Le riflessioni di Bruno Morgante
Cosa succede in Italia?
Non credo fantasioso il pensiero che centri di interesse che manovrano grossi capitali e che dispongono di forte peso nei media, nella politica, utilizzino persino gruppi o movimenti a loro antitetici, che hanno l’illusione di stare operando una rivoluzione nel Paese, per perseguire propri progetti di potere
di Bruno Morgante
Oggi pomeriggio mi sono messo a calcolare l’IMU per l’insistenza di mia moglie, angosciata dall’informazione televisiva e dai giornali che da tempo parlano di “stangata” che si abbatterà sulle famiglie italiane con la rata dell’IMU sulla prima casa.
Avevo proposto a mia moglie una piccola spesa per la casa, ma ella aveva risposto che prima di programmare spese extra dobbiamo sapere quanto dovremo pagare per l’IMU.
I maggiori esponenti dei partiti di maggioranza e di opposizione hanno, al centro delle loro esternazioni sui media, argomenti riguardanti le critiche al Governo sull’IMU.
Ho fatto il calcolo sulla aliquota base, utilizzando lo schema pubblicato dal Corriere della Sera ( rendita catastale più il 5%, moltiplicare la somma per 160 e calcolare lo 0,4% del prodotto ottenuto) e viene fuori una somma di 360 euro, che si riduce a 160 euro da pagare , dato che vi è la detrazione di 200 euro per la prima casa.
Con il pagamento in tre rate si pagano a Giugno poco meno di 60euro.
Ove il comune dovesse adottare per la prima casa l’aliquota minima dello 0,2% dovremmo avere rimborsata la prima rata pagata.
Ove dovesse adottare l’aliquota massima dello 0,6% (cosa impossibile perché i cittadini si ribellerebbero) la seconda e la terza rata sarebbero di poco superiori a 150 euro.
Lo comunico a mia moglie, dicendole che possiamo fare la spesa per la casa, in quanto la somma da pagare è sempre un piccolo salasso, ma non tale da sconvolgerci la vita e non diverso, anzi inferiore, se rimane l’aliquota base, della vecchia ICI.
Mi ha risposto che sicuramente ho sbagliato, anche perché “se fosse così facile calcolare l’importo non si capirebbe perché tutti gridano allo scandalo contro il Governo, fino a chiederne le dimissioni, perché, come affermano i partiti, non si sa a quanto ammonterà la batosta ingiusta che si abbatterà sulle famiglie, che hanno il torto di avere risparmiato una vita per farsi la casa dove abitano”.
“Inoltre”, mi incalza con logica sferzante, “la nostra casa, come volumetria, è sicuramente superiore alla media, per cui, secondo i calcoli da te fatti, la maggioranza delle famiglie, pagherebbero pochissimo, se non addirittura niente e la cosa è inverosimile, visto l’allarme mediatico che supera di gran lunga quello in riferimento alla riforma delle pensioni che ha sconvolto la vita a milioni di cittadini”.
Non riesco a convincerla e mi lascia dicendo che avrebbe chiesto lumi al CAF, dove dovrà recarsi per farsi fare la dichiarazione dei redditi.
Rifaccio i calcoli e mi esce sempre la stessa cifra.
Rinuncio e chiedo lumi ad un amico ingegnere e ad un amico commercialista, che mi confortano sulla esattezza dei miei calcoli e sul fatto che da noi, e nel Mezzogiorno in generale, la maggioranza delle famiglie, visti gli attuali valori catastali e il numero medio di vani delle abitazioni, sulla base dell’aliquota delo 0,4%, sarà esente o pagherà un’ imposta inferiore a cento euro, da rateizzare in tre rate.
Mi spiegano che l’imposta diventa pesante per le case oltre la prima ( lo 0,76%), specialmente se i comuni, come sta avvenendo, adotteranno l’aliquota massima (l’1,06%), come compensazione per l’aliquota minima adottata per la prima casa.
Nel Mezzogiorno, dove molti hanno lasciato disabitata la vecchia casa nel centro storico dei paesi, per costruirsi la casa nelle nuove zone residenziali, succederà il paradosso : questi pagheranno molto di più per la vecchia casa anche se disabitata.
Nessuno dei politici o dei sindacati sta, però, ponendo il problema del costo dell’IMU sulle case oltre la prima, anche perché sarebbe in contraddizione con la richiesta continua di tasse patrimoniali (l’IMU è una tassa patrimoniale progressiva oltre la prima casa) in alternativa all’alta pressione fiscale sui redditi da lavoro e sulle imprese.
Così come è una stangata per i fabbricati strumentali all’attività agricola ( stalle, fienili, deposito attrezzi, etc..), che vengono considerati, nel testo originale, seconde case, ma su cui il governo sta intervenendo per correggere una palese ingiustizia.
Faccio una verifica alla buona, senza pretendere di dargli valore scientifico, consultando delle persone che conosco, appartenenti a ceti sociali diversi e proprietari di case di volumetria diversa.
Dalla stragrande maggioranza degli interlocutori, al solo accennare al pagamento dell’IMU, sono venuti improperi contro il governo, i partiti e i politici, che sono tutti, a loro avviso, dei mangiapane a tradimento, che stanno spolpando il popolo con le tasse.
L’IMU, indipendentemente dal suo valore, sembra la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Invano tento di farmi dire per loro cosa è cambiato di sostanziale rispetto all’anno scorso, oltre alla stangata vera per chi era vicino alla pensione e all’inasprimento della lotta all’evasione fiscale.
E’ indubbio che l’Italia attraversa un periodo difficile e la politica, che dovrebbe essere in grado di indicare la strada per un futuro migliore e di dare speranza al popolo, è in profonda crisi e sembra aver perso la bussola e balbetta impaurita di fronte al malcontento popolare.
Assistiamo a dirigenti di partito che accettano di farsi processare da improvvisate assemblee di giovani, dando vita quasi a una seduta di autocoscienza, a partiti che inseguono le piazze elucubrando su democrazie dirette attraverso il web, anche per la gestione di fatti economici, di fatto delegittimando i propri dirigenti.
Tutti sono lì a gridare che per arrivare a un equilibrio nel bilancio dello Stato e per investire sulla crescita, invece di aumentare le tasse, bisogna tagliare gli sprechi nella spesa pubblica, senza però mai indicare cosa tagliare, per cui il governo è inefficiente e in colpevole ritardo rispetto all’individuazione dei tagli da effettuare.
Finalmente il governo annuncia, dopo sei mesi dal suo insediamento, di avere individuato la possibilità di tagli nella spesa pubblica per 100 miliardi nel breve periodo e per 300 miliardi nel medio periodo, e che procederà immediatamente a tagli per 4,2 miliardi in modo da scongiurare l’aumento dell’IVA previsto per Ottobre, il tutto senza dover toccare gli attuali servizi erogati dallo Stato, anzi aumentandone l’efficienza.
Dopo aver dato doverosamente la notizia il primo giorno nessuno ne parla o approfondisce l’argomento o lo commenta, nemmeno i giornali e i media in generale, anche se può rappresentare la soluzione di tutti i nostri problemi.
Ti saresti aspettato dibattiti sul perché di tanti colossali sprechi, sulle responsabilità, invece assistiamo a dibattiti, che avviliscono i cittadini, sulle sparate più demagogiche di esponenti di partiti, spesso responsabili dei colossali sprechi, che vengono riportate come avvenimenti politici.
Eppure il governo, che per molti aspetti sta deludendo, sta indicando la strada per uscire dal tunnel in cui ci troviamo e che permetterebbe non solo di alleggerire la pressione fiscale, ma anche di avere le risorse per programmare grandi cambiamenti: dalla riconversione degli assetti produttivi agli investimenti per l’assetto idrogeologico del territorio, per la messa in sicurezza di tutti gli edifici; dagli investimenti in ricerca e per le nuove produzioni nella green economy a una politica per una vera industria del turismo, inteso nella sua accezione più ampia, agli investimenti in ricerca e in nuovi insediamenti nella logistica delle merci, sfruttando la naturale conformazione dell’Italia che è quasi un unico grande porto, in cui i porti esistenti possono essere considerati dei moli, adagiato nel Mediterraneo.
Tutti gridano che l’attuale peso dell’imposizione fiscale è insostenibile ed hanno ragione. Non si individuano però i responsabili, che hanno reso necessario l’attuale livello di imposizione fiscale, per non andare incontro a situazioni , create da loro, più drammatiche per il Paese e per i lavoratori.
Questa mattina nei talk show, finita, secondo loro, l’attualità del terremoto, al centro del dibattito è ritornata l’IMU.
Ti viene il dubbio che sia una strategia di chi non può far valere apertamente le proprie ragioni e che sta operando per agevolare cambiamenti, soffiando sul giusto malcontento popolare, con l’obiettivo di nuovi rapporti di forza nel paese, superando quelli instauratosi nei primi anni novanta con la presunta rivoluzione giudiziaria.
Il ragionevole dubbio é che venga agevolato il peso di movimenti o di rivoluzioni che si sviluppano nella rete, per sua natura ancora confinata soprattutto al mondo giovanile, con una sovraesposizione mediatica, come è successo al movimento di Grillo nella prima metà dell’anno, con una presenza di circa cinque minuti ogni telegiornale, durante i quali a viva voce lanciava i suoi spot elettorali senza possibilità di contraddittorio e senza commenti da parte dei giornalisti.
Non credo fantasioso il pensiero che centri di interesse che manovrano grossi capitali e che dispongono di forte peso nei media, nella politica, utilizzino persino gruppi o movimenti a loro antitetici, che hanno l’illusione di stare operando una rivoluzione nel Paese, per perseguire propri progetti di potere.
Complici, più o meno coscienti, di questa strategia sono i partiti che hanno abbandonato la politica e che inseguono i sondaggi e i movimenti di opinione, sperando di rimanere al potere, rincorrendosi con sparate inverosimili e demagogiche, mentre la situazione imporrebbe Alta Politica , senso di responsabilità e visione lunga.
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