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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Calabria’s got talent Due giovani reggini conquistano la platea del famoso programma televisivo

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di Carmelo Nicotera


“Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”: il famoso slogan di Andy Warhol, trasportato in epoca moderna, rimbomba come l’incessante necessità del genere umano di rincorrere la scalata verso il successo. Oggi tutti i mezzi di comunicazione sono presi d’assalto da una nutrita schiera di personaggi che, in nome del riconoscimento pubblico e dell’attimo effimero di popolarità, s’improvvisano cultori dell’arte, attori protagonisti di un sistema che li conduce in maniera istantanea verso la fama, salvo poi farli cadere dal cielo ovattato come stelle nella notte di San Lorenzo. Sono invece bastati solo 100 secondi a due giovani cantanti calabresi, Giuseppe Costanzo e Antonio Callà, rispettivamente di Siderno e Mammola, per brillare di luce propria alle audizioni della trasmissione televisiva “Italia’s Got Talent”. Particolare è il nome d’arte scelto dai due rapper reggini- Shark e Groove-, termini che si fondono e ben riassumono lo scenario che si vive in questa terra martoriata. Lo shark, infatti, è lo squalo- travestito da ‘ndrangheta, malaffare, oppressione continua- capace di azzannare il progresso e l’emancipazione della Calabria; il groove è il ritmo lento, apatico, insolente che deriva dalla deturpazione dell’anima calabrese. Attraverso la loro musica, Giuseppe e Antonio hanno voluto simboleggiare un altro mondo da percepire, da vivere: shark, nella loro ottica, rimanda al mare, alla libertà, alla necessità di “nuotare” lontano dalle angherie di questo pezzo di Calabria. Solo così si potrà dare il ritmo giusto alle “corde scordate” del territorio. La loro performance è riuscita a conquistare la platea e la giuria del famoso talent. Dai racconti dei due giovani si è potuto evincere come il loro percorso di crescita- umano ed artistico – sia stato influenzato dalla chiusura mentale verso la diversità, verso quelle barriere fisiche e morali che si tramutano inevitabilmente nella logica del potere, nella logica del più forte. Lo show offerto da “Shark e Groove” ha subito creato divisioni nella politica e nell’opinione pubblica calabrese. Duro il comunicato di Massimo Ripepi, consigliere reggino di Forza Italia, e promotore della mozione per la tutela della famiglia naturale approvata dal Consiglio Comunale di Reggio Calabria: “L’abbraccio fraterno tra i due ragazzi cozza contro i valori del Cristianesimo. In ambito musicale, invece, ascolto solo due tipologie di canzoni: “Falcomatà” di Gianluca Grignani e “Gender come noi” di Ivana Spagna”. Peccato che proprio in Spagna non vi siano restrizioni in materia di unioni civili. L’ingombrante presenza di Frank Matano, giudice del programma nonché uno degli autori dello scherzo “papale” fatto ai danni di Paolo Brosio, ha mandato su tutte le furie la mistica Teresa Scopelliti, che parla con la Madonna ogni 13 del mese. La donna, preoccupata che Matano possa far intercedere la Madonna con l’ex inviato di Emilio Fede, ha voluto tranquillizzare Papa Francesco con un messaggio inviato nella posta privata di Facebook: “Santo Padre, ha pienamente ragione: la Vergine Maria non lavora alla posta. Sto ancora aspettando la ricevuta della raccomandata di ritorno”. L’unica consolazione è il “like” del Signor Anania di Catanzaro nella pagina del social network di Zuckerberg. La digressione dissacrante non deve però distogliere l’attenzione dal progetto canoro dei cantanti reggini. Il loro obiettivo finale, utopico, ma carico di speranza, è il seguente: “Cambiare il mondo con la musica”. E la prospettiva del cambiamento dev’essere solo una: la Calabria. E’ necessario infatti provare ad invertire la rotta, abituarsi alle differenze, lottare per il bene comune perché “il mondo gira ma noi calabresi vogliamo mantenere la speranza di fissarlo da qui, dalle nostre radici”. Fabrizio De Andrè, compianto cantautore italiano, fonte d’ispirazione per “Shark e Groove”, nella canzone “Amico Fragile” ipotizzava come fosse bello l’inizio di una chitarra proprio mentre finiscono le nostre mani. Il nostro comune “Amico fragile”, la nostra Terra, la Calabria deve imbracciare una chitarra e produrre un suono magico, delle note di rivalsa e riscatto. Il mondo deve ritornare ad essere speranza per gli uomini.