Albinismo: giornata internazionale di sensibilizzazione a Dakar

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Lo scorso 13 giugno presso il centro culturale Douta Seck di Dakar, in
Senegal, in una conferenza di valenza internazionale si è discusso su
un tema che dovrebbe apparirebbe assurdo nella nostra epoca, ma che
ancora risulta del tutto attuale: la discriminazione degli albini. Una
odiosa prassi che continua a perpetuarsi in particolare in Africa,
fondata esclusivamente su false credenze ancestrali. La diversità,
infatti, è da sempre motivo di segregazione e persecuzione, ma per la
comunità albina, in alcuni zone di paesi come la Tanzania o comunque
la macroregione dei Grandi Laghi, dove le antiche credenze sciamaniche
sono a volte più radicate delle spiegazioni mediche, è quasi un
fatto culturale. È inoltre opinione diffusa che la nascita di un
bambino albino sia dovuta al tradimento della madre con un uomo bianco
o alla reincarnazione degli antichi coloni europei. Le persone con
questa rara malattia ereditaria, che causa una mancanza di
pigmentazione della pelle, dei capelli e degli occhi, sono vittime di
discriminazione in molte zone del continente culla dell’umanità,
dove sono vittime di violenza e talvolta uccise: parti dei loro corpi
sono usate nei rituali per propiziarsi la fortuna. Dal 2000 a oggi,
oltre 75 albini risulterebbero essere uccisi nella sola Tanzania. Sono
circa 17mila gli albini della Tanzania, e a causa degli atti di
violenza, molti di loro vivono protetti dal governo. È nel nord del
Paese che si concentrano i maggiori attacchi, soprattutto ai danni dei
minori. Le diverse parti del corpo vengono perlopiù utilizzate per
riti di stregoneria tribale. C’è chi pensa che ingerire pozioni
contenenti parti del corpo di un albino possa portare ricchezza. Tra
le credenze più diffuse c’è quella secondo cui avere rapporti
sessuali con una donna albina può guarire dall’Aids. Dal 2000 a
oggi sono 75 le persone uccise. Per un pezzo del corpo di un albino
c’è chi arriva a spendere 80mila dollari. Si tratta di un problema,
che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti
[http://www.sportellodeidiritti.org/]”, ritiene utile portare
nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica per
sensibilizzare tutti coloro che anche in Europa continuano a
discriminare gli albini, tenuto conto anche dell’inevitabile
esportazione di credenze popolari connessa ai fenomeni migratori dalle
zone dell’Africa in cui la segregazione assume una valenza culturale
e che può e dev’essere sconfitta.