Giallo nel Sulcis, oggi l’autopsia sul corpo del bimbo

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La madre è sotto schock

Giallo nel Sulcis, oggi l’autopsia sul corpo del bimbo

La madre è sotto schock

 

 

(ANSA)  – Ha trascorso una notte agitata ed é sotto shock Daniela Sulas, di 22 anni, la madre del piccolo Mirko di due anni e mezzo morto ieri mattina nella sua abitazione a Sant’Antioco, nel Sulcis, per cause che solo l’autopsia prevista per oggi, e che è stata affidata al medico legale Roberto Demontis, potrà chiarire. La donna, le cui ferite alla testa non preoccupano, è stata trasferita nel reparto di Psichiatria per il necessario sostegno psicologico. Sgomento ed incredulità nel paese per quanto accaduto: alla morte del bimbo si è aggiunta anche quella del compagno della donna, il trentenne Igor Garau che si è suicidato qualche ora dopo aver aggredito a martellate la giovane madre durante una lite. “Dal punto di visto fisico la donna sta bene – ha spiegato Sergio Pili, il direttore sanitario dell’ospedale Sirai di Carbonia dove è ricoverata la giovane – ha ferite frontali e laterali alla testa ma superficiali, così come ecchimosi alle braccia forse proprio nel tentativo di difendersi dall’aggressione. Mentre le sarà necessario un supporto psicologico e psichiatrico per riprendersi da quel punto di vista: in poche ore ha perso il figlio ed il compagno”. Intanto prosegue il lavoro dei carabinieri a cui è stata affidata l’inchiesta da parte della Procura della Repubblica. Dopo i rilievi del Ris di Cagliari al piano terra dell’abitazione di via Calasetta, dove si è consumata parte della tragedia, sono stati sentiti i vicini ed i testimoni delle prime e concitate ore di ieri mattina. Mentre in serata è stata interrogata dal sostituto procuratore presso il Tribunale di Cagliari Maria Virginia Boi anche la giovane madre, l’unica ora a poter chiarire quanto è accaduto nella casa.

Il dramma si consuma in poche ore intorno alle 8 del mattino: una giovane mamma esce di casa con la testa insanguinata, chiede aiuto ai vicini, dice che il compagno l’ha colpita con un martello e che ora e’ scappato. Viene soccorsa e nessuno, in quei concitati momenti, pensa al piccolo Mirko, il figlioletto della donna, di due anni e mezzo, avuto da una precedente relazione. Mirko e’ ancora in casa: lo troveranno poco dopo, morto. Sul corpo non c’e’ alcun segno di violenza. Ma non sara’ questa l’unica tragedia a segnare la comunita’ di Sant’Antioco, centro sulla costa sud occidentale della Sardegna. Il compagno della giovane mamma, Igor Garau, trentenne, disoccupato con la passione per la scultura, in fuga dopo il litigio, viene trovato impiccato ad un albero nelle campagne del paese, a 500 metri dall’abitazione, quando ormai i carabinieri erano sulle sue tracce. La donna, nel frattempo, Daniela Sulas, di 22 anni, raggiunge con l’ambulanza l’ospedale Sirai di Carbonia: i medici le suturano le ferite, e’ fuori pericolo ma preoccupano le sue condizioni psicologiche. E’ cosi’ provata che nessuno le dice della morte del figlio se non in serata, quando viene interrogata per circa un’ora dal magistrato che coordina le indagini, il sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Maria Virginia Boi. Nulla trapela sul contenuto del colloquio: si apprende soltanto che Daniela collabora, ma il magistrato non aggiunge altro. Rimane il giallo sulle cause della morte del bimbo e su come si siano svolti realmente i fatti. Determinante la testimonianza della mamma, che restera’ in ricovero protetto al Pronto soccorso almeno sino a domani. E soprattutto l’autopsia sul piccolo, che verra’ effettuata probabilmente domani dal medico legale, il dottor Demontis. Pare che negli ultimi giorni Mirko avesse avuto la febbre alta e che il padre, Mauro Mocci, operaio trentenne, ieri sera fosse passato a casa per portargli degli antibiotici. Ma solo l’esame autoptico svelera’ il mistero sulle cause del decesso. La cittadina e’ sotto choc e si interroga sul perche’ di questo dramma senza precedenti. Per il sindaco, Mario Corongiu, che ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali, si tratta di ”una sconfitta di tutta la comunita”’, una tragedia, sottolinea, maturata in un contesto di poverta’ e disagio sociale legato alla mancanza di lavoro: la coppia era seguita dagli assistenti sociali del Comune, nella provincia piu’ povera d’Italia e con la piu’ alta percentuale di disoccupati. Mariella Piredda, assessore dei Servizi sociali, ne segue tante di famiglie come quella di Daniela, ma nessuno si aspettava l’epilogo di oggi. ”Un fatto inaspettato – commenta l’assessore – tutti in paese conoscevano la coppia. Igor era stimato e benvoluto, un uomo mite e tranquillo”. Davanti alla palazzina bianco-celeste e rosa, al numero 104 di via Calasetta, dopo il viavai del mattino, nessuno si sofferma: la casa ha i sigilli, in quelle dei vicini invece le finestre sono sprangate. A parlare e’ il parroco, don Demetrio Pinna: ”brava gente”, dice, ricordando che due anni e mezzo fa e’ stato proprio lui a battezzare Mirko. Daniela si era separata da tempo ma soltanto due mesi fa aveva deciso di convivere con il suo nuovo compagno. Adorava il piccolo: ”Ho un figlio stupendo”, si legge ancora oggi nel suo diario su facebook, letteralmente tappezzato di foto di quel figlio che da oggi non potra’ mai piu’ riabbracciare.

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