Il problema del caro libri, che in Italia interessa ogni anno decine di migliaia
di famiglie, e che nel mezzogiorno si fa sentire ancora più forte, la Calabria è
la regione in cui si registra il dato più elevato in quanto a povertà dei nuclei
familiari (28,2 famiglie su 100 secondo l’ISTAT sono relativamente povere), ritorna
come ogni anno senza mai essere seriamente affrontato e risolto. L’acquisto dei libri
scolastici per gli studenti di ogni grado diventa sempre più oneroso, arrivando ad
assorbire circa il 40% del reddito mensile delle famiglie meno abbienti. La cifra
va considerata doppia o più nel caso in cui nella stessa famiglia ci siano più ragazzi
iscritti a scuola, a tale cifra, superiore ai 400 euro, va aggiunto anche il costo
del corredo scolastico.
A questa considerazione si aggiunge il fatto che spesso e volentieri le case editrici
apportano piccole modifiche ai testi, come numerazione delle pagine o ordine degli
argomenti, per evitare che gli studenti possano scambiarsi i libri usati o che i
fratelli più grandi possano passarli ai più piccoli. Questi ed altri stratagemmi,
messi in atto allo scopo di curare i propri interessi economici, si scontrano palesemente
con gli interessi didattici e cozzano con il diritto allo studio, danneggiando le
fasce deboli.
La FGCI propone:
-Un tetto alle spese fissato per legge a max. 250 euro per l’intero ciclo di studi;
-Un controllo concreto e inflessibile sull’operato delle case editrici;
-Una riforma scolastica che includa il sostegno e la fornitura gratuita dei testi
e del materiale, e che migliori il livello di preparazione degli studenti garantendo
l’accesso ad un sapere di qualità senza odiose distinzioni di reddito.