Il calcio dilettantistico nella provincia di Reggio Calabria al fallimento.Tra responsabilità bipartasan sul banco degli imputati la politica e le società calcistiche, nessuno escluso! Stadi chiusi al pubblico, la sconfitta di uno Stato miope!
Nov 23, 2025 - redazione
Il calcio dilettantistico nella provincia di Reggio Calabria al fallimento.Tra responsabilità bipartasan sul banco degli imputati la politica e le società calcistiche, nessuno escluso! Stadi chiusi al pubblico, il fallimento di uno Stato miope!
Un calcio malato di cui non possiamo dare la colpa esclusivamente al Prefetto di Reggio Calabria, che sta solo rispettando le leggi dello Stato Italiano. Strutture fatiscenti non a norma (per la verità va anche detto, che nelle stesse condizioni ci sono scuole, ospedali ecc… ma per miracolo rimangono aperti, insomma come al solito, figli e figliastri…), perché il Prefetto deve autorizzare? Senza una visione manageriale non si esce dal tracollo. I sindaci non hanno programmato negli anni nessuna riqualificazione degli impianti. Le Prefetture, non hanno assolto al compito di relazione tra la periferia e Roma nel promuovere finanziamenti per le amministrazioni locali. Il menefreghismo totale. Siamo all’abbandono.
Sono passati anni dalla costruzione dei campi sportivi, senza che nessuno abbia mai realmente messo mano per adeguarli. Per anni i sindaci si sono assunti la responsabilità di autorizzare le partite…poi hanno capito che il gioco non valeva la candela. Troppi i rischi personali. Ma la gran parte delle società calcistiche hanno fatto il resto. In mano a faccendieri senza scrupoli, che hanno lucrato sulle spalle di quei pochi dirigenti, innamorati del pallone, che si sono indebitati per far fronte alle spese annuali. Adesso senza pubblico tutto é diventato complicato. Gli italiani devono imparare dal calcio spagnolo ecc… in questi Paesi, ragazzi di 16 anni esordiscono in serie A. Da noi nel calcio dilettantistico la media dei giocatori e di oltre 35 anni. Una situazione paradossale. Non puntare sui giovani, una visione miope dei dirigenti e dei faccendieri nell’affossare il calcio. I presidenti spolpati scappano via da questo mondo del calcio…però sono rimasti i faccendieri…quelli che ogni anno si presentano nelle società, in crisi, per avere mano libera nella scelta dei giocatori e gestione, millantano soldi da sponsor, che non arrivano mai. Un meccanismo di spolpamento che ha rovinato società e persone fisiche.
A rimetterci gli innamorati del pallone i giovani e le famiglie che non hanno più una valvola di sfogo per i loro ragazzi. Il calcio nella nostra provincia aveva un enorme valore sociale. Per responsabilità di uno Stato inefficiente, associato a sanguisuga senza scrupoli di faccendieri calcistici.
Oggi tutto è finito.



