REGGIO CALABRIA – La Questura di Reggio Calabria ha adottato una serie di misure di vigilanza a tutela della sicurezza della giornalista Alessia Candito e della sua famiglia. La decisione si è resa necessaria dopo una serie di minacce ricevute dalla giornalista in relazione ad alcuni servizi pubblicati sul Corriere della Calabria. La Procura di Reggio Calabria, infatti, ha posto sotto sequestro alcune email ricevute dalla cronista: le ha inviate un ex pentito, oggi irreperibile, sul quale sono in corso accertamenti investigativi. Un dato riportato nelle cronache online del Corriere e diventato oggetto della corrispondenza – riservata anche al direttore della testata, Paolo Pollichieni – finita agli atti del procedimento della Dda. La tutela assegnata ad Alessia Candito è legata, tuttavia, anche a un’inchiesta dell’antimafia di Reggio Calabria sui clan di Archi.
Dieni, Morra, Nesci, Parentela (M5S): Solidarietà alla giornalista Alessia Candito
“La nostra solidarietà alla giornalista Alessia Candito, per la cui
incolumità occorre una vigilanza alta delle istituzioni e della società
civile”. Così i parlamentari del Movimento 5 stelle calabrese Federica
Dieni, Nicola Morra, Delila Nesci e Paolo Parentela, a seguito delle
recenti minacce provenienti da ambienti di ‘ndrangheta ricevute dalla
giornalista del Corriere della Calabria, posta dunque sotto tutela.
“Questo caso – proseguono i parlamentari M5s – conferma che in Calabria va
combattuta anzitutto la cultura mafiosa, nemica della verità e
dell’informazione. Alessia Candito viene colpita per il suo coraggio della
verità, più forte della cultura della paura, che frena lo sviluppo civile
della Calabria”. “Lo Stato deve sconfiggere la prevaricazione mafiosa –
concludono i parlamentari 5 stelle – e dimostrare di essere
inequivocabilmente dalla parte della verità e della giustizia. Dobbiamo
lavorare con maggiore impegno per rimuovere le incrostazioni e contiguità
che ostacolano la democrazia in Calabria, limitano la libertà individuale e
costringono i giornalisti impavidi a vivere barricati”.