Federcaccia Calabria, “Procedimento V.INC.A erroneo”

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Il Decreto V.Inc.A. licenziato il 2 luglio 2025 dalla Struttura Tecnica di Valutazione in seno al Dipartimento regionale Ambiente, ai fini dell’approvazione del Calendario Venatorio regionale 2025/26, si è rivelato gravemente viziato, tecnicamente ingiustificato e ancora una volta penalizzante per l’attività venatoria, precludendo l’esercizio in diverse aree ZSC, limitando l’arco temporale in tutte le altre e, quel che è peggio, fissando la data di apertura della caccia addirittura al 1° novembre nella enorme ZPS Costa Viola, nonché nelle ZSC (Murge di Strongoli, Timpa di Cassiano Belvedere, Vallone S. Elia, Monte Scrisi, Torrente San Giuseppe e Madama Lucrezia)! Un mese di attività venatoria sottratta a migliaia di cacciatori residenti nel territorio metropolitano di Reggio Calabria e delle province di Crotone, Catanzaro e Cosenza. Per Federcaccia e Italcaccia tale provvedimento amministrativo risulta inaccettabile oltre che ingiustificato e viziato dalla mancanza di fondamenti tecnici e legislativi, oltre a essere mortificante e lesivo per tutti i cacciatori.

Un provvedimento che in buona sostanza si associa al continuo proliferare di Progetti di legge regionale di istituzione di nuove Riserve e Mini Parchi (Parco del Coriglianeto), in una regione come la Calabria che ha ampiamente superato i limiti previsti per questi Istituti, andando ben oltre il 26% del territorio previsto dalla Legge regionale e persino oltre il 30% della Legge nazionale come soglia massima delle aree inibite all’esercizio venatorio.

A seguito di una prima richiesta di revisione, con cui si denunciavano i numerosi errori e irregolarità, cui ha fatto seguito anche una diffida formale il 28 luglio scorso, ieri (30 luglio) è stato pubblicato il nuovo Decreto V.Inc.A., n. 11129 del 29 luglio 2025, del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, che ha rettificato parzialmente il Decreto V.Inc.A. precedente, emendandolo in particolare di abusive chiusure della caccia in ben 19 ZSC (zone speciali di conservazione, di cui alla Direttiva Habitat), in quanto motivate con la presenza di specie di avifauna tutelabili solo attraverso la Direttiva Uccelli. Certamente tale ravvedimento è un risultato importante, che restituisce all’esercizio venatorio moltissime aree delle cinque province nelle quali, con il precedente Decreto, era stata immotivatamente preclusa la caccia. Ciò però non può in nessun modo essere ritenuto risolutivo, poiché l’ultimo provvedimento ha sanato solo in parte le aberranti e ingiustificate misure che continuano a limitare incomprensibilmente altri importanti territori, nei quali permane l’ingiustificata prescrizione dell’apertura della caccia al 1° novembre 2025, come nel caso della ZPS Costa Viola e nelle ZSC (“Murge di Strongoli”, “Vallone S. Elia”, “Timpa di Cassiano Belvedere”), mentre nella ZSC “Madama Lucrezia” all’11 ottobre 2025!

Nonostante siano state rimosse già nel 2024 le specie di avifauna abusivamente tutelate dalle misure di conservazione delle ZSC regionali (DGR n. 3 del 23.01.2024 e DGR n. 694 del 29.11.2024) a seguito di reiterate richieste della Commissione Europea e del MASE, con il nuovo Decreto V.Inc.A. n. 11129 del 29 luglio, si persevera nell’applicazione di ingiuste limitazioni, tra le quali per alcune ZSC (“Murge di Strongoli”, “Vallone S. Elia”, “Timpa di Cassiano Belvedere”), è stata prescritta l’apertura della caccia al 1° novembre 2025 e nella ZSC “Madama Lucrezia” all’11 ottobre 2025! Sorprendentemente, nel Decreto, si continua a riferire impropriamente, nella presenza di varie specie di uccelli, la motivazione di tale posticipazione dell’apertura generale della caccia, “in quanto sono presenti habitat di specie d’interesse conservazionistico”, come a dire che i cacciatori e i loro ausiliari potrebbero danneggiare l’habitat dei rapaci, dei picchi e di altre specie… È chiara quindi la volontà di reiterare surrettiziamente la tutela dell’avifauna nelle ZSC durante il periodo migratorio, non curanti del fatto che ciò espone la Regione Calabria a ricorsi dinanzi al TAR e a ulteriori contenziosi con la Commissione Europea.

Analogamente, nella grande ZPS “Costa Viola” l’apertura della caccia al 1° novembre viene motivata con la sua importanza per la “migrazione primaverile dei falconiformi”, la presenza di “rupi costiere, che formano alte falesie, ricche di specie rupicole” e per la presenza di specie di uccelli pelagici, comunque tutte specie per la quali la caccia è già vietata in generale. Tale motivazione è infondata e l’attività venatoria (lo dimostrano anni di monitoraggio), non ha mai creato incidenze negative o minacce alle specie oggetto di tutela!  Non bastasse, in tal modo si preclude anche la caccia ai mammiferi, come la lepre, la volpe e il cinghiale, che non possono essere oggetto di tutela ai sensi della Direttiva Uccelli.

Oltre alle problematiche di cui sopra, nel nuovo provvedimento permangono divieti e misure, incongruenti ed esorbitanti rispetto alla corretta applicazione delle Direttive, come l’immotivato avvio dell’attività venatoria solo all’ 1 ottobre per tutte le ZSC e l’indiscriminato divieto dell’utilizzo delle munizioni di piombo in tutte le ZSC, a prescindere da quanto stabilisce il Regolamento UE e la norma statale.

Nondimeno, stupisce questa posizione della Regione Calabria anche alla luce delle proposte portate e supportate sotto il profilo tecnico nella Consulta Faunistico Venatoria, dove il 1° aprile si erano condivise le modalità e si era discusso anche a proposito delle vicende scaturite dalla procedura d’infrazione comunitaria sulla non corretta gestione delle ZSC da parte delle Regioni italiane, Calabria compresa.

Le immotivate, lesive limitazioni e prescrizioni, introdotte con il primo e confermate con il secondo Decreto inerente la V.Inc.A. al Calendario Venatorio regionale 2025/26 rappresentano in ogni caso un attacco frontale al mondo venatorio calabrese, rispetto al quale si intende reagire fermamente. Federcaccia, con l’ausilio dei propri uffici e consulenti tecnico-legali, ha trasmesso, appena pubblicato il Decreto V.Inc.A., un’articolata e motivata richiesta di riesame e di rettifica del medesimo atto, corredata da documentazione comprovante la fondatezza delle proprie richieste. Dopo due settimane da tale richiesta, non risultando esaustive indicazioni di rettifica della V.Inc.A. e delle Delibere che in parte hanno generato tale problematica, abbiamo provveduto a presentare formale diffida alla Regione ad adempiere e ad emanare sollecitamente anche il Calendario Venatorio.

Pertanto, ancora una volta ci si rivolge agli Assessori competenti di Agricoltura e Ambiente auspicando in un risolutivo intervento della Giunta Regionale,  sulla base delle fondate istanze del mondo venatorio per porre rimedio alle aberranti e ingiustificate prescrizioni della V.Inc.A. e di talune misure di conservazione delle ZPS e ZSC, al fine di pervenire in modo equilibrato alla tanto attesa e agognata approvazione del Calendario Venatorio, che ancora una volta avviene con inaccettabile ritardo. In secondo luogo, ove la Giunta Regionale e gli Assessorati competenti, non dovessero porre il giusto rimedio ai gravi impedimenti scaturenti dalla V.Inc.A., ci si riserva di valutare ogni ulteriore iniziativa per rivendicare le sacrosante istanze del mondo venatorio a tutela dei diritti dei cacciatori calabresi.

Da ultimo, una nuova fase della vicenda annosa del Piano Faunistico venatorio, che dopo essere naufragato qualche anno fa, è ora affidato dalla Regione ad un gruppo di giovani tecnici in qualche modo supervisionati da ISPRA. Federcaccia ha partecipato, con una delegazione dell’Ufficio Studi, all’illustrazione degli atti preliminari dell’altro ieri, reiterando ancora una volta richieste e proposte, già trasmesse con atti e documenti al Dipartimento competente.

Anche su questo tema manterremo la massima attenzione, ribadendo l’assoluta necessità di un percorso partecipativo aperto al contributo del mondo venatorio nel suo complesso, disponibili, per quanto ci riguarda, a fornire come sempre una costruttiva collaborazione.