Tavernise (M5S): “Ogni aggressione a un operatore sanitario è una ferita alla nostra civiltà”
Lug 04, 2025 - redazione
Ho appena depositato una proposta di legge che considero una priorità non solo politica, ma etica e civile. La sicurezza del personale sanitario e sociosanitario non può più essere rimandata né lasciata alla sola repressione dei reati: deve diventare parte integrante della tutela del diritto alla salute. E questo diritto si realizza appieno solo se chi lo garantisce ogni giorno – medici, infermieri, operatori sociosanitari – può lavorare in condizioni di sicurezza e rispetto.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una crescita inaccettabile degli episodi di violenza – fisica, verbale, psicologica – nei confronti del personale sanitario, in particolare nei Pronto Soccorso, spesso sovraffollati e lasciati soli ad affrontare emergenze continue. Solo nel 2023 sono state registrate oltre 16mila segnalazioni di aggressione. È evidente che l’attuale quadro normativo, nonostante le recenti modifiche introdotte a livello nazionale, non è sufficiente a contenere un fenomeno che non è più episodico, ma sistemico.
Non possiamo aspettare il prossimo episodio per indignarci. Con questa legge regionale voglio dare alla Calabria uno strumento concreto per prevenire e contrastare la violenza nei luoghi di cura. Un impianto normativo che non si limita a inasprire le pene, ma agisce in profondità: sulla formazione, sul monitoraggio, sulla prevenzione, sul supporto psicologico e legale agli operatori vittime di aggressioni.
La proposta prevede, tra le altre cose, la definizione di linee guida vincolanti per tutte le strutture pubbliche – e di riferimento per quelle private – con obblighi precisi: dalla creazione di piani aziendali per la prevenzione della violenza, all’installazione di sistemi di sicurezza come i pulsanti antipanico, alla raccolta sistematica di dati sugli episodi di aggressione, fino alla predisposizione di protocolli d’intesa con le forze dell’ordine per garantire interventi tempestivi.
Sono convinto che la sicurezza dei luoghi di cura sia una responsabilità collettiva. Per questo ho voluto che la legge prevedesse la costituzione di un Tavolo tecnico permanente, con la partecipazione delle ASP e delle rappresentanze sindacali del personale medico e sanitario, per aggiornare periodicamente le misure e adattarle all’evoluzione del rischio. Per questo ho ritenuto giusto rafforzare il ruolo del Dipartimento regionale competente, chiamato a vigilare sull’attuazione delle linee guida e a relazionare annualmente al Consiglio regionale.
Una legge, infine, senza costi aggiuntivi per le casse pubbliche, ma che può contare su risorse già disponibili e su eventuali incentivi futuri per le strutture che si adeguano volontariamente.
È un atto di giustizia e di riconoscenza verso chi ha scelto di dedicare la propria vita a prendersi cura degli altri. È un segnale chiaro: non lasceremo soli gli operatori sanitari. È il minimo che possiamo fare per restituire dignità, serenità e fiducia al nostro sistema sanitario.