Il Magistrato Rocco Cosentino favorevole alla chiusura delle librerie indipendenti
Dic 23, 2013 - redazione
Definisce “rami secchi” le piccole realtà imprendiatoriali del sistema cultura
Il Magistrato Rocco Cosentino favorevole alla chiusura delle librerie indipendenti
Definisce “rami secchi” le piccole realtà imprendiatoriali del sistema cultura
Riceviamo e pubblichiamo
Gentile direttore,
leggo in questi giorni, sulla carta stampata e sulle testate giornalistiche
online, alcuni articoli in cui si narrano le storie di eroici titolari di
librerie indipendenti che, sull’orlo della crisi economica del nuovo millennio,
dopo decenni di attività al servizio della cultura, hanno deciso di abbassare
le saracinesche e dedicarsi ad altre attività ben più redditizie oppure andare
in pensione. Naturalmente il sentimento che pervade il cronista di turno è di
sdegno e rammarico per un pezzo di storia che viene mandato in soffitta da una
logica economica che favorisce i colossi commerciali e stritola le piccole
realtà locali.
Ebbene, da scrittore con alle spalle due romanzi noir e oltre cinque anni
di esperienze e di “lotte” con case editrici di ogni calibro e librerie
piccole, medie e grandi, non posso che andare controcorrente e accogliere con
favore l’espulsione dal circuito economico di tutte quelle realtà
pseudoimprenditoriali che, in gergo giuridico, verrebbero definite “rami secchi
dell’ordinamento”.
È proprio così: la realtà è che nessuno sa fare più il suo lavoro. Vendere
libri non significa stare dietro un bancone, nella migliore delle ipotesi con
un libro in mano (giusto per dare il buon esempio), accogliere i clienti con la
morte nel cuore e nell’anima, limitandosi a prendere qualche volume da uno
scaffale e poi, se un avventore chiede un consiglio su un buon romanzo da
regalare, rispondere in modo perentorio: “C’è crisi, c’è crisi. I romanzi ormai
non li legge più nessuno, meglio un saggio sulla ‘ndrangheta che non passa mai
di moda e si fa sempre bella figura a regalarlo!”.
Io non ci sto, avrebbe esclamato qualcuno.
Perfino l’ortolano sotto casa mia è più gentile e più competente nel
momento in cui mi indirizza e mi guida verso una scelta “più consapevole”. Non
è un caso se dal fruttivendolo si esce sempre con qualche acquisto in più di
quello che si era preventivato mentre da una libreria, se ti va bene, porti via
il titolo che cercavi, se sei sfortunato ritorni a casa con un rimprovero del
libraio del tipo: “È un genere che non vende! Il mio distributore non lo
tratta!”
Ecco, forse la verità è che mentre le grandi catene di librerie sparse su
tutto il territorio nazionale hanno compreso che il cliente deve essere
assistito, coccolato e accontentato, i piccoli librai pensano che è sempre
colpa del lettore che si intestardisce a leggere cartastraccia.
Per non parlare poi di cosa capita se uno scrittore emergente propone
l’organizzazione di un evento culturale in libreria, naturalmente a costo zero
e con l’intero incasso dei libri venduti a rimpinguare le vuote casse di chi
ospita l’evento. Si arriva all’assurdo di sentirsi dire che per questo genere
di cose ci sono Fazio e la Bignardi in tv (sic!).
Consapevole che queste considerazioni mi costeranno la messa al bando di
tutti i miei romanzi, non potevo esimermi dall’esternare il mio pensiero contro
l’ipocrisia dilagante sul tema.
E allora, se così è, evviva la vendita di libri online… ebook compresi!
Rocco Cosentino
Magistrato (e anche scrittore)