Il GOM di Reggio Calabria mette al servizio dei calabresi le sue professionalità

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Come comunicato nei giorni scorsi dall’Università della Calabria (UNICAL), è nata una importante collaborazione tra l’Ospedale di Reggio Calabria e quello di Cosenza in virtù della quale gli specialisti reggini daranno supporto ai colleghi cosentini per complessi interventi cardiochirurgici salvavita.

Tale collaborazione si è concretizzata già nei giorni scorsi con il prezioso contributo offerto dagli specialisti della UOC Cardiochirurgia di Reggio Calabria, diretta dal Dr. Pasquale Fratto, che hanno preso parte ai primi interventi a Cosenza con la tecnica “TAVI”, già sperimentata con successo al G.O.M..

Cos’è la TAVI: si tratta di una procedura mininvasiva di cardiologia interventistica che consente di sostituire la valvola aortica danneggiata con una protesi cardiaca.

La partnership, proposta dall’UNICAL, è stata sostenuta dai rispettivi vertici, Vitaliano De Salazar e Tiziana Frittelli, che ha confermato il sostegno alla collaborazione avviata dal predecessore Gianluigi Scaffidi.

Di forte impulso al progetto è stato l’arrivo presso l’UNICAL, nel ruolo di professore straordinario, del luminare della cardiologia Ciro Indolfi, grande esperto sulla “Tavi”.

La convenzione prevede la presenza, durante gli interventi Tavi all’Annunziata, di un’équipe altamente qualificata del G.O.M. di Reggio Calabria, composta da cardiochirurghi, perfusionisti e strumentisti, guidata dal Direttore della Cardiochirurgia, Pasquale Fratto.

Del team fanno parte, oltre agli stessi Indolfi e Fratto, i primari Antonio Curcio e Francesco Greco, nonché Alberto Polimeni e Federico Battista.

Un beneficio per la comunità calabrese

Oltre a migliorare l’accesso alle cure per i pazienti, questa collaborazione avrà un impatto positivo anche sul piano economico, riducendo i costi della mobilità sanitaria per la regione e offrendo servizi che prima non erano disponibili. La Calabria è infatti l’ultima regione per numero di Tavi effettuate in Italia (108 interventi per milione di abitanti) e ciò comporta una ovvia emigrazione sanitaria. In Calabria si dovrebbero effettuare circa 406 impianti percutanei di valvola aortica all’anno, anziché i 108 effettuati nel 2022 e i 180 nel 2023 (fonte Gise, Gruppo italiano di studi emodinamici). Questa carenza comporta non solo disagi psicologici e logistici, spese onerose per pazienti e familiari, ma anche pesanti esborsi per il servizio sanitario. Basti pensare che la procedura costa alla Regione Calabria 24.675 euro se fatta in Calabria, mentre se viene effettuata, ad esempio, in Veneto arriva ad oltre 34.000 euro, e ben più gravi sono i disagi e i costi per le famiglie calabresi costrette a emigrare per queste cure.

Senza contare che il numero dei pazienti sarà destinato ad aumentare ulteriormente negli anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. Ecco perché questa sinergia tra le competenze dell’ospedale dell’Annunziata e del G.O.M., sostenuta dall’Unical, rappresenta un modello da seguire per costruire una sanità più vicina ai bisogni delle persone e invertire la radicata tendenza dell’emigrazione sanitaria.