Codice Rosso, Assolto per maltrattamenti in famiglia un reggino residente a Modena

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Non c’è reato, solo episodi generici
Assoluzione dal reato di maltrattamenti in famiglia aggravato dalla presenza di minori e
riqualificazione nel reato di percosse e minacce.
È questa la pronuncia del Tribunale Collegiale di Reggio Calabria, presieduto dalla dott.ssa Silvia
Capone, all’esito dell’udienza di oggi nei confronti di O.C., 38 anni, residente a Modena e domiciliato
a Reggio Calabria.
O.C. era stato accusato dalla moglie del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi,
aggravato dalla presenza dei figli minori, di cui all’art. 572, comma 2, c.p., per aver l’imputato posto
in essere – secondo la contestazione formulata dalla Procura – una serie di condotte violente che si
sarebbero protratte negli anni 2021-2024. Una ricostruzione che aveva portato il Giudice per le
Indagini Preliminari di Reggio Calabria ad applicare nei confronti dell’imputato la misura cautelare
del divieto di dimora in Calabria.
O.C., difeso dall’Avv. Roberto Ghini del Foro di Modena e dall’Avv. Giulio Nicotra del Foro di
Palmi, è stato prosciolto al termine dell’odierna camera di consiglio.
In sede di discussione, l’Avv. Giulio Nicotra ha ricostruito in modo analitico l’intero excursus storico
delle vicende contestate, scomponendo e distinguendo puntualmente i singoli episodi genericamente
e unitariamente contestati dall’organo di Procura.
Dall’istruttoria dibattimentale – ha evidenziato la difesa – è emerso sì un quadro familiare complesso,
segnato da frequenti tensioni, ma non la condizione di abituale sopraffazione e soggezione della
persona offesa nei confronti del marito richiesta dall’art. 572 c.p. per la configurazione del reato di
maltrattamenti. Ancor più rilevante è risultata l’emersione, nel corso dell’istruttoria,
dell’inattendibilità intrinseca del narrato della persona offesa, puntualmente confutato dalla
difesa mediante documentazione medica attestante l’assenza di qualsiasi lesione o sintomatologia nel
corso del giorno in cui si sarebbe verificata la più grave delle aggressioni contestate.
«Siamo soddisfatti del risultato» – ha commentato l’Avv. Roberto Ghini – «abbiamo affrontato il
giudizio con la consapevolezza di poter arrivare a una soluzione positiva. Troppo spesso il Codice
Rosso impone indagini serrate, da svolgersi in tempi brevissimi, e ciò può portare a ricostruzioni non
pienamente puntuali dei fatti. Siamo quindi felici che il nostro assistito possa finalmente tornare a
riabbracciare i figli, dei quali si è sempre occupato nonostante il divieto di soggiorno in territorio
calabrese».