Polistena, Il Comitato a Tutela della Salute ha partecipato al Consiglio Comunale aperto, “chiediamo servizi sanitari dignitosi, accessibili, umani”
Dic 06, 2025 - redazione
Ieri, venerdì 5 dicembre, il Comitato a Tutela della Salute ha partecipato al Consiglio Comunale aperto convocato dal Sindaco e dall’Amministrazione comunale di Polistena.
Un momento importante, che non potevamo mancare, durante il quale abbiamo ribadito con fermezza la nostra posizione sulle nuove linee programmatiche del presidente Occhiuto e sul previsto accorpamento degli ospedali di Polistena e Locri in un’unica azienda sanitaria provinciale guidata dal GOM, documento già approvato dal Consiglio regionale.
Nel corso dell’incontro, molto partecipato e sentito, sono emerse con chiarezza tutte le criticità che da anni affliggono i nostri ospedali spoke e la medicina territoriale, ormai ridotta al minimo.
I cittadini chiedono soltanto ciò che dovrebbe essere garantito per diritto: servizi sanitari dignitosi, accessibili, umani.
Siamo preoccupati per il futuro e per la centralità del nostro ospedale: ci sarà ancora la volontà di portare a Polistena l’emodinamica? E il tanto atteso reparto di oncologia? E l’urologia? Tutti reparti previsti per uno spoke, ma che oggi restano solo sulla carta.
Quale vantaggio avrà il cittadino da questo accorpamento? Domande che continuano a rimanere senza risposta.
Nel frattempo, la gente non si sente più al sicuro.
Non ci sono più forza, risorse e voglia per continuare con i viaggi della speranza. E, paradossalmente, oggi neppure il Nord è più disposto ad accogliere il disagio sanitario che la Calabria è costretta a esportare ogni giorno: non hanno più bisogno di noi e ci stanno progressivamente escludendo anche attraverso l’autonomia differenziata.
La sanità nella Piana e nella Locride soffre, schiacciata da carenze strutturali e dalla mancanza di personale che paralizzano interi reparti e mettono a rischio la salute delle persone.
Per questo motivo, come rappresentante del movimento “Sanità, Calabria alza la testa”, invieremo una PEC al Sottosegretario di Stato Luigi Sbarra, nostro conterraneo con delega ai rapporti per il Sud, chiedendo un intervento urgente e concreto: la Calabria deve uscire immediatamente dal Piano di Rientro, un meccanismo che si è trasformato in una trappola, un circolo vizioso senza via d’uscita.
Non possiamo continuare a pagare gettonisti 100 euro l’ora: servono concorsi veri, assunzioni stabili, investimenti nei giovani professionisti calabresi. Serve valorizzare questi medici anche economicamente, così come accade per i magistrati che operano in aree considerate disagiate, tra cui la Calabria. I nostri giovani non devono essere costretti a partire, arricchendo altre regioni con le loro competenze e la loro umanità.
Stiamo organizzando un pullman con una rappresentanza della Calabria per recarci a Roma non appena il Sottosegretario Sbarra ci concederà un incontro.
Andremo nella capitale per far sentire, con ancora più forza, la voce di un territorio che non vuole più essere ignorato.
Perché oggi la Calabria non chiede privilegi: chiede giustizia, dignità e una sanità che metta al centro le persone.
E continueremo a lottare finché chi ha il dovere di ascoltare non risponderà finalmente alle reali esigenze dei cittadini.



