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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Batteriosi dell’Actinidia: l’attenzione rimane alta anche per l’annata 2013

Batteriosi dell’Actinidia: l’attenzione rimane alta anche per l’annata 2013

La malattia del kiwi al centro dell’incontro organizzato da Confagricoltura Reggio Calabria per fare il punto sullo sviluppo dell’importante coltura nella Piana di Gioia Tauro – Rosarno

Batteriosi dell’Actinidia: l’attenzione rimane alta anche per l’annata 2013

La malattia del kiwi al centro dell’incontro organizzato da Confagricoltura Reggio Calabria per fare il punto sullo sviluppo dell’importante coltura nella Piana di Gioia Tauro – Rosarno

 

 

“In Calabria, ma soprattutto nella Piana di Gioia Tauro, dove si trova concentrata la coltivazione dell’actinidia, le superfici e le produzioni di Kiwi registrano una ulteriore crescita rispetto al 2011; anno in cui si stimavano circa 2.500 ettari con una produzione intorno ai 750 mila quintali. I recenti impianti, in gran parte ancora improduttivi, riguardano nuove cultivar di A. chinensis con frutti a polpa gialla e di A. deliciosa con frutti a polpa verde. Le produzioni di kiwi Calabrese, ottenute da piante sane, certificate, nonché dalle peculiari caratteristiche del territorio, ha reso la realtà produttiva dell’actnidia pressoché unica consentendo di ottenere un prodotto con eccellenti qualità organolettiche, che il mercato riconosce. Di tutto questo va dato merito agli agricoltori che coltivano con tanta passione e cura i loro actinidieti ed ai vivaisti che offrono al mercato piante sane allevate sul territorio dove la batteriosi allo stato attuale è sotto controllo”. Questa, in sintesi, l’analisi fatta dai tecnici (Dott. Agronomo Rosario De Leo – Divulgatore ARSSA Calabria, Dott. Agronomo Luigi Scolaro di Confagricoltura, Dott. Agronomo Santino Luppino – Presidente dell’Associazione PROTOS) nel corso di un incontro organizzato da Confagricoltura Reggio Calabria per fare il punto sullo sviluppo dell’importante coltura nella Piana di Gioia Tauro – Rosarno. Occasione utile, in particolare, anche per analizzare l’aspetto fitosanitario degli impianti di actinidia. Alla luce di quanto evidenziato dai tecnici – precisa il Presidente di Confagricoltura Reggio Calabria – Antonino Lupini – sarà indispensabile anche per questa campagna agraria effettuare il monitoraggio costante della batteriosi (PSA), al fine di identificare eventuali aree colpite dal cancro, isolarle e meglio proteggere le aree e le coltivazioni indenni. Dal punto di vista tecnico – agronomico attualmente le piante sono ancora in riposo vegetativo, pertanto è fondamentale iniziare già da subito con misure di difesa preventive, particolarmente valide per le realtà regionali come la Calabria dove la malattia è abbastanza contenuta. Nel corso dell’incontro i tecnici hanno sottolineato che le misure più importanti da attuare sono l’uso di piante sane, possibilmente prodotte in aree esenti dalla malattia o dove la batteriosi sia sotto stretto controllo, oltre che accertarsi sempre che le piante siano accompagnate dal passaporto e dal documento di commercializzazione (ai sensi del D.M. 14.4.98); effettuare un monitoraggio costante delle piante negli actinidieti e nei vivai al fine di individuare tempestivamente i primi focolai d’infezione avvertendo il Servizio Fitosanitario Regionale che provvederà agli accertamenti del caso; limitare le concimazioni azotate primaverili; effettuare irrigazioni equilibrate; disinfettare gli attrezzi che vengono utilizzati per la potatura con la candeggina; durante la potatura verde possono essere utilizzati prodotti igienizzanti per ridurre la quantità d’inoculo infettante. Inoltre, nel caso di malattia accertata provvedere all’immediata estirpazione della pianta e alla distruzione con il fuoco delle piante infette, fino al completo incenerimento rispettando le norme vigenti in materia, disinfettando la buca con prodotti rameici e calce. Nel caso di piante sospette procedere con la capitozzatura, realizzabile solo se si riesce ad asportare in via prudenziale una porzione di fusto sano di almeno 70 cm. Per quanto attiene i trattamenti con prodotti chimici si consiglia di effettuarli con formulati a base di rame. Questi trattamenti – sottolineano i tecnici agronomi – possono solo contenere la malattia ma non sono risolutivi, vanno effettuati allo scopo preventivo, subito dopo la raccolta, a caduta foglie e dopo la potatura invernale. Dopo questa fase, dalla ripresa vegetativa in poi, il consiglio ai produttori è quello di intervenire solo quando sussistono le effettive condizioni di rischio di infezione (grandinate, gelate tardive, forti venti ecc.), al fine di ridurre il livello di inoculo. Negli interventi con prodotti rameici è importante controllare sempre l’etichetta circa il possibile utilizzo contro la batteriosi su actinidia, cercando di privilegiare i formulati che consentono un basso dosaggio di rame.