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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Al via a Torino il maxi-processo “Minotauro”

Al via a Torino il maxi-processo “Minotauro”

Sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Gli imputati sono 75 – ULTIMI AGGIORNAMENTI

Al via a Torino il maxi-processo “Minotauro”

Sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Gli imputati sono 75

 

 

(ANSA) – TORINO – E’ cominciato a Torino nell’aula bunker delle Vallette il processo Minotauro, frutto della più grande inchiesta degli ultimi 15 anni sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Gli imputati sono 75, ma altrettanti sono gia’ stati giudicati con il rito abbreviato. In aula, al fianco dei pm che sostengono l’accusa, c’é il procuratore Gian Carlo Caselli. E’ presente anche il presidente del Tribunale, Luciano Panzani. Fra il pubblico ci sono numerosi attivisti dell’associazione antimafia Libera che, tra l’altro, chiederà di costituirsi parte civile.

COMUNE TORINO: SOLA PRESENZA E’ DANNO

“L’inchiesta ha accertato la presenza della ‘ndrangheta nel nostro territorio. E la sua sola presenza produce un danno per tutti”: lo ha detto l’assessore comunale di Torino, Roberto Tricarico, presidente della commissione di contrasto alla criminalità, oggi presente all’ apertura del processo Minotauro. Il Comune di Torino ha chiesto di costituirsi parte civile.

REGIONE CHIEDE DI ESSERE PARTE CIVILE

La Regione Piemonte ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo Minotauro, che si è aperto oggi a Torino nell’aula bunker delle Vallette, relativo alla presenza della ‘ndrangheta nel Torinese. Stessa richiesta e’ stata avanzata dalla Provincia di Torino e dai Comuni di Torino, Volpiano, Leinì, Chivasso, Moncalieri e dall’associazione antimafia Libera.

DUE COMUNI PARTE CIVILE CONTRO UNICO POLITICO

Due amministrazioni comunali del Torinese hanno chiesto di costituirsi parte civile contro Nevio Coral, l’unico personaggio politico imputato al processo Minotauro sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Si tratta dei Comuni di Leini, dove Coral e’ stato a lungo sindaco, e Volpiano, paese di cui era consigliere comunale al momento dell’apertura dell’inchiesta (ora è sospeso) dove si trova il centro direzionale della sua impresa. Coral, agli arresti domiciliari, non è in aula.

DIFESA: SI CELEBRI A REGGIO CALABRIA

E’ stato aggiornato al 26 ottobre il processo Minotauro sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte, cominciato stamani davanti al Tribunale di Torino. I giudici dovranno pronunciarsi sulle numerose richieste degli avvocati difensori. Su tutte spicca quella di trasferire il processo in altre sedi come per esempio Reggio Calabria. Se dobbiamo dare credito a quanto riportano le stesse carte dell’indagine – è stata la spiegazione fornita da uno dei legali – in questa vicenda il Piemonte dipende dalla Calabria: per aprire una ‘locale’ (una cellula della ‘ndrangheta – ndr) era necessario chiedere l’autorizzazione alla ‘casa madre regina’. Anche le ‘doti’ (i gradi della scala gerarchica dell’organizzazione – ndr) – ha aggiunto – venivano conferiti direttamente in Calabria. Quanto poi avveniva qui, dai rituali alle affiliazioni – ha concluso – era solo la parte folcloristica. Uno degli avvocati ha chiesto di annullare il decreto di rinvio a giudizio perché, a suo dire, alcune trascrizioni delle telefonate non sono state tradotte dal dialetto calabrese e quindi “all’udienza preliminare – ha spiegato – non ero in condizione di capire se mi conveniva scegliere strade alternative come il rito abbreviato”.

PM CHIAMANO POLITICI COME TESTI

Deputati, sindaci, consiglieri regionali: sono numerosi i politici piemontesi che la Procura di Torino intende chiamare a testimoniare al maxi-processo Minotauro sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. I nomi sono contenuti nella lista che i pm presenteranno alla prossima udienza. Tra essi figura quello di Claudia Porchietto, assessore regionale al lavoro, alla quale i magistrati intendono porre domande sui motivi per i quali ha conosciuto alcuni imputati, in particolare Giuseppe Catalano, ora deceduto, e su un incontro avvenuto in un bar di Torino nel 2009 durante la campagna per le elezioni provinciali.

L’obiettivo dei pm è dimostrare che la ‘ndrangheta ha tentato di inquinare la vita politica piemontese. Due sono i deputati che la procura intende far testimoniare in aula: Gaetano Porcino (Idv) e Domenico Luca’ (PD). Nell’elenco inoltre figurano il consigliere regionale Antonino Boeti, il consigliere comunale torinese Giovanni Porcino (Idv), i sindaci Francesco Brizio (Cirié) e Paolo Mascheroni (Castellamonte). La lista dei testimoni contiene più di 120 nomi; vi compare anche quello di un sacerdote, Pierino Stevarengo, Cappellano del carcere delle Vallette, che dovrà chiarire degli aspetti legati allo scambio di bigliettini fra detenuti.