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Bollette dell’acqua, le sentenze spettano ai giudici

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Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione nazionale consumatori Calabria, denuncia: “A Reggio si continuano a chiedere importi spropositati sia in relazione alla qualità dell’acqua erogata, sia adottando criteri presuntivi illegittimi che non tengono conto assolutamente dell’effettivo consumo della stessa”

Bollette dell’acqua, le sentenze spettano ai giudici

Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione nazionale consumatori Calabria, denuncia: “A Reggio si continuano a chiedere importi spropositati sia in relazione alla qualità dell’acqua erogata, sia adottando criteri presuntivi illegittimi che non tengono conto assolutamente dell’effettivo consumo della stessa”

 

 

Un antico proverbio recita: “non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”, ed è proprio ciò che sta avvenendo in questi giorni in città, in merito alle bollette/fatture recapitate ai cittadini, sostiene l’Avv. Saverio Cuoco presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, si continuano infatti a chiedere importi spropositati sia in relazione alla qualità dell’acqua erogata, sia adottando nella stragrande maggioranza dei casi, criteri presuntivi illegittimi che non tengono conto assolutamente dell’effettivo consumo della stessa.
A tale riguardo, non è dato sapere, al di fuori di alcune zone ben individuate di Archi, Catona e Pellaro, dove vigono le ordinanze di non potabilità dell’acqua, i valori accertati nelle altre zone e vie del comprensorio Reggino, poiché non solo non è stata mantenuta la promessa della terna Commissariale, pur esternata in presenza di diversi rappresentanti della associazioni dei consumatori, di prorogare il precedente dimezzamento del canone idrico approvato qualche anno addietro e per diverse strade della città, ma soprattutto conoscere, che tipo di liquido i consumatori reggini sono costretti a bere, o a utilizzare per le proprie esigenze personali.
L’Unione Nazionale Consumatori Calabria e l’Adiconsum, hanno chiesto ufficialmente alla terna Commissariale del Comune (pur nella convinzione di non ottenere risposta alcuna), di conoscere, in conformità a quanto dispone il regolamento sul servizio idrico integrato recentemente approvato, quante letture periodiche dei contatori, avrebbe effettuato il Comune di Reggio Calabria attraverso i propri letturisti, nel periodo di riferimento delle fatture recapitate, e se gli importi richiesti siano stati rapportati a tali accertamenti o nei casi in cui è stata eseguita, all’autolettura inviata dai cittadini.
C’è da segnalare inoltre che, con tali fatture, vengono richiesti anche i canoni relativi al servizio di depurazione acque reflue, anche se tutto ciò non si concilia con i divieti di balneazione emanati per larga parte del litorale Reggino.
Per quanto riguarda la sentenza emessa dal Giudice di Pace di Reggio Calabria su ricorso dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria e relativa alla dichiarata illegittimità del pagamento di integrazione tariffaria del canone acqua riferito all’anno 2012, sulla quale i Commissari accamperebbero varie riserve in merito, vorremmo ricordare agli stessi che le sentenze spettano ai Giudici emanarle e che le difese vengono istituzionalmente rappresentate nelle aule Giudiziarie, né ci sembra che il Comune goda di qualche prerogativa che lo sottragga a tale regola e fintanto che non sopraggiungano nuovi e difformi provvedimenti ad opera dei Giudici di Appello, esse sono pienamente efficaci e conservano piena validità.
Infine è assolutamente ripugnante giustificare l’impennata delle tariffe del servizio idrico, con la grave situazione del bilancio di Palazzo San Giorgio, come se il bilancio familiare non contasse nulla e a tale proposito si invoca per l’ennesima volta l’applicazione della ‘tariffa sociale’ in vigore dal 1° gennaio 2014 con il nuovo Metodo Tariffario Idrico introdotto dall’Autorità per l’energia che garantisce ai soggetti economicamente disagiati, una fornitura gratuita per soddisfare i bisogni fondamentali, così come è prevista la progressività tariffaria per le famiglie numerose e ulteriori interventi per favorire l’accesso all’acqua.
La normativa richiamata, prevede inoltre anche interventi per la morosità nel servizio idrico, garantendo un livello minimo di fornitura di acqua anche alle utenze non in regola con i pagamenti”.
Pertanto chiediamo, in virtù di quanto rappresentato, per le famiglie con redditi minimi e per i soggetti economicamente disagiati, che venga applicata tale “tariffa sociale” così come prevista dalla normativa nazionale, ovvero gratuità della fornitura e non le mere agevolazioni tariffarie elencate nel regolamento comunale, del tutto irrisorie.