di Roberta Strano
“Lo Stalking e la condotta persecutoria nella società di oggi” è il titolo del Convegno che si e’ tenuto giorno 27 Novembre, alle ore 16, nell’aula 11 del Polo Didattico dell’Universita’ degli Studi di Palermo, nell’ambito della settimana di informazione sulla violenza alle donne, dedicata ai giovani dall’Ateneo palermitano.
All’incontro sono intervenuti il Professore Giuseppe Ingrassia, Ordinario di Statistica, la Dott.ssa Iva Marino, esperta in Scienze Forensi e Criminologiche, che ha relazionato con grande chiarezza ad un pubblico attento e qualificato sugli aspetti psicopatologici che stanno alla base della condotta persecutoria partendo dal significato di stalking, la Dott.ssa Rosaria Maida, Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato e la Dott.ssa Maria Grazia Padronaggio, Presidente Associazione Le Onde ONLUS.
In apertura, la Dott.ssa Marino ha ricordato che la violenza sulle donne è un fenomeno ancora troppo spesso ignorato, pertanto, sono necessari atti concreti e incisivi, per dimostrare alle donne che non sono sole. Per combattere la violenza sulle donne grande importanza hanno i condizionamenti ambientali e il modo di pensare della società che in passato ha contribuito a tenere la donna in una condizione di inferiorità; il ruolo dalla pubblicità, che maggiormente propone modelli di femminilità rappresentati da stereotipi o immagini seduttive legate a spot pubblicitari che non evidenziando quasi mai il ruolo di tante donne intelligenti e sensibili, professionalmente realizzate e capaci di assumere grandi responsabilità in molti ambiti, specie quello familiare.
Anche se si è fatta molta strada nel riconoscimento paritario delle donne nella scuola e sul lavoro, nella famiglia purtroppo resta ancora molto da fare perché il concetto di autonomia femminile, per alcuni uomini è difficile da accettare, poiché non sanno superare, alcune volte, il loro l’egoismo che quasi sempre porta l’uomo a risolvere le questioni con la violenza. In particolare, la violenza nella coppia rappresenta una modalità relazionale fondata sul controllo e sulla violenza psicologica. Violenza fisica e psicologica secondo la Marino sono correlate in quanto la maggior parte delle aggressioni fisiche sono annunciate da un costante terrorismo psicologico.
Servirebbe anche una riflessione approfondita sui linguaggi da usare dai media che hanno un ruolo importante per far si che un numero maggiore di donne e di uomini inizino a riflettere sui loro comportamenti. E’ ormai provato che il punto di origine delle dinamiche di maltrattamento, si colloca nel tipico profilo della personalità del perpetratore, ma anche nella dicotomia fra narcisismo e perversione.
E’ noto che il narcisismo è uno dei concetti psicanalitici più discussi e non sempre facili da definire. Ma bisogna distinguere tra “Narcisismo sano” che indica tutti gli aspetti normali degli atteggiamenti che le persone hanno verso se stessi (autostima, preoccupazione per la propria salute, senso di autoconservazione) e “Narcisismo patologico” ossia la difficoltà nelle relazioni oggettuali e l’incapacità di amare; dove l’individuo tratta gli altri come oggetti da usare, incurante dei loro sentimenti, mostrando spesso indifferenza e mancanza del diritto di alterità.
“Le vittime sono spesso donne con fragilità del Sé dovuta a traumi pregressi (maltrattamenti familiari, abusi sessuali e lutti infantili). Mentre lo stalking – sottolinea la Dottoressa – è quasi sempre caratterizzato dagli ex partner, da soggetti che non riescono ad accettare l’abbandono del partner per cui attuano una vera e propria persecuzione nel tentativo di ristabilire il rapporto. Lo stalking lascia profondi solchi in termini fisici, psicologici, emotivi e cognitivi che inficiano e provocano un deterioramento della qualità della vita della vittima. Bisogna considerare anche l’eziopatologia dello stalking: gli stili di attaccamento, la disregolazione affettiva; la mentalizzazione, l’ansia da separazione, la vergogna, lo stalking come dipendenza relazionale”.
A conclusione del convegno la Dottoressa Marino ricorda il ruolo determinante che i giornalisti hanno nella informazione della Società civile, ma anche il ruolo di educatori che, insieme alla scuola e alla famiglia, possono contribuire alla formazione dei giovani.