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Aurelio Chizzoniti presenta un’istanza su Villa Betania di Reggio Calabria

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Il provvedimento è diretta conseguenza dell’esposto presentato lo scorso 17 Aprile

Aurelio Chizzoniti presenta un’istanza su Villa Betania di Reggio Calabria

Il provvedimento è diretta conseguenza dell’esposto presentato lo scorso 17 Aprile

 

Dopo l’esposto del 17 aprile relativo alla gestione dell’Associazione di Servizi psicopedagogici Villa Betania di Reggio Calabria, il presidente della Commissione speciale di Vigilanza del Consiglio regionale, Aurelio Chizzoniti, ha redatto un’istanza “in relazione a qualsivoglia ipotesi penalmente rilevante nella specie ravvisabile”.
L’istanza è stata inviata al dott. Federico Cafiero De Raho, procuratore capo della Repubblica presso Tribunale di Reggio Calabria; al dott. Paolo Pennesi, direttore generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; al dott. Giuseppe Patania, direttore regionale e provinciale dell’Ufficio del Lavoro di Reggio Calabria; al dott. Bruno Calvetta, dirigente generale; al dott. Vincenzo Caserta, dirigente di settore del Dipartimento 10 della Regione Calabria – Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato; al dott. Franco Sarica – direttore generale ASP 5 di Reggio Calabria.
Il presidente Chizzoniti chiede l’estensione della già richiesta attività istruttoria alle seguenti circostanze:
1. Rapporti intercorrenti fra Villa Betania e la concorrente Casa Serena che ha recentemente assunto la signora Simona Facciola nuora della dottoressa Lazzaro – presidente in carica di Villa Betania – la cui ex presidente oggi presiede Casa Serena pur continuando a far parte fino poco tempo addietro del Cda di Villa Betania con la carica di vicepresidente;
2. Verificare:
a) se il ricorso alle consulenze esterne in realtà mascherano rapporti di lavoro subordinati con conseguente omesso versamento dei Tfr, oneri previdenziali e quindi pregiudicando seriamente il diritto pensionistico in ordine alle cui circostanze appare doverosa una maggiore attenzione degli ispettori del lavoro rispetto alle distrazioni registrate nel corso della visita ispettiva del maggio 2012, analizzando scrupolosamente anche i Cud emessi, perché si sussurra che possano non corrispondere alla realtà dei numeri ivi compendiata;
b) la riduzione degli orari di lavoro del servizio segreteria con trasformazione dei contratti da full-time a part –time, in stridente violazione della legge regionale 24/08 che dovrebbe stimolare l’attenzione della Regione Calabria e dell’Asp n. 5 anche al fine di garantire il rispetto della convenzione sottoscritta e quindi dei provvedimenti autorizzativi con riferimento alla quantificazione degli accreditamenti;
c) se nel recente passato i componenti del Cda di Villa Betania siano stati anche membri dell’Assemblea dei soci (organo di controllo) per cui gli stessi hanno sfacciatamente esercitato le funzioni di controllori e controllati;
d) i motivi per i quali nell’aprile 2013 l’Associazione, pur non essendo tenuta in quanto tale, ha comunicato alla Camera di commercio “l’inizio dell’attività economica” la cui richiesta non è stata accolta poiché Villa Betania non dispone di partita IVA ed inoltre non ha trasmesso copia dello statuto, ancorché richiesti da oltre un anno, seguendo lo stesso viatico di “Casa Serena”;
e) se il dott. Gregorio Gangemi, del distretto notarile reggino, già socio e amministratore di Villa Betania si oppose all’approvazione del bilancio consuntivo 2009/2010 (l’ultimo?) facendo presente che lo stesso indicava, tra le attività, anche il valore del fabbricato che , sorgendo su un terreno intestato a terzi, non poteva e non doveva essere ritenuto di proprietà dell’Associazione e valutato, circa tre –quattro anni addietro, quasi un milione e mezzo di euro;
f) se il predetto immobile costruito da una nobile famiglia reggina sorge su suolo concesso in donazione dal Comune di Reggio Calabria con delibera consiliare n. 121 del 25 luglio 1955, integrata da quelle nn. 85 del 23 gennaio 1956 e 309 del 1 febbraio 1960, appurando altresì se Villa Betania ha rispettato la condizione posta dal Consiglio comunale di Reggio Calabria che deliberò la prefata donazione subordinandola alla realizzazione di un “asilo infantile con annesse opere assistenziali”;
g) la voragine debitoria (come, quando e perché si è formata?) letteralmente “scoppiata” a cavallo degli anni 2007/2008 con la notifica quasi settimanale di cartelle esattoriali per omessi versamenti di contributi previdenziali, Irpef ecc…, esaminando, altresì, il ruolo del mobizzato direttore amministrativo pro-tempore Signor Mario Bruzzese, impossibilitato ad esercitare tali funzioni perché la contabilità e l’amministrazione venivano gestite direttamente attraverso il computer di casa dalla tesoriera Signora Eugenia D’Africa Bascia puntualmente acquisita via Cif alla causa di Villa Betania. Il direttore amministrativo non esitò ad informare l’erede della famiglia che mise a disposizione della stessa il fabbricato ove ancora opera il centro inciampando, ex post, in una sistematica delegittimazione estesa anche al suocero del predetto dirigente (avv. Gaetano Rizzo), la cui mamma risulta essere cofondatrice del centro ma, ciò nonostante, messo alla porta;
h) la ratio della duplicazione del ruolo di direttore sanitario, dei rapporti con il Cif, quantificazione del buco in bilancio, il perché della carenza della partita IVA (esattamente come Casa Serena) e del depotenziamento dell’assistenza non soltanto “contra ius” ma a dir poco immorale ed ingannevole con innegabile danno sicuramente causato alla salute dei piccoli utenti incolpevoli vittime;
i) le ragioni dei diversi licenziamenti compensati da assunzioni sospette in una situazione di dissesto finanziario scandita:
1. da diversi stipendi ed altro non corrisposti;
2. dall’ eloquente assunzione della Signora Maria Nucera moglie di un dipendente della struttura Santo Suraci “agguerrito” sindacalista, meglio noto quale dispensatore di posti nelle vesti di presidente della famigerata cooperativa “Alicante”; strumento di corruzione elettorale della ” Rappoccio corporation” che ha realizzato oltre 20 mila euro sulla pelle dei disperati della disoccupazione;
3. dalla fraudolenta gestione del seminterrato;
4. dall’utilizzazione di una neuropsichiatra infantile anche nel ruolo di direttore sanitario sine titulo, perché non in possesso dei requisiti soggettivi di cui all’art. 7, c. 2 della legge regionale n. 24 del 18 luglio 2008. La stessa, però, ciò nonostante firma ordini di servizio quali quello affisso in bacheca nella mattinata del 6 maggio 2014 raccomandando al personale di indossare la divisa avendo, evidentemente, “annusato” odore di ispezioni;
m) i prospetti di contabilità relativi ai primi mesi dell’anno in corso perché risulterebbero firmati soltanto dalla Presidente e non anche dal direttore sanitario che però firma ordini di servizio; per cui , di fatto, la dottoressa Lazzaro si è arrogata la funzione attribuita al direttore sanitario in ordine alla certificazione dell’avvenuta prestazione e la qualità delle stesse; mentre si impone una doverosa verifica della posizione della dottoressa Antonella Accettola da tempo neuropsichiatria infantile del Centro, per capire se alle 38 ore settimanali come medico specialista ne aggiunga altre 31 ore nella qualità di direttore Sanitario. Ovvero per un totale di 69 ore settimanali, praticamente giorno e notte, è nel doppio ruolo di direttore sanitario e medico con inconfutabile esercizio del doppio ruolo di controllore e controllata;
n) se l’edificio nelle sue parti strutturali ubbidisce ai requisiti richiesti dal decreto legislativo n. 81/2008 anche in ordine alla sicurezza della scala antincendio, al regolare funzionamento della climatizzazione, alla documentazione aggiornata relativa alla valutazione dei rischi.
Il presidente Chizzoniti, infine, “insistendo per l’espletamento della già dedotta attività istruttoria con l’esposto n. 224 del 17 aprile” e segnalando “altresì l’opportunità di escutere sui punti che precedono: il dott. Gregorio Gangemi – notaio in Reggio Calabria; l’avv. Gaetano Rizzo – del Foro di Reggio Calabria; il signor Mario Bruzzese – già direttore amministrativo di Villa Betania; il dott. Giuseppe Gentile – ex direttore sanitario dell’Associazione; la Signora Carmela Fava – in servizio presso la Segreteria di Villa Betania , depositaria di documenti e notizie riservate che, attraverso il signor Antonino Siclari componente lo staff di questa Presidenza, ha più volte manifestato l’orientamento a collaborare con la Giustizia; chiede che sia disposto “l’urgente sequestro di tutta la documentazione di riferimento. Ciò perché – spiega ancora Chizzoniti – potrebbe andare distrutta e comunque astutamente sottratta alle superiori valutazioni degli organi inquirenti”.