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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Alessandro Nicolò sulla situazione delle carceri "In una realtà ad alta densità criminale occorre approntare misure idonee ed efficaci che muovano da una seria politica di programmazione e pianificazione"

Alessandro Nicolò sulla situazione delle carceri "In una realtà ad alta densità criminale occorre approntare misure idonee ed efficaci che muovano da una seria politica di programmazione e pianificazione"
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“I recenti fatti di cronaca riaccendono i riflettori sulla condizione delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, richiamando le responsabilità della società nel suo complesso. Lungi dall’essere conclusa, infatti, è la battaglia di civiltà di Cesare Beccaria, iniziata più di due secoli fa, alla luce dei disagi riscontrati oggi nel sistema carcerario. La civiltà di un popolo si misura anche dalla vivibilità delle carceri e dalla capacità di recuperare il reo integrandolo nella società e creando quelle condizioni di recupero culturale, fisico e psichico senza le quali non può immaginarsi un cammino di detenzione effettivo”.

E’ quanto afferma il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò.

“Stante l’insufficienza degli organici di polizia penitenziaria, il sovraffollamento delle carceri e la carenza di percorsi ad hoc di recupero e socializzazione – anche mediante percorsi formativi e progetti di lavoro – resta difficilmente attuabile il principio costituzionale della rieducazione del condannato e il successivo reinserimento sociale e lavorativo”.

“Se nei giorni scorsi è stato sventato il suicidio di un detenuto nel carcere di Reggio Calabria – sottolinea Alessandro Nicolò – è stato solo grazie alla prontezza e alla professionalità del personale di polizia penitenziaria”.

“Servitori dello Stato che conoscono il sacrificio e l’abnegazione, gli agenti hanno dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dei delicati compiti loro affidati, impegnati a garantire quotidianamente condizioni di sicurezza, ordinata convivenza e la stessa incolumità dei carcerati. Un lavoro – come osserva il Sappe, sindacato della polizia penitenziaria – onorato sempre con serietà a dispetto di mezzi, strutture ed organici spesso sottodimensionati rispetto ad una popolazione carceraria in costante aumento con costi enormi per lo Stato”.

“Riguardo a condizioni detentive non rispettose della dignità delle persone non si può continuare a rispondere con il disinteresse e l’immobilismo” – stigmatizza il Capogruppo.

“In una realtà ad alta densità criminale occorre approntare misure idonee ed efficaci che muovano da una seria politica di programmazione e pianificazione. Accanto al degrado strutturale e alla carenza di spazio vitale a disposizione – siamo spesso oltre la capienza ottimale e tollerabile degli istituti – serve costruire opportunità di riabilitazione attraverso percorsi alternativi tarati sui bisogni individuali”.

“In tale senso – rilancia l’esponente politico – sarebbe auspicabile superare le problematiche di sostenibilità finanziaria rispetto alla proposta di legge di cui sono proponente, già approvata all’unanimità dalla III Commissione consiliare. Tale provvedimento a favore del reinserimento dei detenuti rappresenta un passaggio di natura socio-culturale che dà pieno rilievo al principio di rieducazione della pena cui ogni condanna deve tendere in un Paese che possa dirsi veramente democratico. Essa prevede interventi regionali a favore di detenuti e internati finalizzati al loro reinserimento nel contesto sociale e lavorativo. Istruzione, formazione culturale e professionale, lavoro – evidenzia – sono i tasselli fondanti di un percorso che punta anche all’avvio di attività di lavoro autonomo e imprenditoriale, per come prevede anche il progetto della Pasticceria Giotto dal Carcere di Padova, laboratorio che opera dal 2005 come scuola di mestiere e di vita all’interno della Casa di Reclusione Due Palazzi. Infatti, il fine precipuo della legge è dato dal momento formativo come avvio del percorso di reinserimento socio-lavorativo; la formazione professionale è considerata in stretto rapporto e continuità con l’attività lavorativa in quanto entrambe parte integrante del trattamento penitenziario volto alla riabilitazione del detenuto in vista di una politica efficace di reinserimento dopo l’esperienza carceraria”.

“E’ innegabile che il regime penitenziario in Italia sia in crisi. Il carcere è divenuto il contenitore di tutto il complessivo disagio sociale legato anche all’immigrazione, alla tossicodipendenza e all’aumento della povertà. Sono in aumento le evasioni, gli atti di autolesionismo e i tentativi di suicidio, termometro di un disagio diffuso rispetto a cui la politica deve interrogarsi. Tale situazione non è più procrastinabile e occorre – conclude il capogruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò – un intervento immediato sia per irrobustire gli organici del comparto che per una rivisitazione complessiva del sistema carcerario, modellandolo sulla  base di sistemi efficaci e best practies presenti nel nostro Paese”.