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Alla città di Gioia Tauro servono poche chiacchiere, più fatti ed una buona amministrazione

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Sono questi gli auspici di Aldo Alessio ex Sindaco della cittadina

Alla città di Gioia Tauro servono poche chiacchiere, più fatti ed una buona amministrazione

Sono questi gli auspici di Aldo Alessio ex Sindaco della cittadina

 

Riceviamo e pubblichiamo

Nella mia precedente nota sulle primarie chiedevo di conoscere, nella qualità di cittadino contribuente, se, dopo quattro anni di gestione amministrativa, le misure correttive, eventualmente introdotte dagli amministratori per ridurre o comunque contenere l’ingente debito pubblico che avevano trovato al loro insediamento, avevano sortito effetti positivi oppure no. L’amministrazione e per essa Cittadinanza Democratica anziché informarci sul loro brillante operato amministrativo, continuano a parlare di luoghi comuni e di leggende metropolitane, suonando il solito e oramai vecchio e logorato disco stonato al sol fine di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sui problemi reali che attanagliano la nostra comunità. Sul “termovalorizzatore”, perché di questo si trattava all’epoca dei fatti, rimando il tutto alla delibera del Consiglio Comunale n. 62 del 27 Novembre 1998, nella quale si demandava il Sindaco la trattativa con il Commissario Governativo Delegato per l’emergenza rifiuti e subordinandone il rilascio della concessione edilizia al raggiungimento di 10 obiettivi fissati dal Consiglio Comunale a larga maggioranza. Il Sindaco Alessio non rilasciò mai quella concessione edilizia. L’impianto fu costruito con altre amministrazioni e dalla sua attivazione ad oggi non ha mai funzionato da “termovalorizzatore”, ma bensì da “termo distruttore” bruciando il “tal quale” così come arrivava e continua ad arrivare all’impianto. Questa amministrazione comunale ci dovrebbe spiegare perché si continua a bruciare il “tal quale” anziché il cdr (combustibile da rifiuti). Sul depuratore possiamo fare la stessa osservazione rimandando alla lettura di tutti gli atti prodotti a suo tempo nel quale il nuovo impianto doveva ricevere le sole acque fognarie di 15 comuni della Piana, a parte le eventuali acque di vegetazione provenienti dagli scarichi di lavorazione agrumaria e le acque reflue dei frantoi e nient’altro. Anche qui l’impianto è stato realizzato con altre amministrazioni e sarebbe interessante sapere se l’impianto oggi esistente è stato completamente realizzato secondo l’originario progetto di costruzione oppure no. All’epoca i comuni che dovevano consegnare le acque fognarie erano solo 15; oggi sono rimasti sempre 15 o sono aumentati? Deve essere chiaro che tutto ciò che di diverso arriva all’impianto, compreso i bottini e quant’altro, non può essere funzionale al suo corretto funzionamento. A chi spetterebbe questo controllo negli impianti del termovalorizzatore e del depuratore? Chi siede in quei consigli di amministrazione e a chi rispondono? Infine, adesso, avete anche la capacità di leggere nei miei pensieri mettendomi in bocca anche cose non dette. Ma questo modo di far politica sicuramente appartiene al “nuovo che avanza”. Occupiamoci invece solo per un momento e velocemente per questione di spazio di Gioia Tauro. Sicuramente non è questa la Città che ho lasciata a Giugno del 2001. Il degrado cittadino è ben visibile sotto gli occhi di tutti! Innanzitutto il problema del lavoro che accompagna il dramma di alcune migliaia di gioiesi. La crisi cronica dell’attività commerciale a Gioia Tauro, che vede i nostri commercianti in ginocchio e senza alcuna prospettiva sul loro futuro tranne quella di chiudere definitivamente il loro negozio. La possibilità di vedere in campo un progetto di stabilizzazione degli impiegati e degli operai che fanno parte degli lsu e lpu e naturalmente, in quest’ultimo caso, la esternalizzazione dei servizi non va nella giusta direzione. Sono convinto, più di ieri, che oggi a Gioia Tauro ci sia più bisogno di Stato e dello Stato. Un ospedale, il Giovanni XXIII, che negli anni passati è stato motivo di vanto della nostra Città, nelle vostre mani è, oggi, destinato a chiudere. Non avete nessun progetto sulla sanità. Anzi mi chiedo, e vi chiedo, dopo la vostra elezione, dove avete nascosto quegli striscioni che ad ogni piè sospinto inneggiavate per l’Ospedale, il Termovalorizzatore e il Depuratore? A quando la riduzione dei tributi comunali e dell’addizionale irpef (mai applicata dall’amministrazione Alessio) che colpisce solo i lavoratori dipendenti e i pensionati, “Pagare tutti per pagare meno”: è possibile ridurre i tributi se si aggiornano i ruoli tributari e se l’Ente viene gestito con maggiore oculatezza e capacità operative nelle scelte organizzative e nei servizi. La mancanza di una “Visione della Città”, un’idea di Città, accompagnata da un progetto di sviluppo del territorio e quindi anche del Porto e dell’Area industriale che possa nuovamente suscitare nuove speranze e tali da far nuovamente sognare i nostri giovani e le nuove generazioni. La mancanza di un progetto di un nuovo patto di cittadinanza nel quale tutti possiamo riconoscerci dove i diritti dei cittadini vengono riconosciuti e non vengano più scambiati per favori e cortesie, e nel quale la libertà democratica, il rispetto della libertà di pensiero e di opinione, dentro e fuori la casa comunale, vengano difese, protette e tutelate. Ma naturalmente sto parlando di una utopia! Non occupatevi di chi non è candidato, piuttosto, occupatevi di più dei vostri doveri verso la Città e per essa di quei cittadini che, in buona fede, vi hanno votato. Oramai il ritornello non funziona più. Raccontate – e lo fate bene – solo le cose che volete. La città non sa quanti debiti ha e non è informata sui mutui contratti e sugli ammortamenti. Non sa se l’avanzo di amministrazione è vero o fasullo, se è costituito da poste di bilancio o da somme dirottate dai PISU e via di seguito. La città non capisce perché avete smantellato l’Ufficio del Personale e perché pagate un consulente anche per il calcolo di un TFR o per stabilire età pensionistiche. La città non capisce perché i concorsi sono bloccati o non definiti quando mancano professionalità necessarie all’ordinario funzionamento degli Uffici. Comprendo che l’appello di molti cittadini ad una mia ricandidatura a Sindaco vi abbia sconvolto. Ma non può essere motivo o giustificazione né per Cittadinanza Democratica di raccontare le favolette alle quali nessuno crede più’.
28 Febbraio 2014.

Aldo ALESSIO
già Sindaco di Gioia Tauro