Operazione “Helios”: assolti perché il fatto non sussiste Genoese e Purrone, accusati di contiguità alla criminalità organizzata

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Il Tribunale Collegiale di Reggio Calabria, presieduto dalla Dott.ssa Silvia Capone, ha pronunciato nella giornata di ieri sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” nei confronti di Giglio Genoese e Francesco Antonio Purrone, imputati nel procedimento denominato Operazione Helios.

Il processo, che ha attirato una notevole attenzione mediatica per il coinvolgimento anche di esponenti politici e amministratori locali, riguardava presunti episodi di agevolazione di strutture criminali di vertice della ‘ndrangheta reggina nell’ambito della gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani nel Comune di Reggio Calabria.

Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura Distrettuale Antimafia, Giglio Genoese, dipendente con funzioni operative e di responsabilità della società A.V.R. S.p.A., e Francesco Antonio Purrone – anch’egli dipendente della predetta società – avrebbero posto in essere condotte funzionali agli interessi di storici sodalizi mafiosi cittadini. L’accusa, fondata essenzialmente sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e sulle intercettazioni telefoniche e ambientali, aveva richiesto la condanna di entrambi a 6 anni e 8 mesi di reclusione.

Nel corso del dibattimento, tuttavia, le difese – rappresentate dall’Avv. Andrea Alvaro per Genoese e dall’Avv. Carlo Morace, coadiuvato dall’Avv. Natasha Sarra, per Purrone – hanno evidenziato l’assenza di riscontri oggettivi alle dichiarazioni accusatorie e la piena legittimità dell’operato degli imputati nell’esercizio delle rispettive funzioni.

Il Tribunale ha accolto integralmente le argomentazioni difensive, pronunciando sentenza assolutoria piena per entrambi gli imputati e riconoscendo l’insussistenza del fatto contestato.

“Si tratta di una decisione di grande rilievo – ha dichiarato l’Avv. Andrea Alvaro – che restituisce piena dignità professionale e personale al Genoese, il quale ha sempre operato nel rispetto della legge e degli obblighi derivanti dal proprio ruolo all’interno di A.V.R. S.p.A. e che, proprio a cagione di questa vicenda, ha subìto un ingiusto licenziamento disciplinare”.

Con la sentenza di ieri si chiude, dunque, uno dei capitoli più delicati dell’indagine Helios, che ha avuto tra i suoi principali protagonisti proprio i due imputati oggi riconosciuti estranei alle condotte loro addebitate.