Processo “Rimborsopoli”, dopo l’assoluzione dell’ex Presidente del Consiglio regionale calabrese Giuseppe Bova, “io e la mia famiglia abbiamo dovuto subire tutto questo periodo, vissuto come un incubo, come un macigno tanto opprimente quanto immeritato”
"Ho sempre agito, avendo l'orizzonte dell'uguaglianza di tutti i cittadini e della Costituzione repubblicana, nel pieno rispetto della legge e, dove in Regione c'era un vuoto legislativo, contribuendo a proporle e ad approvarle"Lug 21, 2025 - redazione
l 18 luglio di quest’anno si è concluso il primo grado del processo sulla cosiddetta Rimborsopoli alla Regione Calabria con l’assoluzione piena di molti imputati e, tra questi, io stesso.
Sono trascorsi quasi tredici anni da quando la Guardia di Finanza venne nel mio ufficio in Consiglio regionale a chiedere le carte delle spese del Gruppo Misto di cui ero Presidente. Tanti. Troppi per chiunque; di più ancora per chi, come me, era consapevole che non sussisteva nessuna colpa per cui essere giudicato.
C’è dietro questa storia, oggettivamente, un voler mettere ancor più alla prova di una verifica severa e specifica chi, come me, era stato fondatore in Calabria del Movimento “A Testa Alta” e aveva contribuito a mettere ordine nella gestione di comparti assai delicati della vicenda regionale: con la prima legge sulla forestazione e il primo piano triennale del settore, da Assessore al ramo; con l’azzeramento dei debiti della Sanità, da Vice Presidente della Giunta e Assessore al Bilancio; con la drastica riduzione dei mono gruppi, dei gruppi in generale e della spesa per il loro mantenimento, da Vice Presidente prima e da Presidente del Consiglio dopo.
Di tantissime altre cose fatte e risolte, in più anni di impegno regionale, non scrivo qui e ora, tranne di una.
Ero io il Presidente del Consiglio regionale che ha dovuto fronteggiare la barbara uccisione del Vice Presidente consiliare Francesco Fortugno per mano politico-mafiosa e dovuto successivamente far fronte al terribile attacco senza precedenti che l’Istituzione aveva subito.
Ho sempre agito, avendo l’orizzonte dell’uguaglianza di tutti i cittadini e della Costituzione repubblicana, nel pieno rispetto della legge e, dove in Regione c’era un vuoto legislativo, contribuendo a proporle e ad approvarle.
Malgrado tutto questo io e la mia famiglia abbiamo dovuto subire tutto questo periodo, vissuto come un incubo, come un macigno tanto opprimente quanto immeritato.
Ma ora la verifica severa si è conclusa con un giudizio di assoluzione piena.
Cosa dire ancora: ringrazio quanti mi sono rimasti vicini e il mio avvocato per il lavoro svolto. Concludo dicendo che non ho mai avuto motivi o compiuto atti per cui era d’obbligo abbassare il capo, ma all’opposto affrontando, senza spocchia e con dignità, anche questioni e momenti difficili sempre a testa alta.
Giuseppe Bova