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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Bilancio 2012,Giordano(Idv):non bastano più le parole e le buone intenzioni, servono atti concreti che sino ad ora non si sono visti

Bilancio 2012,Giordano(Idv):non bastano più le parole e le buone intenzioni, servono atti concreti che sino ad ora non si sono visti

Durissima critica del consigliere regionale all’esecutivo guidato da scopelliti

Bilancio 2012,Giordano(Idv):non bastano più le parole e le buone intenzioni, servono atti concreti che sino ad ora non si sono visti

Durissima critica del consigliere regionale all’esecutivo guidato da scopelliti

 

 

 

REGGIO CALABRIA – La posizione del nostro gruppo è nettamente contraria al documento di bilancio presentato dalla giunta regionale e non per un atteggiamento pregiudiziale, ma, al contrario, perché riteniamo che a fronte di uno scenario socio economico che potremmo definire devastante, gli interventi prospettati appaiono insufficienti e generici. Cosa  sia stato fatto in questo ultimo anno per incidere in maniera sostanziale sulla spesa? Quel poco che si è fatto, ma sempre insufficiente, è stato quello di dare esecuzione ai tagli previsti dalle finanziarie varate dal governo nazionale perché costretti, mentre al contrario nulla si è fatto per intaccare nella presente legislatura i meccanismi della spesa. Il nostro giudizio è completamente negativo atteso che manca una visione strategica degli interventi che dovrebbero determinare una finanza regionale che da un lato tuteli le fasce più deboli della popolazione, dall’altro individui i punti di spreco da eliminare. Una lettura attenta delle voci di spesa ci consegnano una regione in grave stato di sofferenza ma senza, da parte del governo regionale, individuare concretamente le riforme strutturali che rappresentano un passaggio ineludibile se si vorrà evitare il rischio default. Non bastano più le parole e le buone intenzioni, servono atti concreti che sino ad ora non si sono visti e che lo stesso bilancio ora in esame non individua.Assistiamo ancora una volta ad un aumento dei tributi o all’imposizione di nuovi (fortunatamente per i vincoli posti a livello nazionali non possono essere aumentati ulteriormente alcuni tributi )senza che ci si renda conto che un aumento progressivo e illimitato porterà la società calabrese, già in crisi per altri fattori concorrenti, in una condizione di collasso economico. Tale valutazione nasce,prima di tutto, da una mancata sforbiciata alle spese superflue, dove si poteva fare di più e non è stato fatto , poi con attribuzione di risorse in aumento per capitoli di spesa non strategici ( il turismo che usufruisce dei fondi comunitari, aumento dei contributi a enti inefficienti e inutili come i vari consorzi o enti strumentali della regione)mentre alcuni settori vengono completamente massacrati quali le politiche sociali, le norme per il diritto allo studio, il trasporto pubblico locale, i trasferimenti agli enti localiper servizi essenziali ecc.) Si ha difficoltà a giudicare un documento finanziario di questo tipo, perché definirlo di destra sarebbe una offesa alla destra liberale che i conti li sa fare ( vi invito a riflettere proprio sulla nota dei sindacati confederali calabresi trasmessa a questa commissione).In questo contesto noi di Italia dei valori, a saldi invariati, abbiamo ritenuto di fare una scelta di fondo che caratterizza la nostra azione politica ovvero tutelare le fasce deboli della popolazione calabrese prevedendo una integrazione di somme a favore delle classi disagiate, tagli in capitoli non strategici e comunque non prioritari in questo momento di grave difficoltà economica. Vorremmo dire all’onorevole Mancini che la sfida da lui lanciata all’ultimo consiglio regionale l’abbiamo colta e cioè abbiamo evitato il cosiddetto assalto alla diligenza, comportamento ad onor del vero adottato anche l’anno passato, e in tal senso i nostri emendamenti non aumentano di un euro la spesa complessiva prevista e si limitano a ridistribuire secondo i criteri di equità le risorse regionali. Ciò non toglie che il documento finanziario mostra i limiti sopra evidenziati e pertanto non può non avere il nostro voto contrario. A questo punto vi chiediamo di rispondere ai calabresi quando su una proposta di impinguare i fondi sulle politiche sociali e sulla non autosufficienza sapranno che gli emendamenti sono stati respinti perché bisogna garantire i fondi per il turismo gestiti direttamente dal governatore, o dire alle famiglie delle vittime del lavoro di accontentarsi delle  briciole, o sostenere impunemente che i fondi per le gravi tipologie vengono tagliate,mentre nel contempo si garantiscono   risorse inutili a enti perché gestiti da soggetti vicini al governo regionale e utilizzati per mantenere carrozzoni. Manca in concreto, nel documento una visione operativa fattuale  strategica di quello che si vorrà fare perché non basta  indicare la necessità di rivedere gli   enti strumentali quando a distanza di un anno e mezzo ce li ritroviamo ancora sempre più famelici e inutili, non basta dire che bisogna tagliare i costi della politica e degli apparati istituzionali quando pletore di personale esterno viene inserito senza alcuna valorizzazione del personale interno, non basta dire che è necessario operare dismissioni di partecipazione societarie quando addirittura si creano nuove società in house inutili di cui l’ultima riguardante i siti archeologici o, come quella prevista dal collegato, della fondazione calabresi nel mondo.E ancora quali provvedimenti sono stati attuati in relazione alla legge 22/2010 sulle misure di razionalizzazione  e riordino della spesa pubblica regionale? Mi riferisco in particolare agli artt. 5( il piano di dismissione e soppressione di comitati enti, fondazioni, e organismi vai le cui funzioni possono essere attribuiti direttamente alle strutture dipartimentali),6,8 (verifica delle leggi regionali di spesa da attuarsi entro il 30 settembre 2010 attraverso dei report)9 ( norme di contenimento della spesa per gli enti sub regionali, articoli di stampa riportano che in alcuni casi le indennità sono aumentate). Sostenere alcune priorità, senza individuare i percorsi virtuosi per raggiungerle significa fare proclami che a cadenza annuale ci ritroveremo nel documento di programmazione economica e negli altri provvedimenti finanziari, preferendo agire semplicemente con tagli lineari e dimenticandoci che il baratro, come paventato dal documento finanziario, si avvicina sempre più.