Operazione “Medusa”, Traffico di migranti: in corso operazione internazionale della Procura Distrettuale di Reggio Calabria e della Polizia di Stato, 25 arresti. I Dettagli
Lug 08, 2025 - redazione
La Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria guidata dal dott. Giuseppe Lombardo, nei confronti di 25 soggetti di nazionalità turca, irachena, georgiana, russa, moldava e ucraina, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso, con l’aggravante della transnazionalità, nonché del reato di ricettazione.
L’operazione, scattata all’alba di oggi in Italia, Georgia, Ucraina, Turchia, Moldavia e Grecia, riguarda ulteriori 43 cittadini stranieri indagati in stato di libertà per i medesimi titoli di reato.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dagli investigatori della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, hanno consentito di ricostruire un network internazionale criminale articolato su quattro distinte organizzazioni perfettamente strutturate per garantire il passaggio dei migranti clandestini dai porti della Turchia fino alle coste italiane, lungo la rotta del Mediterraneo orientale.
Secondo quanto emerso dalle indagini, le associazioni avrebbero operato in maniera sinergica, nell’ambito una rete transnazionale specializzata nel traffico clandestino di migranti, con precisa distinzione di compiti e finalità.
In particolare, la “frangia ucraina” e la “frangia moldava” avrebbero avuto il compito di reclutare gli scafisti; della “frangia georgiana” avrebbero fatto parte gli intermediari finanziari e gli istruttori alla navigazione (la Georgia infatti emergeva come luogo di addestramento degli scafisti e sede del gruppo operativo, oltre che terminale dei finanziamenti/pagamenti).
In ultimo, la “frangia turca”, operativa fra la città di Istanbul e i diversi luoghi di imbarco delle coste turche, con il compito di organizzare le partenze e gestire i rapporti con i migranti da trasportare ed i loro parenti.
Ogni sbarco prevedeva il reclutamento degli skipper che venivano inviati nelle zone di imbarco, situate principalmente in Turchia, nelle aree costiere vicine alle città di Bodrum, Izmir e Marmaris, dove venivano nel frattempo convogliati i migranti intenzionati a partire per raggiungere le coste italiane.
Le traversate venivano, poi, affrontate a bordo di barche a vela di circa 12/15 metri, a bordo delle quali i migranti, dietro pagamento variabile tra i 4.000 e i 12.000 dollari, venivano stipati all’inverosimile al fine di massimizzare i profitti.
L’approfondimento dei flussi finanziari, effettuato anche tramite i collaterali esteri interessati sui circuiti internazionali MoneyGram e Western Union, ha consentito di cristallizzare il quadro indiziario in ordine al reato di ricettazione per alcuni soggetti risultati i destinatari ultimi del denaro provento illecito del traffico di migranti.
Sono emersi, infatti, trasferimenti di cospicue somme di denaro da parte di alcuni indagati con il ruolo di finanziatori in favore di parenti e/o familiari degli scafisti, a titolo del compenso precedentemente pattuito.
L’incrocio dei dati provenienti dalle conversazioni intercettate, per la cui traduzione è stato necessario il lavoro di decine di interpreti, con l’analisi delle innumerevoli movimentazioni di denaro e le dichiarazioni rese dai migranti approdati in Italia, ha consentito ai Magistrati reggini ed agli operatori della Polizia di Stato di ricostruire più di trenta episodi di sbarco, tra il 2018 ed il 2022, con quasi duemila cittadini stranieri giunti in Italia ed un volume d’affari stimato nell’ordine di dieci milioni di euro.
Avviata dalla Procura Distrettuale Antimafia reggina, la cooperazione internazionale ha riguardato, in un primo momento, le Autorità di Polizia, interessando i collaterali organismi di Turchia, Ucraina, Malta, Polonia e Grecia. Parallelamente, l’Agenzia EUROPOL ha elaborato alcuni report di analisi sulle convergenze investigative emerse sul piano internazionale nei confronti dei target di interesse.
Sulla base dei dati acquisiti, in un complesso lavoro di coordinamento agito dalla DDA di Reggio Calabria e dalla DNA, sono stati poi sollecitati, tramite lo strumento all’Ordine di indagine Europeo (OIE) o di Mutual Legal Assistance Request (MLA), gli Uffici di Procura di Malta, Polonia, Grecia, Albania, Georgia, Montenegro, Turchia, Slovacchia, Ucraina, Moldavia.
L’importante contributo di EUROJUST, EUROPOL e SERVIZIO per la COOPERAZIONE INTERNAZIONALE di POLIZIA ha consentito anche l’esatta identificazione all’estero degli indagati.
Disposto anche il sequestro di tre milioni e trecentomila euro considerati provento dell’attività criminale.
Le indagini sono ancora in fase di indagini preliminari e gli indagati vanno considerati non colpevoli fino a sentenza definitiva di condanna.