La Cassazione ha fermato il referendum sulla buona scuola a causa di un insufficiente numero di firme valide su un campo di 552.000 sottoscrizioni.
E’ una sconfitta pesante. Se la raccolta di firme fosse partita tempestivamente subito dopo lo straordinario sciopero di maggio 2015 le cose sarebbero andate molto diversamente e il movimento sarebbe cresciuto su ogni terreno.
Gravi sono le responsabilità dei sindacati apertamente filogovernativi e pesanti sono quelle della maggioranza della FLC che, per tutto il complesso della sua ambiguità, ha determinato questo stallo rivelatosi poi fatale e in seguito ha condizionato pesantemente la campagna di raccolta firme impedendo che si sviluppasse con un attivo e pieno coinvolgimento di tutte le energie disponibili.
Ora si tratta di ripartire da condizioni più difficili e complesse a causa del consolidamento delle nuove norme e di un clima di sfiducia dei lavoratori sempre più vessati e intimiditi dalla scuola renziana.
Oggi un elemento di inversione di tendenza è rappresentato dall’esplicita vittoria del NO al referendum sulla controriforma della costituzione.
Ma è chiaro che le cose devono cambiare anche nel sindacato, e la direzione burocratica responsabile di questa Caporetto è chiamata a farsi carico anche del bilancio politico e delle sue inevitabili conseguenze. Una discussione democratica, aperta e sincera, e più che mai necessaria per rilanciare la FLC-CGIL.

Area Cgil “Il Sindacato è un’altra cosa” di Reggio Calabria