Armi Siria, ieri a Gioia Tauro una nuova assemblea dei 33 sindaci della Piana
Gen 24, 2014 - redazione
I primi cittadini non si arrendono e indicono per sabato 1 febbraio una grande manifestazione unitaria di tutto il territorio della Piana
di MARIA TERESA BAGALA’
Armi Siria, ieri a Gioia Tauro una nuova assemblea dei 33 sindaci della Piana
I primi cittadini non si arrendono e indicono per sabato 1 febbraio una grande manifestazione unitaria di tutto il territorio della Piana
di Maria Teresa Bagalà
Si è tenuta ieri pomeriggio, presso l’aula consiliare Antonino Scopelliti di Gioia Turo, la seconda assemblea in pochi giorni di Città degli Ulivi, che è composta dai 33 sindaci della Piana. Un’assemblea molto tesa, dove non sono mancati momenti in cui i cittadini hanno fatto sentire tutta la loro rabbia e la loro contrarietà riguardo il trasbordo delle armi siriane nel porto.
I primi ad intervenire sono stati i sindaci di San Ferdinando e Gioia Tauro i quali hanno riferito quello che è successo martedì, quando si sono seduti al tavolo romano con Letta, i ministri e Scopelliti.
I due primi cittadini hanno detto di essersi fatti portavoce di quanto stabilito durante l’assemblea che si è tenuta lunedì a San Ferdinando, e di aver ribadito il loro No motivato all’operazione. Un no che tiene conto della tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Inoltre, è stato ribadito il fatto che nel territorio non esistono ospedali volti a fronteggiare un’eventuale emergenza, non esistono piani di evacuazione o per far fronte ad un attacco terroristico e, cosa altrettanto importante, la nostra è una terra ad alto rischio sismico. Inoltre si è fatto presente il fatto che la nostra popolazione ha sempre accettato tutte le decisioni del governo per l’interesse generale.
Nonostante tutte le perplessità avanzate, la Presidenza del Consiglio non è riuscita a tranquillizzare riguardo ai rischi che potrebbero esserci.
Subito dopo gli interventi di Madafferi e Bellofiore, altri sindaci sono hanno preso la parola. Essi si sono detti compiaciuti del fatto che forse per la prima volta tutti i primi cittadini della Piana siano uniti e fermi nel loro No al trasbordo delle armi chimiche siriane ed hanno avanzato le loro proposte sul da farsi per cercare di fermare questa operazione che, come loro stessi hanno affermato, ci è stata “calata dall’alto”. In particolare il sindaco di Cinquefrondi Cascarano, in un intenso e sentito intervento, ha proposto una grande manifestazione di tutti, per far vedere di cosa è capace la Piana di Gioia Tauro e per far riaccendere i riflettori sul nostro territorio. Egli ha inoltre sottolineato l’assenza degli onorevoli e senatori calabresi, i quali in realtà neanche conoscono i reali problemi del nostro territorio. Forte è stato pure l’intervento del sindaco di Polistena Tripodi, il quale si è detto preoccupato del fatto che se dovesse avvenire questo trasbordo avrebbe delle ripercussioni sul porto che cambierebbe il suo assetto, in quanto passerebbe da struttura di transhipment commerciale a quella di transhpment di armi di distruzione di massa. Perché se la prima operazione dovesse andar bene, altre analoghe seguirebbero.
Il sindaco Cannatà di Cittanova, invece, ha posto l’attenzione sul fatto che il governo, con la sua decisione, non sta facendo rispettare la legge ed ha quindi richiamato l’articolo 185/1990 che vieta il “trasbordo”, ovvero lo spostamento (imbarco/sbarco) di materiali d’armamento da un mezzo di trasporto a un altro all’interno del territorio comunitario.
Dal canto suo il sindaco di Seminara, convinto del fatto che “qualcuno” sapeva delle intenzioni del potere centrale ed ha accettato, propone un Consiglio con il Comitato portuale.
Anche altri sindaci sono intervenuti durante l’assemblea per ribadire la loro posizione che è la stessa per tutti.
Il consigliere provinciale Sciarrone, un po’ in polemica con i due primi cittadini che sono stati a Roma, ha affermato che si sarebbe aspettato da loro un gesto più forte di opposizione, come ad esempio che questi, poiché dello stesso partito del Primo Ministro, stracciassero la loro tessera davanti a lui, o altro. Infine ha ricordato la manifestazione in programma per sabato mattina.
Sono seguiti una serie di interventi da parte dei cittadini. Tra questi, quello di Pino Romeo, Coordinatore del tavolo tecnico di Tutela Ambientale, il quale ha ribadito ai sindaci di appellarsi al Principio di Precauzione che prevede, qualora questi non si dovessero sentire convinti politicamente di un atto, la possibilità di bloccarlo dovendo dare però una valida alternativa. Altro intervento importante è stato quello di un medico che ha letto una breve relazione nella quale sono stati esposti i rischi per l’organismo umano in caso di incidenti durante il trasbordo. Uno scenario da far rabbrividire in quanto, trattandosi di gas pericolosissimi, porterebbero alla morte di un individuo in meno di venti minuti, con un raggio di azione vastissimo.
Qualcuno dal pubblico ha urlato chiedendo le dimissioni di Scopelliti.
Tra gli animi ormai molto accesi ha preso la parola il Presidente della Provincia Raffa che a fatica è riuscito a terminare il suo discorso. Raffa ha ancora una volta sottolineato l’unità dei sindaci di fronte a questa emergenza ed il fatto che i vertici hanno il dovere di dire la verità alla nazione. Egli si è anche lamentato per la mancanza delle associazioni ambientaliste in aula e si è detto d’accordo di convocare l’Autorità portuale. Più volte interrotto, ha concluso confermando il fatto che siamo tutti per il No, e che l’unica cosa da fare è capire come, il metodo cioè più efficace per esprimere il dissenso. Infine ha annunciato che farà un’interpellanza a Letta.
Quando il Sindaco di Melicuccà si apprestava a leggere le conclusioni, l’assemblea è stata interrotta dalle urla, provenienti dall’ingresso, di una donna che si è lasciata andare ad un accorato sfogo.
Riportata un po’ la “calma”, tra qualche contestazione, egli si è poi appellato al popolo affinché rimanga unito ai sindaci della Piana per lottare tutti insieme contro l’arrivo della nave.
Ha ripetuto che il governo non è riuscito a convincere per quanto riguarda la sicurezza, ed ha elencato le 3 decisioni della seduta, derivanti dalle proposte dei vari sindaci e dai cittadini. Esse sono: 1. Che Raffa, Bellofiore e Madafferi chiedano un Consiglio con l’Autorità portuale che non può non dare delle risposte ai tanti quesiti ancora in sospeso; 2. Bisogna informarsi per potersi rendere conto, dal punto di vista giuridico, quali azioni si possono intraprendere per evitare il trasbordo; 3. E’ indetta per sabato 1 febbraio una grande manifestazione unitaria di tutto il territorio della Piana.
FOTO DI GRAZIANO TOMARCHIO