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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Camusso: “Se non c’è legalità, non c’è dignità nel lavoro” Il segretario generale della CGIL per la prima volta a Cinquefrondi in occasione della "Festa del Lavoro". Legalità, lavoro ma anche stoccate al Governo su voucher e referendum

Camusso: “Se non c’è legalità, non c’è dignità nel lavoro” Il segretario generale della CGIL per la prima volta a Cinquefrondi in occasione della "Festa del Lavoro". Legalità, lavoro ma anche stoccate al Governo su voucher e referendum
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di Giuseppe Campisi

CINQUEFRONDI – Susanna Camusso arriva in Calabria dopo avere incontrato in mattinata a Roma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, con il quale ha fatto il punto
sullo stato del confronto delle ultime settimane sui temi della
previdenza e delle politiche per il lavoro. Il segretario generale della
CGIL, per la prima volta a Cinquefrondi per la seconda edizione della
“Festa del Lavoro” organizzata dal sindacato pianigiano, ha avuto parole
chiare per quanto riguarda la situazione dello stato occupazionale in
Calabria e nel meridione incentrando il suo intervento sulla necessità
di avere legalità ma anche possibilità serie di sviluppo, magari
partendo proprio dal porto di Gioia Tauro. “Non bisogna togliersi il
cappello davanti al padrone – ha esordito Camusso – affinché i nostri
diritti vengano attuati” ribadendo l’unità e la compattezza del
sindacato nelle battaglie per il lavoro. Un lavoro che non c’è o è stato
precarizzato, che accentua i mali di una terra che per risorgere ha
bisogno di eroi quotidiani. “Il nostro sogno è quello di vivere in un
paese senza eroi, riprendendo l’abitudine a provare a cambiare le cose,
perché se ci voltiamo dall’altra parte abbiamo già perso un pezzo di
libertà” è stato l’invito a reagire rivolto alla piazza. Camusso ha
esaminato le radici profonde che hanno frenato lo sviluppo in Calabria e
nel sud per via della criminalità organizzata pensata, dapprima e
erroneamente, solo come problema meridionale ma che ha avuto intrecci
pericolosi con una parte del sistema politico locale e nazionale creando
le condizioni per il sottosviluppo. “Se non c’è legalità, non c’è
dignità nel lavoro” è stato quindi il fulcro del suo discorso, spiegando
che “la criminalità organizzata ruba ogni giorno risorse” così come “la
catena di intermediazione pesa nel sistema del lavoro” da una parte
plaudendo all’iniziativa del Senato di attenzionare la legge sul
caporalato su cui “era stato promesso un intervento d’urgenza” di fatto
poi evaporato, e dall’altra recriminando per la velocità di attuazione
del job act. Altro punto, le infrastrutture con particolare riferimento
a quelle del mare ed alla Salerno-Reggio Calabria di recente inaugurata
dal Presidente del Consiglio nel tratto del viadotto Italia. “Si tratta
– ha detto Camusso – di una opera fondamentale sin da quando ero una
giovane sindacalista. Trovo stupefacente l’inaugurazione della SA-RC che
ad oggi è stata inaugurata praticamente da ogni Presidente del
Consiglio. Renzi aveva il dovere piuttosto di andare a dimostrare
sostegno e solidarietà ai magistrati di Reggio”. Ad Oliverio ed al
Governo ha ricordato il Laboratorio per il Sud istituito dal sindacato
“per non avere un paese a due velocità” e su cui “costruire le scelte
fondamentali per colmare il divario in questo paese” stralciando l’idea
dei Patti che portano il Governo “da luogo in luogo senza avere una
prospettiva”. Altro aspetto, le infrastrutture sociali con la necessità
di incentivare asili, scuole e centri culturali con un rimbrotto ai
presidenti delle regioni del sud: “Avete fatto un errore, con la
frantumazione delle risorse non si risponde ai bisogni del paese” e poi
ancora, rimproverando il Governo di “togliere diritti” senza dare
investimenti mentre l’altro punto nodale su cui si è soffermata è stato
il lavoro nero. “E’ la nostra perenne spina nel fianco perché si stratta
di una forma di estorsione nei confronti dei lavoratori” puntando il
dito anche contro il sistema dei voucher che “legalizzano il lavoro nero
mentre il Governo ci racconta che è solo un problema di tracciabilità”.
Quindi sul porto: “Occorre mantenere le attività del porto. Bisogna
difenderlo perché è un presidio di legalità” ha riferito Camusso
auspicando una “seria discussione sulla logistica di questo paese”. Non
poteva mancare un richiamo sul referendum su cui ha detto: “Non è
normale per un sindacato raccogliere le firme, perché significa fare un
mestiere diverso dal nostro. Ma non possiamo fare altrimenti se non c’è
più idea o prospettiva per questo paese visto che hanno destrutturato il
mondo del lavoro e visto che il Governo si affretta sui licenziamenti e
non sulle assunzioni”. Una Camusso particolarmente ispirata ha quindi
concluso parlando di “mondo del lavoro frantumato in mille forme di
precarietà” ma anche della necessità di “ricominciare la lotta per
l’uguaglianza se si vuole ricostruire una idea di paese e di Europa”.