Uil, “Pensionati attivi, giovani in fuga. Serve un piano straordinario per la Calabria”

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I dati contenuti nel Rapporto Inps 2025, recentemente illustrati alla Camera e ripresi dalla stampa nazionale, restituiscono l’immagine di un Paese che invecchia lavorando e che continua a perdere giovani risorse, in particolare nelle regioni del Sud come la Calabria.

Il dato che colpisce in modo particolare è la presenza crescente di pensionati che restano attivi per necessità economica. In Calabria, come nel resto del Mezzogiorno, questa tendenza è ancora più accentuata a causa di pensioni più basse della media nazionale, di un sistema di welfare carente e della mancanza di servizi di prossimità per la popolazione anziana.

“Non possiamo ignorare – dichiara Francesco De Biase, Segretario generale Uilp Calabria – che in Calabria molti pensionati continuano a lavorare, spesso in condizioni di fragilità, per sostenere figli disoccupati o nipoti in cerca di prospettive. È un carico sociale enorme che lo Stato continua a sottovalutare”.

Mentre aumentano i pensionati “in fuga” all’estero per vivere con dignità con un assegno esente da carichi fiscali in Paesi dove la vita costa meno, come Albania o Spagna, in Calabria il fenomeno assume tratti paradossali: si lavora da pensionati, ma i giovani lasciano la regione per mancanza di occupazione e stabilità.

A fronte di un’età media di uscita dal lavoro salita a 64,8 anni e di una spesa pensionistica crescente, la Calabria resta una delle regioni più penalizzate dalla precarietà del lavoro giovanile, dal gender pay gap e dalla penalizzazione sulla maternità, come sottolineato anche dall’Inps.

La Uilp Calabria lancia dunque un appello chiaro al Governo nazionale e alla Regione: Serve un Piano straordinario per l’invecchiamento attivo, il sostegno ai pensionati in difficoltà e il ritorno dei giovani nel tessuto economico calabrese.

“Chiediamo – conclude De Biase – misure fiscali di sostegno, investimenti nei servizi territoriali, incentivi per chi rientra e un impegno serio per evitare che le pensioni diventino l’unico ammortizzatore sociale del Sud”.