Petizione su emergenza rifiuti, il MeetUp Cosenza porta il problema a Bruxelles

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La fallimentare gestione calabrese all’attenzione della Commissione Europea

Petizione su emergenza rifiuti, il MeetUp Cosenza porta il problema a Bruxelles

La fallimentare gestione calabrese all’attenzione della Commissione Europea

 

 

COSENZA – Continua in Calabria il problema dei rifiuti, nonostante il
flusso inarrestabile dei milioni di euro spesi per esso dalla fine degli
anni novanta. Oltre un miliardo di euro. Il sistema calabrese di gestione
dei rifiuti si è rivelato un fallimento, come il sistema politico regionale
che non ha saputo o voluto risolvere il problema in modo strutturale. Il
problema ora verrà esaminato a Bruxelles. A svolgere un’indagine
preliminare in merito sarà la Commissione Europea, sulla base di una
petizione di cittadini e di attivisti di diverse città e paesi della
Calabria, promossa dal Meetup di Cosenza, diretta a sollecitare urgenti e
valide azioni per eliminare le criticità che riguardano il sistema di
gestione dei rifiuti in Calabria. Unitamente alla petizione è stato inviato
il “Progetto Regionale dei Rifiuti del M5S Calabria”. La comunicazione è
giunta nei giorni scorsi, dopo che la petizione era stata inviata al
Parlamento Europeo ad aprile del 2013, iscritta nel ruolo generale con il
numero 0615/2013, e dichiarata ricevibile il 17 ottobre dello stesso anno.
Poiché il tema trattato nella petizione, quello ambientale e dei rifiuti,
riguarda una materia che rientra nell’ambito delle attività dell’UE, la
Commissione Europea, che ha anche la funzione di vigilare sull’applicazione
del diritto dell’UE, si occuperà dei vari aspetti del problema.

La nostra regione è infatti obbligata ad adeguarsi alla normativa in
materia, di derivazione comunitaria, la quale impone che la pianificazione
regionale debba garantire che, quando si producono rifiuti, questi siano
adeguatamente differenziati o smistati e poi adeguatamente riusati,
riciclati, recuperati o smaltiti nel modo più rispettoso dell’ambiente,
mentre le discariche e gli inceneritori, che devono essere utilizzati solo
come soluzione di ultima istanza, sono destinati gradualmente a scomparire
dal vocabolario del sistema del ciclo dei rifiuti. In Calabria,
attualmente, avviene esattamente l’opposto: tutto il sistema calabrese di
gestione dei rifiuti si basa sul conferimento in discarica (o nelle strade
di paesi e città, considerati i cumuli diffusi) e sull’unico inceneritore
di Gioia Tauro. Se per un motivo qualsiasi una discarica viene chiusa,
intere province si riempiono di rifiuti per la difficoltà a conferirli
altrove e per una pressoché inesistente raccolta differenziata: un sistema
insostenibile ed ormai al collasso.

Anche se la Regione ha formalmente recepito i principi della legislazione
dell’Unione Europea e in particolare della Direttiva 2008/98/CE, gli
effetti non si vedono in quanto l’applicazione concreta non è avvenuta. E’
di febbraio 2013 la Delibera di Giunta n. 49, con la quale sono state
approvate le “Linee guida per la rimodulazione del Piano di Gestione dei
Rifiuti della Regione Calabria”. Per la prima volta si parla di rifiuto
come risorsa, della gerarchia delle operazioni nel sistema del ciclo dei
rifiuti (prevenzione, riuso, riciclo, recupero, smaltimento): un passaggio
obbligato per consentire alla nostra Regione di poter utilizzare ancora
fondi europei che altrimenti sarebbero negati, ma l’approccio al problema
lascia a desiderare e nemmeno la nuova programmazione degli interventi
sull’impiantistica regionale è convincente. Insomma, sulla carta cambia il
vocabolario ma nella pratica non cambia niente. Sono previsti due nuovi
impianti, rispettivamente per la provincia di Cosenza e Reggio Calabria e
l’ammodernamento e potenziamento degli impianti esistenti. Il costo stimato
sulle “linee guida” è di circa 100 milioni di euro. L’assessore Pugliano ha
invece dichiarato che “la nuova progettazione impiantistica ha una valore
di 248 milioni e 845 mila euro, da utilizzare in totale”. Un fiume di
denaro. Obiettivi: far diminuire la percentuale dei rifiuti da conferire in
discarica dal 63,3% ad un futuro 11,6%, ma non vengono indicate date certe
entro cui si dovrebbe raggiungere tale obiettivo. Inoltre si prevede di
portare la percentuale di raccolta differenziata dall’attuale 12% al 32,6%,
previsione risibile, inferiore a quella del 65% che doveva essere raggiunta
entro il 31.12.2012, in base al T.U. Ambientale.

Poiché per realizzare gli interventi programmati occorrerà del tempo, di
recente è stato pubblicato un bando regionale per il trasferimento
all’estero dei nostri rifiuti. Tutto ciò ricorda l’emergenza rifiuti di
Napoli, ma la Calabria non fa notizia. Nel bando viene specificato che se
la scelta dovesse ricadere sul trasporto navale, “si rappresenta che
possono essere utilizzati per l’esecuzione del servizio i soli porti di
Corigliano Calabro (per l’area della provincia di Cosenza) e di Reggio
Calabria (per l’area della provincia di Reggio Calabria)”. E’ la provincia
di Cosenza a registrare la maggior carenza di impianti TMB (trattamento
meccanico biologico). Gli impianti attualmente esistenti non hanno la
capacità di trattare la totalità dei rifiuti indifferenziati prodotti. Il
deficit di trattamento è infatti quasi tutto concentrato nella provincia di
Cosenza, per circa 750 t/g, e nella provincia di Reggio Calabria, per circa
450 t/g. La spesa prevista dalla Regione per trasferire i rifiuti
all’estero si aggira intorno a 77 milioni di euro per i prossimi mesi.

I sette impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) presenti sul
territorio regionale (Rossano, Lamezia Terme, Catanzaro, Crotone, Gioia
Tauro, Siderno, Sambatello), non hanno la capacità di trattare la totalità
dei rifiuti indifferenziati prodotti, mentre le poche discariche pubbliche
sono ormai prossime alla saturazione. In particolare, a fronte delle circa
2250 t di rifiuto tal quale prodotto quotidianamente, le capacità nominali
di trattamento si attestano sulle 1050 t, con un deficit di circa 1200 t al
giorno. Conseguentemente, buona parte dei rifiuti urbani prodotti non ha
possibilità di essere trattata in idoneo impianto e sino ad oggi sono stati
conferiti direttamente in discarica come “tal quale”, in virtù delle
Ordinanze contingibili ed urgenti n. 41/2013 e n. 146/2013, emesse dal
Presidente Scopelliti.

Di fronte a questo quadro desolante cresce la preoccupazione e la protesta
( sovente strumentalizzata da vecchi e discutibili personaggi politici) di
quelle comunità locali a cui vengono imposte, senza adeguata valutazione,
informazione e consultazione, impianti di cui si conosce poco o vere e
proprie nuove discariche (come nel caso della “Battaglina”, in provincia di
Catanzaro). Una nuova visione nel sistema del ciclo dei rifiuti tarda ad
arrivare. Le idee raccolte nel progetto regionale del M5S, basato su
raccolta differenziata spinta porta a porta, impianti di riciclo ben
integrati nel tessuto produttivo del territorio e in sinergia con centri di
ricerca universitari, diffusione di buone pratiche già sperimentate con
successo altrove, sono proposte concrete e realizzabili ma, sino ad ora,
completamente ignorate dalle istituzioni regionali.