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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Ateneocontroverso Unical: “Gli studenti non hanno avuto accesso all’auditorium”

Ateneocontroverso Unical: “Gli studenti non hanno avuto accesso all’auditorium”

Le studentesse e gli studenti del collettivo universitario Ateneo Controverso, questa mattina hanno inscenato una protesta riguardo la giornata di inaugurazione del 40° anno accademico dell’Università della Calabria. Iniziativa che ha visto come protagonista Roberto Benigni, cui è stata conferita una laurea honoris causa

Ateneocontroverso Unical: “Gli studenti non hanno avuto accesso all’auditorium”

Le studentesse e gli studenti del collettivo universitario Ateneo Controverso, questa mattina hanno inscenato una protesta riguardo la giornata di inaugurazione del 40° anno accademico dell’Università della Calabria. Iniziativa che ha visto come protagonista Roberto Benigni, cui è stata conferita una laurea honoris causa

 

 

COSENZA – Le studentesse e gli studenti del collettivo universitario Ateneo Controverso, questa mattina hanno inscenato una protesta riguardo la giornata di inaugurazione del 40° anno accademico dell’Università della Calabria. Iniziativa che ha visto come protagonista Roberto Benigni, cui è stata conferita una laurea honoris causa.

Con la protesta di questa mattina si è voluto criticare il metodo di gestione dell’evento e l’inaugurazione in sé. Il metodo di selezione per partecipare all’evento è stato infatti un fantastico esempio di darwinismo sociale in cui il più svelto “democraticamente” si è guadagnato un posto per vedere in streaming l’evento mentre l’auditorium è stato riservato alle personalità istituzionali della nostra “bella terra”. Per quanto riguarda l’inaugurazione, pensiamo che il prestigio dell’università non si misuri in base ad un evento con un “grande” ospite ma dal grande ruolo e compito che questa dovrebbe svolgere all’interno di una società e di una terra martoriata da tanti mali. Cosa che, al contrario di quanto detto nell’intervento introduttivo delle celebrazioni per il nuovo a.a., del Magnifico Rettore Latorre, l’Università della Calabria non svolge ormai da tempo. E lo dimostrano una didattica dequalificata, un minor numero di borse di studio, servizi sempre meno efficienti a fronte di un aumento indiscriminato delle rette.

Giunti davanti il nuovo Auditorium universitario, abbiamo calato uno striscione (recante il titolo della lettera aperta in allegato) e discusso, con gli studenti già presenti, dei problemi che gravano sul sistema dell’università pubblica, nel caso specifico dell’Università della Calabria. È stata improvvisata, in fine, una lecture en plein air del 5° canto dell’inferno sempre ad opera del nostro collettivo.

Si consiglia di prendere visione dell’allegato.

Con preghiera di diffusione.

 

 

Cari colleghe/i,

Siete pronti alla diretta streaming di oggi? Come è noto, nel nuovo Auditorium Unical, ci prepariamo a fare il botto. Oggi l’Unical presenta “l’evento-vetrina” che inaugura l’apertura del 40° anno accademico, oppresso e aggravato da vecchi e nuovi problemi. Per questo grande evento, a porte chiuse, Latorre e Perrelli hanno pensato di alzare lo share dell’Università della Calabria invitando Roberto Benigni.

Da quando è stato inaugurato il nuovo gioiello dell’università, ancora tante cose restano oscure come ad esempio i 12 milioni di euro, spesi dall’università e l’affidamento della gestione delle attività teatrali a privati. La gestione di questi finanziamenti, che potevano servire per migliorare l’offerta  didattica e il diritto allo studio, ha nuovamente dato prova del fatto che all’università degli studenti non importa granché, dal momento che il costo di accesso agli spettacoli è superiore alle possibilità di qualsiasi studente iscritto.

Lo spettacolo di oggi è diverso, è gratuito, però noi studenti non possiamo entrare. Il metodo di selezione per partecipare all’evento è stato infatti un fantastico esempio di darwinismo sociale in cui il più svelto “democraticamente” si guadagna un posto per vedere in streaming l’evento mentre l’auditorium è riservato alle personalità istituzionali della nostra bella terra. E così, cari colleghi, come sempre l’inaugurazione del a.a. si presenta come una bella vetrina fatta dal Rettore per i mezzi d’informazione e per aumentare il prestigio apparente di un’Università che in realtà cade a pezzi.

La questione cari colleghi non è tanto se l’inaugurazione dell’anno accademico è fruibile a tutta la popolazione studentesca o meno, se lo show di Benigni lo vediamo dal vivo o in streaming.  Il prestigio dell’università non si misura in base ad un evento con un “grande” ospite ma dal grande ruolo e compito che questa dovrebbe svolgere all’interno di una società e di una terra martoriata da tanti mali. Bene se c’è qualcosa per cui fare il botto non è lo spettacolo di Benigni ma le continue vessazioni nei confronti di una popolazione studentesca che vede quotidianamente sottrarsi i propri diritti e vive la dequalificazione continua dei suoi percorsi formativi a tutti i livelli. E questo viene perpetrato attraverso  i tagli all’università, alle borse di studio, all’attività didattica e di ricerca. Non è possibile che ad oggi non esiste ancora un efficiente sistema che garantisca a tutti la possibilità di accedere ad un percorso formativo di grado superiore e di qualità.

Se ci dobbiamo indignare è perché questa università non è capace di garantire una vera didattica di qualità. Continuiamo a vivere la nostra formazione in un’università che non produce ricerca da  troppi anni, e che non è nemmeno capace di garantire aule studio, un buon servizio delle biblioteche a tutta la popolazione accademica perché troppo impegnata a difendere clientele e baronie. Un’università così strutturata non dequalifica solo la didattica, ma perde di vista l’obbiettivo di essere strumento di riscatto ed emancipazione sociale. Infatti l’università di oggi risponde pienamente ai canoni di un vero e proprio parcheggio sociale che ci prepara e ci insegna solo a vivere in una condizione di precarietà esistenziale oltre che lavorativa.  Speriamo che la laurea honoris causa possa servire a Benigni perché la nostra laurea ci servirà a poco in un mondo del lavoro e sociale troppo precario e chiuso. Non ci interessa partecipare alla festa,  ma ci sentiamo in dovere di lottare per un’università nuova che difenda il sapere come interesse sociale, luogo nel quale matura la coscienza critica di un popolo.