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TAURIANOVA (RC), SABATO 20 APRILE 2024

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Agricoltura biologica, Giannetta critica scelte Mario Oliverio Le parole del consigliere regionale: "Imprenditori fermi al palo. Speranza tramontata di potersi avvalere del contributo per le produzioni"

Agricoltura biologica, Giannetta critica scelte Mario Oliverio Le parole del consigliere regionale: "Imprenditori fermi al palo. Speranza tramontata di potersi avvalere del contributo per le produzioni"
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“La scelta del Presidente della Giunta Oliverio di trattenere le deleghe all’Agricoltura non ha sortito gli effetti sperati lasciando gli imprenditori agricoli biologici fermi al palo, nella speranza, ormai tramontata, di potersi avvalere del contributo per le produzioni. Il cambiamento annunciato, dunque, si è trasformato in un vuoto proclama elettorale”. Lo afferma in una dichiarazione il Consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Giannetta. “Proprio in un momento in cui il comparto agricolo calabrese aveva bisogno di maggiore sostegno, investimenti e protezione, la Giunta Oliverio ha persino impoverito in maniera consistente la dotazione finanziaria del bando per l’erogazione del contributo per le colture biologiche”.

“Il bando, scaduto a luglio, è ora in fase di istruttoria delle domande, e dispone di cinque milioni di euro per tutto il comparto. Un finanziamento assolutamente insufficiente a coprire le reali esigenze di una regione che potrebbe vivere di agricoltura. Uno schiaffo al fabbisogno reale degli agricoltori calabresi – sostiene Giannetta – frutto di stime inadeguate poiché le imprese agricole biologiche che hanno potuto confermare la domanda sono appena il 30% del complessivo dei richiedenti degli anni precedenti”.

“Ma non solo, quasi in prossimità della pubblicazione del programma, la Regione ha introdotto un requisito non previsto originariamente, limitando la concessione del contributo ai soli agricoltori che hanno già commercializzato il prodotto. Un intero mondo di produzioni biologiche sono rimaste fuori. Ed i contributi saranno assorbiti prevalentemente da ristretti settori, con la conseguenza di attuare due pesi e due misure. Siamo di fronte a politiche totalmente sconnesse dalle esigenze reali, con scelte fatte a porte chiuse dentro i palazzi. E intanto la Calabria sul tema dell’agricoltura, delle produzioni biologiche rimane tagliata fuori. Una Giunta regionale che non ascolta il territorio – continua Domenico Giannetta – non tutela il suo prodotto, non dedica risorse, che crea distorsioni e spazi di competizione totalmente squilibrati e con effetti deprimenti”.
“Invece sono tanti i calabresi che vorrebbero praticare il metodo biologico per le proprie coltivazioni ed ottenere così un prodotto buono, naturale, che valorizzi le tipicità e la qualità. E, ancor più, essere competitivi su un mercato spietato e totalmente sbilanciato sul prodotto estero a basso costo.

Per fare arrivare un prodotto calabrese sulle tavole degli italiani, i produttori fanno una fatica bestiale. Devono sopportare costi e politiche di prezzo che sono ai limiti della rinuncia.
Ma il prodotto calabrese è così buono e unico per qualità organolettiche che riesce, nonostante le difficoltà, a mantenersi in vita grazie al sacrificio degli agricoltori, ma è una vita fragilissima che necessita delle giuste cure”. “Ad iniziare da azioni mirate di agevolazione ed erogazioni a sostegno degli investimenti”.

“In un momento in cui il mondo si interroga sulla sostenibilità ambientale ed il tema della salvaguardia del pianeta smuove le masse, in Calabria le aziende biologiche sono state dimenticate. E il bio invece di essere incentivato, viene così disincentivato da una politica miope e assolutamente in controtendenza con le indicazioni europee e gli orientamenti di mercato. La Calabria, lo sappiamo tutti, è un immenso polo agricolo, ha potenzialità tali da poter vivere di agricoltura e rendere mille volte tanto gli investimenti nel comparto con effetti economici positivi su tutto l’indotto.

Ma paradossalmente, l’agricoltura calabrese è in sofferenza con una tendenza all’abbandono di intere superfici coltivate. Non ci sono più margini per l’indolenza e l’incompetenza. E dobbiamo tornare ad ascoltare gli agricoltori e comprendere bene cosa sta succedendo. È arrivato quindi il momento di adottare soluzioni politiche adeguate al bisogno reale a partire dalle soluzioni proposte proprio dai contadini, dagli agricoltori e da tutti gli operatori del settore”.