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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Arrestati gli aggressori della donna di Montebello Jonico

Arrestati gli aggressori della donna di Montebello Jonico

Si tratta di due fratelli di Roghudi, Santoro e Leone Pangallo. Il movente dell’aggressione potrebbe essere stato il tentativo della donna di rubare, alcuni giorni prima, una forma di formaggio dalla rivendita di frutta e verdura dei Pangallo

ORDINANZA DI ARRESTO INTEGRALE

Arrestati gli aggressori della donna di Montebello Jonico

Si tratta di due fratelli di Roghudi, Santoro e Leone Pangallo. Il movente dell’aggressione potrebbe essere stato il tentativo della donna di rubare, alcuni giorni prima, una forma di formaggio dalla rivendita di frutta e verdura dei Pangallo

 

Alle prime ore di oggi i militari della Stazione Carabinieri di Saline di Montebello Jonico e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Melito Porto Salvo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di PANGALLO Santoro 56enne e PANGALLO Leone 45enne, due fratelli di Roghudi, ritenuti gli autori di una violenta aggressione consumatasi a novembre 2010 in Roghudi “Nuovo” ai danni di una donna di Montebello Jonico. La vicenda ha inizio il 25 novembre scorso quando, nottetempo, militari della Compagnia CC di Melito Porto Salvo intervengono nella popolosa frazione “Caracciolino” di Montebello Jonico presso l’abitazione di una donna (la vittima del delitto, appunto) su richiesta della figlia di costei. Ciò che si para davanti ai Carabinieri è la figura di una donna devastata in viso da numerose ferite e in stato di shock. La complessità del quadro lesivo della vittima (che veniva trasportata d’urgenza presso l’ospedale di Melito Porto Salvo e da qui, a causa delle gravi condizioni in cui versava, trasferita presso il reparto di Neurochirurgia degli OO.RR. di Reggio Calabria ove giungeva in prognosi riservata), unita ai primi elementi investigativi acquisiti sull’autovettura della donna, che presentava nell’abitacolo numerose tracce ematiche e i segni, su entrambi i lati della carrozzeria, di sfregamenti ed urti, portavano ad escludere da subito l’accidentalità dell’evento, ipotesi inizialmente prospettata agli investigatori dalla stessa vittima, facendo propendere per la tesi che il grave atto fosse da ricondurre alla mano dell’uomo e non alla casualità di un incidente. I risultati investigativi, confortati nella ricostruzione degli eventi anche dalle dichiarazioni della vittima che, dopo essere stata reticente sulle circostanze dei fatti, giorni dopo confermava completamente quanto si andava accertando, consentiva di porre all’attenzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. TRIPODI (titolare del fascicolo procedimentale) una considerevole mole di circostanziate fonti di prova che, condivise completamente dal G.I.P. di Reggio Calabria, confluivano nella misura cautelare eseguita quest’oggi. Ma qual’è il movente di questo assurdo evento? Ciò che si ipotizza (e che sarà oggetto di ulteriore approfondimento investigativo) è che la causa scatenante dell’aggressione potrebbe essere stata il tentativo, posto in essere dalla donna, di sottrarre, dalla rivendita di frutta e verdura di PANGALLO Leone (sita a Roghudi “Nuovo”), una forma di formaggio, azione non andata a buon fine per l’intervento degli odierni indagati.

redazione@approdonews.it