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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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“Aeroporto Stretto, esercizio di dinamismo senza movimento” E' quanto affermato dal presidente del Parco nazionale d'Aspromonte Giuseppe Bombino

“Aeroporto Stretto, esercizio di dinamismo senza movimento” E' quanto affermato dal presidente del Parco nazionale d'Aspromonte Giuseppe Bombino
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“Rimango perplesso e disorientato dinanzi all’esito del Consiglio Metropolitano “aperto” sul tema “Aeroporto dello Stretto”.L’andamento dei lavori induce a pensare che vi sia un tentativo di autoassoluzione della politica rispetto ad un quadro di responsabilità che appare, tuttavia, alquanto evidente. Non fosse altro perché, ancora una volta, una classe dirigente disattenta e indolente, costringe un’intera comunità a subire passivamente provvedimenti e scelte contrari agli interessi del nostro territorio”.

E’ quanto dichiara il Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino.

“E’ utile, a tal proposito, ricordare come è nato il “Piano Nazionale Aeroporti”redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed approvato dal Consiglio dei Ministri nell’agosto 2015.

Il Piano – prosegue Bombino – prevede l’individuazione di 10 bacini di traffico con 38 Aeroporti di Interesse Nazionale, tra cui l’Aeroporto dello Stretto (l’Aeroporto di Lamezia Terme, invece, rientra tra quelli (12) che rivestono particolare rilevanza strategica).

Ed è proprio questo il punto che suggerisce come la verità sia un’altra!

Durante l’esame definitivo dell’intesa si sarebbe dovuta evidenziare la rilevanza strategica anche dell’Aeroporto dello Stretto, in considerazione del suo interesse interregionale rispetto ad un bacino di oltre 1,5 milioni di utenti (delle provincie di Reggio Calabria e Messina, incluse le Isole Eolie),nonchédella prospettiva di inscrizione dello scalo nell’Area Metropolitana Integrata dello Stretto.Ma la “distrazione” di chi era chiamato a rappresentarci non ha consentito al“Tito Minniti”di assurgere ad un rango superiore.

Tale atteggiamento – continua Giuseppe Bombino – ha favorito l’attuale depotenziamento dell’Aeroporto dello Stretto, sempre più svuotatoe marginalizzato, e sul cui sviluppo, ancora oggi, continuano gli inutili e sterili esercizi di dinamismo senza movimento.

La verità, quindi, è un’altra: nessunoè intervenuto! E i tempi intercorsi tra la elaborazione del Piano Nazionale Aeroporti e la sua approvazione lo avrebbero ampiamente consentito, se solo si fosse prestata la giusta attenzione. Il mancato riconoscimento della rilevanza strategica, unitamente alla assenza di qualsiasi progetto di sviluppo dell’Area dello Stretto all’interno di un piano di azione su scala interregionale, non hanno consentito di realizzare le reti e le infrastrutture di collegamento intermodali “acqua-terra”.

E sarebbe stata propriola “Città dello Stretto”la soluzione per chiedere ed ottenere una posizione inedita nel Piano Nazionale Aeroporti: la particolare “discontinuità territoriale” che caratterizza la geografia di due città che ambiscono a divenire una sola avrebbe, infatti,imposto il riconoscimento del carattere strategico del nostro scalo.

Una più attenta politica, pertanto, avrebbe potuto negoziare il ruolo dell’Area Integrata dello Stretto nelle politiche di sviluppo del Mezzogiorno e dell’Italia e proporre il nostro Aeroporto come infrastruttura logistica e piattaforma strategica più baricentrica ed avanzata dell’Europa mediterranea capace di connettersiai principali corridoi intermodali internazionali e di offrirsi quale nodo di connessione e scambio nelle reti europee.

Suggerisco, infine, che si avvii una interlocuzione con l’operatore Alitalia per riprendere, nell’ambito di una trattativa dedicata, i termini di un rapporto divenuto ormai problematico. E’ necessario, inoltre, – conclude Bombino – che si ampli la fascia oraria di operatività dell’Aeroporto dello Stretto assicurando la permanenza di voli sia di mattina, sia nella tarda serata;ciò per evitare il disimpegno della struttura,il sottoutilizzo della torre di controllo (che implicherebbe un ulteriore declassamento dello scalo) e la riduzione delle competenze e delle professionalità che hanno consentito fino ad oggi la funzionalità dell’aerostazione”.