spesi: una tragica, dolorosa barzelletta.
E ancora la depurazione, il dissesto idrogeologico, i lavoratori socialmente utili, i servizi sociali, il tribunale.
La classe dirigente rossanese degli ultimi vent’anni è come un bambino trovato con le mani ed il viso
sporco di cioccolata che ti guarda sfacciatamente e ti dice “non sono stato io”. Sono anni che sentiamo
dire che tutti i disastri di questa amministrazione comunale e regionale sono stati causati dalle
amministrazioni precedenti, la stessa cosa, del resto, che dicevano le amministrazioni precedenti. Ora, con
una fantastica piroetta, Caputo vorrebbe addirittura farci credere che la colpa non solo non è sua, ma non è
neanche soltanto di quelli che c’erano prima: è colpa anche dei suoi alleati cattivi, cioè quelli che non sono
confluiti nel suo nuovo partito. Nel frattempo la cioccolata è finita.
Questa non è neanche una classe politica, è una schiatta regnante che ha vinto sempre e solo per mancanza
di alternative, la cui rozza attività rappresenta l’arma più formidabile in mano all’antipolitica ed al
populismo.
Quello che stiamo facendo con tanti altri cittadini, quello che è necessario, è costruire un polo del
cambiamento che abbia le radici nella nostra terra e che risponda direttamente alle esigenze delle nostre
comunità, grazie al quale spero riusciremo a liberare dall’afflizione tutti coloro che, come Caputo, si sono
trovati a vivere un’esperienza tanto deprimente come quella di essere consigliere regionale. Nel frattempo,
se il fardello di un tale incarico dovesse risultare troppo gravoso, ricordo a me stesso ed a tutti che i
consiglieri regionali hanno avuto ed hanno ancora la facoltà di dimettersi in qualsiasi momento.
Flavio Stasi (Rifiuti zero)