Si accettano miracoli

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La politica, tutta la politica, è sempre una promessa mancata e, quel poco che c’è di buono in essa, consiste nella forzata capacità di apprezzare i pochi risultati positivi che, talvolta, raggiunge, sempre ben inferiori rispetto alle promesse e i politici, “carriolate” di eroi pronti al sacrificio, costituiscono consapevolmente, il punto di convergenza di speranze, aspettative, delusioni che si trasformano spesso in rancori e odi, come parabola inevitabile.

A pensarci bene, l’analisi è facile.

Per non perderci in corsi e ricorsi, dall’ultimo trentennio ai nostri giorni, gli italiani, i meridionali di sicuro, sono in attesa di soluzioni sbandierate e propagandate, senza alcuna vergogna nel riconoscere di promettere, invano, la risoluzione dei problemi atavici quali: sanità, occupazione, ambiente, trasporti, legalità et cetera, con ciliegina sulla torta, “IL PONTE SULLO STRETTO” da raggiungere tramite le mulattiere, piacevoli percorsi tra buche, fossi, dossi, montagne che si sbriciolano.

La catena di comando, complice, o fortunoso alibi, la pandemia, continua a sopravvivere con tutti i suoi limiti, con scelte di merito praticamente assenti, con rimbalzi di responsabilità.

La crisi nazionale, tappezzata da provvedimenti provvisori, nati per arginare un dissesto economico/sociale abbattutosi, soprattutto, sulle classi meno abbienti potrebbe far riflettere prima di ripartire all’affannosa ricerca di affermazioni elettorali personali, completamente fuori dalla necessità di una compattezza per non destabilizzare, ulteriormente, il sistema e disorientare la volontà dell’elettore, continuamente sotto la tempesta di promesse mai concretizzate.

È necessario affrontare radicalmente i nodi e avviarsi verso una totale rimodulazione della classe politica.

Le istituzioni ripartano dal passo avanti della democrazia, rompendo i vecchi schemi di gioco intorno ad essa. La politica non è mercato, servono uscite di civile concorrenza, lontana dalle solite logiche pericolose e sbagliate quando esse rimandano, all’idea di antagonismo a somma ZERO.

SERVONO MIRACOLI!