Petullà, Associazione Risorse, “intenti programmatici presentati risultano interessanti”

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Di Mimmo Petullà

A Taurianova, di recente, è stato possibile apprendere – dalla testata di questo giornale – l’articolata notizia riguardante la costituzione di una nuova associazione, denominata “Risorse”. Gli intenti programmatici presentati risultano interessanti, orientati nei loro contenuti d’insieme a creare le condizioni per una concettualizzazione della città come sistema aperto ed eterogeneo, all’interno del quale individuare ulteriori spazi di democrazia, capaci di favorire l’incontro e il dialogo tra differenti punti di vista. L’esercizio di tale diversità organizzata è inteso come il tentativo di ampliare e condividere l’orizzonte di una più responsabile attenzione nei confronti del bene comune, il cui sviluppo è compreso nella configurazione di un impegno chiaramente determinato – che il sodalizio non esita, più propriamente, a considerare primario – vale a dire quello della “partecipazione di ogni cittadino alla vita civile e politica, attraverso un costruttivo dibattito con tutte le altre componenti della società”. Si tratta di un approccio ispirato da un’idea di cittadinanza ripensata, che non sembra essere sfuggente e mutante – dunque consegnata agli abituali processi di generalizzazione – mentre appare attivamente mobilitante e plurale, in modo particolare nell’estensione e nella portata generativa di legami sociali. Nel quadro complessivo – riconducibile alle finalità – è sollecitata l’attenzione dell’associazionismo, le cui funzioni non sono considerate collaterali e suppletive, ma valorizzate e appunto per questo coinvolte in relazione alla possibilità di strutturare la sfera pubblica: “Per perseguire i nostri obiettivi, faremo leva sulla cooperazione tra associazioni ed altri organismi del territorio calabrese, creando quindi un luogo plurale e privilegiato di elaborazione di progetti e proposte”. E’ tuttavia importante ricordare che, le pratiche di partecipazione proposte rimandano a talune persistenti problematicità, i cui nodi possono essere sciolti non solo interessando le organizzazioni sociali negli oggetti di discussione ma, ancora prima, riconoscendo loro un definito e responsabile ruolo – di natura istituzionale e decisionale – intorno alle fondamentali linee di attuazione delle politiche sociali. Appare del tutto evidente che la sfida basilare continui a essere quella di affermare l’urgenza di andare oltre le tradizionali forme di natura consultiva e propositiva, per consentire alle reti di relazioni delle organizzazioni sociali di essere introdotte – con i loro autonomi contenuti critici – nell’ambito di meccanismi valutativi e deliberativi di più ampio interesse collettivo. Senza la prevalente integrazione di tali schemi motivazionali – la cui realizzazione contribuirebbe, tra l’altro, a rinsaldare e sostenere gli imprescindibili contatti tra cittadinanza e Istituzioni amministrative – il rischio è quello di trasformare l’annunciata coordinazione tra gruppi locali e regionali, come pure la promozione di qualunque iniziativa, in un’operazione meno scontata. E’ pertanto opportuno che il campo di tali aree tematiche non rimanga fuori dallo sguardo di nessuno, nemmeno di quanti avvertono l’esigenza di avviare impegni associazionistici dopo aver maturato percorsi di adesione a esperienze partitiche. Del resto questa condizione – il cui fondamento e diffusione sono più consistenti di quanto si pensi – potrebbe tradursi in una rinnovata e più attiva partecipazione, consentendo la messa a disposizione di un maggiore livello di attenzione agli svolgimenti della vita sociale e politica. In ogni caso a contare essenzialmente è la libera e pluralista componente di carica critica, in modo particolare quando gli sforzi profusi tendono a costruire una comune piattaforma culturale, volta a far risalire la comunità di appartenenza da una condizione di residuale e ostinata normalità.