Bilardi: “Rivedere la normativa inerente lo scioglimento degli enti locali”
Lug 09, 2013 - redazione
Secondo il senatore di Grande Sud bisogna “rendere la norma uno strumento non di sostituzione prefettizia dei poteri amministrativi bensì un metodo a tutela del territorio e finalizzato alla partecipazione dei cittadini alle scelte locali attraverso l’esercizio dei ruoli di elettori ma anche di potenziali eletti”
Bilardi: “Rivedere la normativa inerente lo scioglimento degli enti locali”
Secondo il senatore di Grande Sud bisogna “rendere la norma uno strumento non di sostituzione prefettizia dei poteri amministrativi bensì un metodo a tutela del territorio e finalizzato alla partecipazione dei cittadini alle scelte locali attraverso l’esercizio dei ruoli di elettori ma anche di potenziali eletti”
CATANZARO – ”La normativa inerente lo scioglimento degli enti locali, che ha le sue origini nel 1990 col famoso decreto Taurianova e che oggi si rinnova con l’azzeramento, di pochi giorni addietro, dello stesso comune calabrese, va necessariamente modificata e resa meno permeabile alle volontà della politica e degli esecutivi temporali; va regolamentata e ‘stemperata’ dalle prerogative della commissione parlamentare antimafia che, è bene ricordarlo, è costituita su maggioranze e minoranze politico parlamentari”. Lo afferma il senatore di “Grande Sud”, Giovanni Bilardi. “E’ necessario interrogarsi e confrontarsi – prosegue – sulla necessità di rivedere e rigenerare la normativa sullo scioglimento degli enti locali, rendendo la stessa uno strumento non di sostituzione prefettizia dei poteri amministrativi bensì un metodo a tutela del territorio e finalizzato alla partecipazione dei cittadini alle scelte locali attraverso l’esercizio dei ruoli di elettori ma anche di potenziali eletti, in una visione riqualificante della classe politica locale. E ciò in una visione ed in una prospettiva che siano ‘oltre e contro’ ogni procedimento discriminatorio e criminalizzante del territorio. “Grande Sud – conclude Giovanni Bilardi – intende interrogarsi in Parlamento, nelle piazze, coi cittadini e gli amministratori sulla ineluttabile revisione della normativa in indirizzo, evidenziando con forza che al di là dello spirito di ‘prevenzione sociale’ va garantita ai cittadini l’assenza di scelte pregiudizievoli. Nell’iter commissariale va instaurato un limpido rapporto fiduciario tra l’organo sostitutivo ed i cittadini, in quanto è sempre devoluto ai cittadini la partecipazione allo sviluppo democratico e socio-economico del territorio. Altresì gli organi sostitutivi non devono esimersi dal controllo della politica locale e devono trovare nelle prefetture la verifica costante dell’attività amministrativa”.