Uno dei più suggestivi esempi di neoclassico in città, l”ex liceo Tito Schipa,
qualcuno l’ha già ribattezzato il “cantiere fantasma”. Si trova nel cuore
di Lecce, a metà strada di viale Dell’Università, a poca distanza tra Porta Napoli
e Porta Rudiae. Il “cantiere fantasma”, a ridosso della mura che cingono il centro
storico, che si affaccia su di un viale ad alta densità di traffico, percorso obbligato
per chi entra o esce dalla città che collega le periferie, non può certo passare
inosservato. È un edificio storico che è stato oggetto di un intervento di riqualificazione
iniziato ormai da cinque anni. Il problema è che i lavori non sono mai stati conclusi
ed inevitabilmente il luogo è diventato vittima del degrado, una sorta di simulacro
decaduto, circondato da erbacce, coperto da impalcature che abbracciano l’intero
edificio e che ormai da anni è cinto dalle decadenti recinzioni di un cantiere che
smaschera cinicamente lo stato dei lavori. Non ci sono scuse, né rimpalli di competenze,
né patti di stabilità che tengano quando gli emblemi della storia e della cultura
di una città o di un’intera provincia vengono abbandonati a loro stessi, quasi a
rappresentare il simbolo del fallimento di una politica e di istituzioni che appaiono
troppo spesso impotenti di fronte all’incompiutezza di opere avviate e mai terminate
ed allo scorrere del tempo. Un altro pugno nell’occhio per chi si trova a visitare
la città che per assunti problemi relativi al famigerato Patto di Stabilità sarebbe
relegato nelle condizioni che tutti possono verificare, ma che non trovano alcuna
giustificazione visto che sono orami trascorsi oltre cinque anni dall’avvio dei lavori
che dovevano terminare il 27 agosto 2012, ossia ben quattro anni fa. Sarà anche
che forse per l’edificio non s’intravede uno scopo, quando ne potrebbe avere molteplici
come quello di un museo della musica, dedicato proprio al celeberrimo tenore, sarà
che l’amministrazione provinciale non trova un fine per sè alla luce della recente
riforma, fatto sta che la comunità leccese non può più sottostare all’inerzia
e ai continui rimpalli d'(in)competenze dei propri rappresentanti istituzionali.
Insomma, al di là delle molteplici segnalazioni dei cittadini che hanno portato
alla nostra attenzione quest’ennesima “incompiuta”, per Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti [1]”, è ora per l’amministrazione cittadina leccese
di suonare la carica sollecitando le altre istituzioni, anche perchè le informazioni
sui lavori del cantiere sono lapidarie sotto gli occhi di tutti, e rischia quel cartello
di diventare proprio una lapide su di una delle più belle cittadine d’Europa.