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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Architetto condannato, ma l’Ordine gli porge la foglia di fico per coprire le vergogne

Architetto condannato, ma l’Ordine gli porge la foglia di fico per coprire le vergogne

Il Comitato dei Professionisti liberi chiede chiarezza al Ministero della Giustizia ed al Consiglio nazionale degli Architetti

Architetto condannato, ma l’Ordine gli porge la foglia di fico per coprire le vergogne

Il Comitato dei Professionisti liberi chiede chiarezza al Ministero della Giustizia ed al Consiglio nazionale degli Architetti

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Il Comitato ProfessionistiLiberi, all’inizio di quest’anno, ha contestato all’Ordine degli architetti di Roma di usare la privacy come foglia di fico per non dare notizie sui provvedimenti disciplinari adottati nei confronti di un iscritto, condannato in via definitiva ad 11 mesi, nell’ambito del procedimento nei confronti della Cricca del G8.

Sull’argomento è intervenuto Gian Antonio Stella, con un formidabile articolo nell’edizione del Corriere della Sera del 17 febbraio, evidenziando che il Garante per la protezione dei dati personali aveva già chiarito che la legge sulla privacy “non ha modificato la disciplina legislativa relativa al regime di pubblicità degli albi professionali e alla conoscibilità degli atti connessi, e che tali albi sono destinati per loro stessa natura e funzione ad un regime di piena pubblicità, anche in funzione dei diritti di coloro che a vario titolo hanno rapporti con gli iscritti agli albi”.

Oggi, l’Ordine degli architetti di Roma insiste comunicando che “le disposizioni del Ministero della Giustizia, come comunicate dal Consiglio Nazionale, impediscono al nostro Ordine di dare notizie sull’esistenza di procedimenti disciplinari e sul loro eventuale esito”.

Pertanto, si chiede al Ministero della Giustizia ed al Consiglio nazionale degli Architetti di volere fare conoscere quali disposizioni sono state impartite in merito alla conoscibilità dei provvedimenti disciplinari adottati dagli Ordini professionali.

Inoltre, si chiede all’Autorità garante della protezione dei dati personali di volere chiarire se la normativa sulla privacy impedisca ad un Ordine professionale di dare notizia dell’esito dei procedimenti disciplinari.

Il Consiglio direttivo del Comitato ProfessionistiLiberi