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A Polistena un laboratorio didattico sul volontariato sociale

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Gli studenti del Liceo Magistrale “Rechichi”, facilitati da Alessandro Pecora e Giovanni Laruffa, hanno incontrato don Giacomo Panizza. “Volontariato essenziale, ma non deve sostituire il lavoro”

A Polistena un laboratorio didattico sul volontariato sociale

Gli studenti del Liceo Magistrale “Rechichi”, facilitati da Alessandro Pecora e Giovanni Laruffa, hanno incontrato don Giacomo Panizza. “Volontariato essenziale, ma non deve sostituire il lavoro”

 

 

POLISTENA (RC) – Si è svolto a Polistena, nella splendida
cornice del Salone delle Feste del Comune, il laboratorio didattico “una
COMUNITÀ del SUD che si fa PROGETTO – il ruolo del volontariato sociale
nella lotta alla dispersione”, organizzato dal Liceo Statale “G. Rechichi”,
dal Movimento antimafia “Ammazzateci tutti” e dalla Fondazione “Antonino
Scopelliti” in collaborazione con la Comunità “Progetto Sud” fondata da Don
Giacomo Panizza, presente all’evento.

L’incontro, che ha visto l’attenta partecipazione di numerosi studenti, è
stato introdotto dal Preside del Liceo “G. Rechichi” Giovanni Laruffa il
quale ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra il mondo della
scuola e quello del volontariato al fine di evitare e combattere la
dispersione scolastica, per poi essere moderato dal responsabile Formazione
del Movimento “Ammazzateci tutti” Alessandro Pecora, il quale ha condotto
la giornata stabilendo un dibattito informale con don Panizza, che non si è
sottratto dal raccontare le sue personali esperienze da quando, oltre
trenta anni fa, è giunto in Calabria dalla Lombardia ed ha iniziato il suo
impegno a favore dei meno fortunati in un territorio, quello del lametino,
martoriato dalla presenza della criminalità mafiosa. “Sono cresciuto in
un’umile famiglia e la mia mamma, così come dopo io stesso, lavorava in
fabbrica – ha sottolineato Don Panizza, visibilmente commosso -, in questo
contesto ho imparato che c’è tanta gente che va tutelata, e per farlo c’è
bisogno di creare le condizioni per colmare le lacune lasciate dallo Stato”.

L’iniziativa si è inserita all’interno del progetto “Sviluppo di reti
contro la dispersione scolastica e la creazione di prototipi innovativi”
percorso “Guarda Nino che bella oggi la tua Calabria (Nino è riferito ad
Antonino Scopelliti, il coraggioso giudice calabrese ucciso dalla mafia nel
1991, ndr), che sta coinvolgendo in maniera attiva molti giovani ed
associazioni del territorio sensibili alla tematica, e che ieri ha voluto
approfondire appunto il concetto del “ruolo del volontariato sociale nella
lotta ala dispersione”.

Don Giacomo Panizza ha illustrato ai presenti il lavoro svolto in questi
anni dalla sua Comunità, all’interno della quale egli vive a stretto
contatto con ragazzi disagiati e con cui ha creato una ramificatissima
struttura di gruppi di lavoro. “I miei ragazzi sono la cosa più importante,
ed io cerco di non fargli pesare il disagio della loro condizione,
reinserendoli nella società e lavorando al loro fianco per superare le loro
difficoltà” ripete più volte Don Giacomo che, esortato sulla tematica del
volontariato dal Professore Emiliano Cheloni, sottolinea ancora che esso è
un opera fondamentale per la nostra società, che però non deve sostituirsi
né al lavoro né all’apporto essenziale delle Istituzioni.

Forti emozioni sono state suscitate nel corso dialogo quando Alessandro
Pecora ha fatto riferimento alle numerose minacce che Don Panizza ha subito
in questi anni a causa del suo impegno, e rivolgendosi allo stesso ha
chiosato: “lei non lo ammetterà mai, ma è consapevole di essere un eroe?”
Minimizza subito con la sua risposta Don Giacomo: “Ma quale eroe! Gli eroi
sono i genitori di questi ragazzi che si alzano presto la mattina per
andare a lavorare per portare il pane a casa, sono questi gli eroi”.
Applausi scroscianti per una giornata emozionante e ricca di contenuti.