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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Arghillà, da «terra di nessuno» a «cosa di tutti» Lettera aperta di Paolo Cicciù, Presidente provinciale del Csi Reggio Calabria

Arghillà, da «terra di nessuno» a «cosa di tutti» Lettera aperta di Paolo Cicciù, Presidente provinciale del Csi Reggio Calabria
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«Mister, *ogni minuto ci sono i ragazzi che giocano*». Il *whatsapp* di
Christian è farcito di emoticon con cuoricini e facce che ridono. Lui vive
in un casermone che fa da “spalti” al nuovo campetto di *Arghillà Nord*.
Tra i colossi di cemento, infatti, *è (ri)sorto uno spazio libero*, in
terra battuta. Un luogo *vintage* che, però, *profuma di novità*. Era un
canneto, poi trasformato in ricettacolo di furti, una sorta di deposito, e
– infine – divenuto *discarica a cielo aperto*.

Storie di *ordinaria marginalità*, ai confini di una Città metropolitana
che – grazie all’iniziativa dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) –
è riuscita a intervenire con una* bonifica mai vista prima*: l’immondizia,
spesso bruciata, che costeggiava il ciglio stradale è stata rimossa così
come sono stata (ri)accese le lampadine dell’illuminazione pubblica.
Infine, anche quel campetto è stato realizzato grazie a *uomini e mezzi
della Pubblica Amministrazione*. Un regalo che i ragazzi di Arghillà
avevano iniziato, in verità, a impacchettarsi da soli: armati di pale e
rastrelli avevano avviato la fase di bonifica del terreno comunale assieme
ai volontari del Csi che, in virtù del progetto “Lavoro di Squadra” con
Action Aid e il Consorzio Macramé, sta “giocando” con venti adolescenti del
quartiere. *«Ragazzi fuori»*, per parafrasare il titolo di un film
anch’esso vintage, *dal circuito scolastico e lontani dal cercare (e
trovare) una prima occupazione legale*.

La grande forza dell’idea dell’Anm è stata quella di far uscire i
magistrati dagli uffici giudiziari. *Uomini dello Stato che si sono
«contaminati» con le forze positive del territorio*: svestita la toga e
indossata la tuta sono stati i primi a proiettare l’attenzione collettiva
proprio su Arghillà, quella che alcuni media nazionali (a ragione) avevano
definito *«la terra di nessuno»*.

Adesso Arghillà è di qualcuno: è di Christian, di Stefano, di Mimmo, di
Eleonora e di tanti altri. Residenti e non: *Arghillà è «cosa di tutti»*. E
per questo è necessario *dare seguito alla straordinarietà del 22 maggio
con azioni concrete e continuative*. Occorre varare un piano–speciale,
coinvolgendo la città, ma anche il Paese; saper intercettare i fondi
pubblici e privati, per proseguire sul cammino appena iniziato. Dal potere
dei sogni alla forza dei segni, il passo può e deve essere breve. Ognuno
secondo la propria vocazione.

Arghillà Nord, quel Largo Modenelle adesso (ri) nominato *piazza Don Italo
Calabrò, deve diventare il simbolo della rinascita di tutti i reggini
onesti*. Il fallimento, come la legge dello sport insegna, è – però –
dietro l’angolo. Basta cullarsi troppo dei risultati ottenuti. Reggio, il
22 maggio, ad Arghillà non ha vinto. *Forse ha solo pareggiato i conti con
la propria coscienza*.

*Paolo Cicciù – presidente provinciale del Csi Reggio Calabria