Fratelli d’Italia a Reggio: la partita si gioca a Roma, con un ticket che scuote la base

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Fratelli d’Italia a Reggio: la partita si gioca a Roma, con un ticket che scuote la base

REGGIO CALABRIA – Le carte in tavola per la sfida elettorale di Fratelli d’Italia a Reggio Calabria sono state messe in gioco, e la scelta operata dai vertici non ha tardato a generare un’onda di malcontento politico che rischia di trasformarsi in una vera e propria crisi di consenso. L’ufficializzazione del “ticket” tra l’ex sindaco di Locri ed assessore regionale uscente, Giovanni Calabrese, e Daniela Iiriti, moglie del sindaco di Roghudi, Pierpaolo Zavettieri, è l’espressione di una strategia calata dall’alto, che sembra non tenere in conto quanti ogni giorno lavorano per mantenere gli equilibri tra i militanti del territorio. Che prezzo avrà questa operazione, benedetta dal numero due del partito Giovanni Donzelli?
Il partito, a Reggio, pagherà l’assenza di un pilastro come Giuseppe Neri, il cui forte radicamento e consenso lo dovrebbero rendere un candidato naturale e la spina dorsale dell’intera operazione. La sua assenza apre un vuoto di leadership in città e provincia che il ticket attuale non colma.
Le liste di Fratelli d’Italia si presentano come un vero e proprio laboratorio di cooptazioni e trasformismi. La ricandidatura dell’onnipresente Giovanna Cusumano, si affianca a figure dal passato politico camaleontico: l’ex esponente di UDC e Lega, Stefano Princi, dimostra come dentro FdI il trasformismo sia di casa, al pari dell’attuale capogruppo al comune di Reggio Calabria, Demetrio Marino, ex Lega, Forza Italia e talvolta ritenuto ufficiosamente vicino al sindaco Giuseppe Falcomatà.
Ma è la ventilata presenza di Angela Marcianò, ex dirigente nazionale di un Partito Democratico con cui FdI si confronta a livello nazionale in una dura opposizione, a suscitare i maggiori interrogativi. La sua candidatura, se da un lato può essere letta come un tentativo di allargamento del consenso, dall’altro solleva dubbi sulla credibilità ideologica del partito.
Si smarca da questo scenario decisamente politico la figura di Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, che appare come l’unico “outsider” in grado di connettersi con la società civile e di intercettare il voto di protesta e di opinione. La sua candidatura – nelle consultazioni del 2021, in una campagna elettorale sottotono, ha ottenuto un successo lusinghiero – rappresenterebbe un ponte con l’elettorato disincantato, che diventa ogni giorno sempre più rappresentativo.
Rimangono i nomi di Domenico Laurendi, presidente dei biologi reggini, elettoralmente non pervenuto nemmeno tra i “si dice” e l’ex sindaco di Cinquefrondi, Marco Cascarano, già candidato alle regionali, ma ben lungi dal solo poter immaginare di sfiorare l’elezione.
Tra i nomi circolanti anche figure di terzo, se non addirittura quarto piano, da considerarsi riempi lista.
In conclusione, Fratelli d’Italia a Reggio Calabria sembra aver sacrificato la solidità di un nome forte e il radicamento sul territorio in favore di logiche romane e di equilibri interni. Il rischio è che il malcontento montante tra i fedelissimi e le perplessità sull’eterogeneità delle liste si traducano in una sconfitta alle urne, che peserebbe non solo a livello locale, ma anche sul bilancio politico del partito a livello nazionale. La partita è appena iniziata, ma le prime mosse, senza i dovuti accorgimenti, sembrano già aver compromesso l’esito finale.