Sei furti in sette anni alla Centrale elettrica a biomassa in Contrada Vatoni. Il presidente Luigi  Longo della Piana Energie Rinnovabili: “O lo Stato dà una risposta veloce, altrimenti, meglio abbandonare l’idea di fare  impresa nella nostra Calabria “. VIDEO

GIOVEDI 10 LUGLIO ORE 18,00 MANDIAMO IN ONDA LE IMMAGINI VIDEO DEL CIRCUITO INTERNO DELLE TELECAMERE CON I BALORDI IN AZIONE ALLA CENTRALE A BIOMASSA DI TAURIANOVA. AIUTATECI AD IDENTIFICARLI
banner bcc calabria

banner bcc calabria

Sei furti in sette anni alla Centrale elettrica a biomassa in Contrada Vatoni. Il presidente Luigi  Longo della Piana Energie Rinnovabili: “O lo Stato dà una risposta veloce, altrimenti, meglio abbandonare l’idea di fare  impresa nella nostra Calabria “

Dal 2018 ad oggi sono sette i furti perpetrati ai danni della Centrale elettrica a biomasse, danni per milioni di euro oltre a macchinari e furto di rame, oltre la mancata produzione di energia elettrica per anni dovuta al fermo dell’impianto. Una situazione incresciosa che sta mettendo a dura prova la vita della stessa azienda e dei dipendenti. Nella prime ore della notte del 9 luglio, un gruppo di balordi, almeno cinque persone così come individuate dalle telecamere della Centrale, hanno agito per rubare e sottrare all’impianto, macchinari costosissimi e almeno 500 metri di rame. Oltre al grave danno economico, la beffa che impedisce alla Centrale di produrre energia elettrica. Il presidente Luigi Longo della “Piana Energie Rinnovabili”, dichiara quanto segue: 


“È complicato andare avanti dopo aver subito in sette anni sei gravi furti e la conseguenza del fermo delle attività di ripristino della Centrale. Una situazione diventata insostenibile dove è venuta meno la voglia di andare avanti. Sono disposto a continuare se vengono assicurati ed individuati alla giustizia i responsabili di tali crimini in tempi brevi, diversamente sarò costretto a lasciare ogni ruolo operativo compreso, con mio grande rammarico, il quotidiano online “Approdo Calabria”. 
Continua Longo, “Non credo si tratti della cosiddetta microcriminalità, secondo me c’è all’interno un disegno criminoso e molto più complesso, e non dirò un’eresia se dietro ci fosse ‘ndrangheta, solo per un punto ben preciso, secondo me i furti in sette anni non potevano essere commessi senza un esplicito assenso delle famiglie della ‘ndrina locale. Ma se io fossi stato colluso con la ‘ndrangheta, molto probabilmente lo avrei o non lo avrei subito questo danno enorme in questi sette anni? Siccome io sono un uomo libero e l’ho dimostrato ampiamente al Porto di Gioia Tauro, o lo Stato interviene o io sarò costretto ad arrendermi e mollare tutto, con il pensiero fisso anche di lasciare la Calabria”.