Cgil: “Dimissioni di Occhiuto atto di irresponsabilità istituzionale” 

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Mancate risposte, fuga dalla responsabilità ma anche dalla realtà. È questo il giudizio espresso dalla Cgil Calabria sull’operato dell’ex presidente della Regione Roberto Occhiuto e sulle sue dimissioni lampo frutto di una “decisione irresponsabile”.

Durante l’Esecutivo che si è svolto ieri a Lamezia Terme il Segretario Generale Gianfranco Trotta e la Segreteria, nonché i Segretari Generali dei territori e delle categorie, hanno ribadito il giudizio negativo sul mandato dell’ex governatore.

La scelta di dimettersi è per la Cgil un atto di irresponsabilità istituzionale, una decisione strategica a suo favore che lascia la Calabria bloccata su diversi fronti.

Ad Occhiuto il sindacato chiede conto di un diritto alla salute non esigibile e di un servizio di emergenza-urgenza in rovinoso stato sottolineando che la comunicazione politica dell’ex presidente, fatta di slogan e reel, non è stata seguita da fatti e gli annunci sono rimasti tali.

Preoccupa la Cgil la percentuale esigua di fondi Pnrr spesi e la mancanza di un piano industriale. Il sindacato denuncia la mancata convocazione del Tavolo sul Turismo e la pericolosa situazione degli ex lavoratori Abramo ora assunti in Connecta. Al momento solo alcune aziende sanitarie hanno fatto pervenire le cartelle cliniche da digitalizzare, tanto che in alcuni casi si sta ricorrendo alle ferie forzate. Se la situazione non dovesse sbrogliarsi i lavoratori saranno nuovamente esposti a condizioni di vulnerabilità.

Rimane bloccato a causa delle dimissioni del governatore anche il nodo Tis per quanto concerne gli esclusi dalla stabilizzazione. Il percorso previsto per loro non rientra nell’ordinaria amministrazione e per ora è costretto a fermarsi. Allarmante la circostanza che diverse amministrazioni comunali abbiamo stabilizzato per sole 12 ore a settimana i lavoratori e le lavoratrici – denuncia Cgil –  con salari mortificanti e notevolmente ridotti rispetto alla fase precedente. Una situazione simile è quella degli ex Lsu e ex Lpu. Da tempo l’organizzazione sindacale è impegnata in richieste e Tavoli affinché venga loro ampliato l’orario di lavoro, ma la Regione non ha tenuto fede a quanto concordato in merito ad una piena contrattualizzazione di questo bacino.

Sull’Alta Velocità la Cgil è costretta ad ammettere di averci sempre visto giusto. Da anni il sindacato ha denunciato l’assenza dei fondi e di una vera e propria mancata volontà e interesse a completare la linea ferroviaria fino a Reggio Calabria. Ora l’Alta Velocità è stata definitivamente cancellata con buona pace di chi tacciava Cgil di allarmismo. Ma se in Calabria è sempre più difficile arrivare, questo governo e l’ex governatore puntano sul Ponte come opera strategica e come diversivo per mettere sotto al tappeto la disastrosa situazione infrastrutturale.

Rimane eclatante la situazione in cui versa il nostro territorio, dal dissesto idrogeologico all’allarme incendi, alle frane chiediamo da anni un piano straordinario di assunzioni in Calabria Verde e non condividiamo affatto la proposta di privatizzazione della gestione della manutenzione avanzata da questa giunta.  Anche sull’energia chiediamo un nuovo piano energetico e denunciamo un mancato coinvolgimento negli investimenti sul territorio delle partecipate.

Mai convocato anche il Tavolo sugli Anziani. In un territorio destinato all’inverno demografico, ricco di aree interne senza servizi e infrastrutture, emarginare gli anziani, cioè il 27 per cento dell’attuale popolazione significa mortificare gli anziani di oggi e non costruire nulla per quelli di domani. Senza dimenticare che la Calabri è la regione con il maggior numero di pensioni minime di tutta Italia. Lasciare che la salute sia un diritto solo per chi può permettersela significa svilire la Costituzione e foraggiare la sanità privata. Un welfare carente e servizi insufficienti non pesano solo sui pensionati, ma anche sui giovani d’oggi che vanno altrove a cercare una migliore qualità della vita.

La Regione che non ha mai avviato un confronto serio sulle politiche industriali sostenibili, né definito un piano energetico capace di rispondere alle reali esigenze dei calabresi. La Calabria  oggi subisce il fallimento della Zes Unica la quale, anziché essere rafforzata con risorse adeguate, viene ulteriormente indebolita dall’estensione ad altre regioni senza alcun incremento dei fondi disponibili.

Alla Cgil Calabria non interessa entrare nel toto nomi di chi sfiderà il centro destra nelle imminenti elezioni regionali. Interessa che le forze politiche trovino unità sui temi del lavoro delle infrastrutture, della sanità, delle politiche sociali, energetiche e industriali nonché dei trasporti, di Terziario e Servizi in modo da affrontare la competizione elettorale con una coalizione ampia e unita, senza divisioni e personalismi.