Dopo il voto regionale, “Parole pulite”. Editoriale di Franco Crino’

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DI FRANCO CRINO’

Parole pulite
Di Franco Crinò
Svolte le elezioni regionali si può mettere un punto sulle cose ascoltate e dette. Quanto abbiano convinto, al netto dell’astensione – in Calabria pari alla volta scorsa, il 56%, dato comunque preoccupante, in Toscana di altri quattordici punti in più, il 52% – lo avrà indicato il responso elettorale.
Sovraintende il come si parla. Rispetto al linguaggio ci dovrebbe essere il dovere di usare “parole precise”. Di più: pulite!
C’è un impegno di verità, di correttezza verso chi chiami in causa.
Certo, i vincitori debbono riconoscere le cose che non vanno e illustrare quelle altre buone che faranno, gli sconfitti, ugualmente, denunciare i problemi e ciò che sarebbe stato con il loro successo: soltanto che alcuni di questi ultimi hanno primeggiato nel deformare, insolentire, confondere.
Deprime il (super?) sindaco che non distingue le competenze della Città Metropolitana e del Ministero per le arterie stradali, l’uomo di scuola che ad Alvaro “oppone” il suo “fumetto” per pochi intimi, il medico “del popolo” che aizza il paziente contro il sistema anziché consigliarlo al meglio per la salute.
Nella Locride si sta parlando poco, fra l’altro, dei 65 milioni di euro destinati dalla maggioranza di Occhiuto alla strada per Polsi, dei 20 milioni per il Borgo – se ne poteva scegliere uno solo con il Pnrr – per Gerace, del finalmente progettato tratto della Statale 106 che ci riguarda.
Si devono valorizzare gli scrittori calabresi contemporanei, avviare un’azione che punti a farli entrare per tempo nell’Olimpo nazionale, considerato lo sforzo, riuscito ancora solo in parte, a favore di quelli del Novecento.
Si deve conclamare il fatto che il paziente debba avere un servizio sanitario gratuito e adeguato a prescindere dalla struttura a cui si rivolge.
Nelle analisi del dopo voto delle regionali vengono chiamati spesso in causa i Sindaci, le affermazioni e i flop dei candidati, l’essere soggetti di amministrazione buona ovvero deludente, adatti alla “ripartenza” dopo la sconfitta o “modelli” dove si è vinto. Vero è che sono i Comuni che possono far ripartire il percorso di avvicinamento tra istituzioni e cittadini, politica e opinione pubblica. La contromossa all’astensione è ripartire da lì, dagli enti territoriali.
Nella nostra Villa Romana si è completato, intanto, il restauro del Dioniso. Abbiamo aggiunto altre “letture” su quel Mito. La follia che lo animava. Ci sono stati nello schieramento sconfitto alle elezioni regionali le posizioni di civile contrapposizione, ma anche singoli (leggi di quelli “nostrani”) particolarmente aggressivi sui Social con il linguaggio, un atteggiamento dettato, il loro, dal penoso limite di chi fa vivere “la propria mente separata dagli altri, lontano dalla natura”. La follia di Dioniso è, però, sacra, perché ha anche un secondo aspetto, diverso dal demone selvaggio, che accetta il mondo intorno, in cui l’uomo che è “uscito”, a un certo punto rientra in se stesso.