Consiglieri regionali delegittimati dalle dimissioni di Occhiuto. Quanti non ricandidati?

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Consiglieri regionali delegittimati dalle dimissioni di Occhiuto. Quanti non ricandidati?

La mossa di Roberto Occhiuto – annunciare possibili dimissioni per poi ricandidarsi – ha avuto un effetto diretto e pesante anche dentro il Consiglio regionale: ha indebolito politicamente i consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione. Il presidente ha accentrato tutta l’attenzione su di sé, trasformando una questione istituzionale in un fatto personale, quasi plebiscitario. Il risultato? I consiglieri sembrano comparse, non protagonisti del dibattito politico calabrese.
Per i consiglieri, soprattutto di maggioranza, la situazione è particolarmente scomoda. Dovrebbero difendere la giunta e il lavoro fatto finora, ma si ritrovano di fronte a un presidente che di fatto dice: “Così non si può andare avanti, mollo tutto”. Il messaggio implicito è che il peso della Regione lo regge solo lui. Chi è in aula viene così delegittimato: come se il lavoro del Consiglio contasse poco o niente. E chi tra i consiglieri dovesse dissentire rischia di passare per traditore della causa o nemico interno.
In pratica, il Consiglio regionale viene messo all’angolo. Anziché essere il centro del confronto politico, diventa lo sfondo di una crisi tutta incentrata su Occhiuto. Il rischio è quello di alimentare ancora di più il distacco tra istituzioni e cittadini. Se la partita vera si gioca tra il presidente e Roma, e il resto sembra non contare, perché credere nella politica regionale?
Con questa mossa, Occhiuto ha ribaltato le regole del gioco. Ha fatto capire che, se lui se ne va, tutto si ferma. Ma così facendo ha anche tolto voce, spazio e legittimità ai suoi stessi consiglieri.
Gli uscenti dovranno faticare molto per convincere gli elettori. Ed è difficile riescano. Forse per questo si vocifera di non ricandidature in vista? E le voci sono incessanti.

Luigi Longo