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TAURIANOVA (RC), SABATO 20 APRILE 2024

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Calcio serie A: la Juventus è nel mito La squadra bianconera si aggiudica il settimo tricolore consecutivo

Calcio serie A: la Juventus è nel mito La squadra bianconera si aggiudica il settimo tricolore consecutivo
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di Antonio Spina

Mancava solo l’aritmetica e, adesso, dopo lo 0-0 dell’Olimpico anche questa è arrivata. Uno scudetto vinto virtualmente già due domeniche fà grazie all’exploit targato Higuain nel finale di gara contro l’Inter e alla contemporanea debacle del Napoli a Firenze. La Juventus è campione d’Italia per la settima volta consecutiva grazie al punto conquistato ieri sera contro la Roma, al termine di una partita il cui mezzo tiro in porta è stato il colpo di testa di Pellegrini mentre i portieri sono stati spettatori non paganti rendendo, a fine gara, tutti felici e allegri. La Juve, appunto per il tricolore, la Roma per la matematica qualificazione alla prossima Champions League. La Vecchia Signora, così, entra di diritto nella storia del calcio italiano dove mai nessuna squadra è riuscita nell’impresa di cucirsi lo scudetto sul petto per il settimo anno consecutivo.

Nel panorama calcistico dei maggiori campionati europei, in passato, c’era riuscito solo il Lione diventando campione di Francia dal 2001/02 al 2007/08. Quest’anno il percorso della Juve è stato più insidioso a differenza degli ultimi anni perché ha trovato un Napoli che ha dato del filo da torcere fino all’ultima giornata di campionato. Lo scudetto conquistato dai bianconeri acquisisce maggior valore se si considera che la squadra partenopea ha fatto il record di punti (88 e con una giornata ancora da giocare), superando quelli dello scorso torneo, rimanendo in testa al campionato per ben 19 giornate vincendo il platonico titolo d’inverno. La squadra di Sarri ha avuto il merito di portare avanti una filosofia di gioco spettacolare, fatta di verticalizzazioni e scambi sullo stretto, che hanno esaltato le qualità di Insigne, Mertens e Callejòn, ma al tempo stesso una rosa priva di sostituti all’altezza dei titolarissimi ha inciso negativamente sullo sprint finale. I calciatori del Napoli, infatti, per via di un sistema di gioco molto dispendioso hanno finito il campionato col fiato corto e, a rendere più palese questa situazione, sono state, da una parte le scelte dell’allenatore affidandosi ai suoi fedelissimi facendo poco turn-over (perché non fare partire Milik dal 1’minuto?) e dall’altra la società non ha provveduto, nel mercato di gennaio, a far arrivare qualche innesto di qualità.

Da questo punto di vista la Juve si è dimostrata infinita e il suo allenatore Allegri è stato sicuramente un ottimo profeta. Il merito per questo traguardo eccezionale è da ripartirsi tra società, staff tecnico e parco giocatori in cui ognuno ha saputo recitare al meglio la propria parte perché sapersi riconfermare con continuità negli anni è impresa ardua. I fattori indiscutibili di tali successi sono stati la professionalità nel lavoro, la programmazione e l’organizzazione di una società e di una squadra che ha dominato le rivali con un esercizio di forza senza precedenti nella storia del nostro calcio. La Juve ha inflitto distacchi abissali in classifica frantumando record su record- si ricordano i 102 punti nella stagione 2013/14 e l’imbattibilità di 973’ di Buffon nel 2015/16- ma ciò che impressiona fortemente è la capacità di questa squadra di non sentirsi mai appagata e di riuscire a trovare sempre nuovi stimoli.

Anche quest’anno come in passato la forza è stata quella di saper gestire al meglio i momenti cruciali della stagione facendo venire fuori il carattere della squadra quando tutti la davano per spacciata. Altro elemento di forza è stato saper integrare ad una ossatura di squadra ben definita alcuni acquisti, che grazie alla sapiente guida tecnica di Allegri, non sono stati gettati nella mischia subito ma, al contrario, sono stati inseriti gradualmente per poi diventarne elementi determinanti. Uno su tutti Douglas Costa, giocatore che ha sfornato prestazioni maiuscole nella parte finale della stagione. Ma non bisogna dimenticare i gol decisivi segnati da Higuain e Dybala, una difesa di ferro guidata da Buffon, Barzagli e Chiellini ed un centrocampo che può contare sull’estro di Pjanic e le scorribande di Cuadrado. A dirigere l’orchestra ci ha pensato Massimiliano Allegri, che con quella faccia da James Bond, impartisce lezioni di tattica facendo si che lo scudetto diventi una piacevolissima abitudine per tutti i suoi tifosi.