‘Ndrangheta, arrestate 8 persone in Calabria per estorsione, usura e intestazione fittizia di beni. I dettagli
Mag 20, 2025 - redazione
Nella mattinata odierna, 20.05.2025, nel territorio del circondario di Lamezia Terme, i
Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro ed agenti della Polizia di Stato di
Catanzaro e Lamezia Terme, con il coordinamento della Procura della Repubblica –
Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione ad un
provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti
di 8 indagati (6 in carcere, 2 agli arresti domiciliari), sulla base della ritenuta sussistenza di
gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui,
rispettivamente, “associazione di tipo mafioso”, “estorsione”, “usura”, “intestazione
fittizia di beni”, “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di
soggetti detenuti”, “detenzione di armi da fuoco”, nonché al sequestro preventivo dì una
società di autonoleggio e di una somma di denaro per un ammontare di 7.820,00 €.
L’indagine – condotta dal Nucleo Investigativo di Lamezia Terme dal giugno 2020 al
settembre 2023, attraverso attività tecniche ed arricchita da emergenze di altri procedimenti
penali riguardanti fatti delittuosi accaduti nel 2024 – ha permesso di appurare la perdurante
operatività della cosca lANNAZZO, in una fase successiva alTesecuzione di più ampie
operazioni di polizia che hanno condotto, il 14 maggio 2015 e 22 febbraio 2017, alla
decimazione della compagine associativa lANNAZZO – CANNIZZARO – DAPONTE.
Il peculiare momento storico inquadrato dall’inchiesta è quello successivo all’esecuzione
delle misure cautelari del procedimento comunemente denominato “ANDROMEDA”,
caratterizzato dalla decimazione della citata compagine associativa ndranghetista e dai
conseguenti sforzi dell’associazione familistica di riorganizzare e riprendere le attività
illecite costituenti il programma sociale. Tali sforzi sono stati resi più complicati da eventi
esiziali perla vitalità’del clan; come il passaggio in giudicato delle sentenze di condanna del
capocosca e la detenzione degli altri consociati. In questo momento di fibrillazione del
gruppo, sono risultate fondamentali le figure della moglie del boss e di uno deisuoi uomini
più fidati, mai coinvolti nelle precedenti vicende giudiziarie. Quest’ultimi si erano fatti
carico di fronteggiare la momentanea carenza di risorse economiche e la correlata necessità
di rinvenire fondi per sostenere le spese legali e sostentamento dei carcerati, raccogliendo
denaro da soggetti estorti o conniventi e conducendo attività economiche fittiziamente
intestati a terzi.
Di fatti, Torganizzazione criminale, operante nei quartieri di Sambiase e Sant’Eufemia di
Lamezia Terme (comprensiva delTarea industriale), in una composizione soggettiva più
ridotta a causa della detenzione della maggior parte dei consociati, per il tramite della
moglie del capocosca, ha continuato a esercitare il controllo del territorio, intervenendo nei
litigi e nelle controversie civilistiche tra privati o assicurando “protezione” da aggressione
al patrimonio e alTincolumità personale, e a compiere attività di estorsione e usura,
reinvestendo i capitali accumulati in aziende di comodo gestite in maniera occulta, ma di
fatto formalmente intestate a soggetti terzi “fittizi”.
Nello specifico è emerso che il sodalizio mafioso, anche al fine di eludere le disposizioni di
legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, attribuivano fittiziamente le quote
di una società di autonoleggio, presente nella zona dell’aeroporto, a un prestanome che
gestiva l’azienda coadiuvato dalla moglie, dipendente dell’impresa, eseguendo le direttive
e operando sotto il controllo dei proprietari e amministratori occulti, che mensilmente
raccoglievano i dividendi provento dell’attività.
Alcune direttive sulla gestione degli affari di famiglia, provenivano anche dal carcere, dove
il figlio del boss riusciva, attraverso un cellulare occultato nella cella, a comunicare
alTestemo.
Agli atti del fascicolo, sono presenti degli episodi di estorsioni, di cui Tultima in ordine di
tempo, tentata ai dcuini di un imprenditore edile che aveva appena comprato un capannone
nell’area industriale. In un’altra occasione, gli odierni arrestati, con minacce esplicite e
implicite di azioni violente contro la persona o i suoi beni in caso di rifiuto che sarebbero
state perpetrate da esponenti della cosca lANNAZZO-CANNIZZARO-DAPONTE,
costringevano un debitore dell’autonoleggio, a pagare una somma di denaro superiore a
2.150 €, quale riscossione di un credito controverso senza ricorrere ad azioni legali.
Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini
preliminari.
Il