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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Badolato, concluso processo su morte Franco Nisticò Condannata a due anni di reclusione, condizionalmente sospesa, Gaetana Morace, riconosciuta colpevole dei reati di omicidio colposo e di rifiuto di atti d’ufficio

Badolato, concluso processo su morte Franco Nisticò Condannata a due anni di reclusione, condizionalmente sospesa, Gaetana Morace, riconosciuta colpevole dei reati di omicidio colposo e di rifiuto di atti d’ufficio
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Si è concluso ieri, dopo la requisitoria del Pm e le discussioni, il processo, durato quasi cinque anni, sulla morte di Franco Nisticò, colpito da arresto cardiaco, nel Dicembre del 2009, durante un intervento sul palco della manifestazione nazionale “No Ponte”. Il Tribunale di Reggio Calabria (collegio giudicante composto dal presidente Natina Pratticò e dai Giudici a latere Mattia Fiorentini e Giorgia Castriota) ha condannato alla pena di 2 anni di reclusione, condizionalmente sospesa, la dottoressa Gaetana Morace, riconosciuta colpevole dei reati di omicidio colposo e di rifiuto di atti d’ufficio.

Alla donna è stata comminata, inoltre, la pena accessoria dell’interdizione temporanea della professione per la stessa durata della pena principale e la condanna al risarcimento del danno subito da tutte le parti civili.

Il giudice ha dunque confermato l’impianto accusatorio avanzato e sostenuto dal Pubblico Ministero Sara Amerio che aveva richiesto per l’imputata una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. La dottoressa Morace – che al momento del malore del Nisticò si trovava, a bordo dell’ambulanza “Riva 4”, di tipo A (l’unica dotata di defibrillatore), a circa tre chilometri di distanza, in Viale Italia, nei pressi della stazione ferroviaria di Villa San Giovanni – era accusata, per come è dato leggersi in imputazione, di aver cagionato il decesso dello stesso, per colpa dovuta a negligenza.

La dottoressa era stata sollecitata ad intervenire urgentemente con l’ambulanza, in località Cannitello, presso piazza Chiesa, dove Franco Nisticò accusò il dolore, ma si rifiutò di prendere disposizioni dal Comandante della Polizia locale, giustificandosi con la necessità di intervento del 118 di Scilla, evitando di praticare all’uomo l’unica manovra rianimatoria efficace per consentire la ripresa dell’attività cardiaca.

Finalmente si è arrivati alla verità ed è stata fatta giustizia per Franco Nisticò.