“La Villa Comunale e gli alberi del Lungomare di Reggio tornino ad essere Orto Botanico”
Mar 27, 2014 - redazione
E’ quanto chiede l’operatore culturale Filippo Sorgonà. “Pur essendo in pieno centro, questo parco sembra essere ‘fuori dalla città’ e scoraggia il passante ad entrarvi”
“La Villa Comunale e gli alberi del Lungomare di Reggio tornino ad essere Orto Botanico”
E’ quanto chiede l’operatore culturale Filippo Sorgonà. “Pur essendo in pieno centro, questo parco sembra essere ‘fuori dalla città’ e scoraggia il passante ad entrarvi”
Riceviamo e pubblichiamo:
Nata per volontà del governo borbonico nel 1857 come “Orto Botanico” la nostra amata “Villa”, sede anche dell’Osservatorio Metereologico, diviene ad inizio secolo “Giardini Umberto I°” e si identifica nel corso dei decenni sempre come luogo di eccellenza culturale oltre che di “ozio” cittadino.
“Custode” e “testimone ” di secolari memorie di vita cittadina ospita al suo interno importanti testimonianze artistiche cittadine (vedi il portale di “casa Vitrioli” realizzato da scalpellini locali del XVI° secolo).
Le varietà botaniche di piante ed alberi di assoluto prestigio le conferiscono da sempre un fascino unico evocando suggestioni che in passato hanno fatto della stessa una meta ambita per studiosi e viaggiatori.
La Reggio che vediamo non è quella di fine ‘800 e troppe cose sono cambiate; la vicina “Porta S. Filippo” , attuale Piazza Carmine”, accoglieva i flussi provenienti dall’area collinare e dalla zona sud in una parte di città signorile e distinta.
Accanto all’attuale Villa, infatti, era collocato il “Real Teatro Borbonio” e questa parte di città concentrava buona parte della vita culturale.
Oggi la Villa Comunale è una “bella addormentata” che ha subìto violenze di ogni tipo.
Su 4 Busti installati, a memoria di insigni figure cittadine, ne mancano all’appello almeno due , quello di Plutino e di D. Tripepi, per non parlare del livello di abbandono e trascuratezza delle statue del contemporaneo scultore D. Fera o del degrado dello stesso patrimonio arboreo.
Questo spazio è ormai territorio di conquista di microcriminalità, prostituzione e luogo di vera deriva sociale.
Le giostrine inutilizzate da anni sono un pugno all’occhio esteticamente e costituiscono anche un rischio per l’incolumità di bambini ed avventori.
L’illuminazione è semidistrutta e la sorveglianza non funziona affatto.
Pur essendo in pieno centro, questo parco sembra essere “fuori dalla città” e scoraggia il passante ad entrarvi.
Abbiamo il dovere di pensare che si debba tassativamente far ritrovare lo splendore e la funzione perduta; la Villa deve tornare ad essere luogo di memoria e di cultura.
Restituiamole “identità” e traformiamolo nuovamente in un “Parco Botanico” facendolo diventare “organico” alla via Marina come “sbocco” naturale di un percorso a mare che non può non essere passeggiata di “cultura, paesaggio e storia”.
Eliminiamo immediatamente le giostrine collocandole in spazi preposti; ricostruiamo al posto dell’attuale Bar quel “palco artistico” che fu scena di squisite rappresentazioni musicali.
Utilizziamo lo spazio di nuova realizzazione quale “teatro all’aperto” e procediamo con il recupero e la preservazione globale dell’illuminazione, del patrimonio arboreo e delle essenze presenti.
Restituiamo alla città un pezzo di storia che testimonia, in silenzio, oltre un secolo di vita cittadina.
Filippo Sorgonà, Operatore Culturale